Presidente L’Aquila: “La Roma ha mantenuto le promesse, altre squadre no”

 “Fin da subito dopo il terremoto sono arrivati messaggi di solidarietà da diverse società di serie A, tra cui anche quelli della Roma. Società che si è fatta sentire anche durante l’anno tramite Matteo Vespasiani che nella nostra società cura la comunicazione e che da tempo lavora nel club giallorosso”. Il presidente de L’Aquila calcio Elio Gizzi, è stato intervistato da  “LaRoma.net” riguardo l’amichevole tra Roma e Aquila:

Presidente come è nata l’idea di questa partita? “Un giorno un nostro dirigente è stato a cena con la signora Maria Sensi e li nacque l’idea di disputare un’amichevole tra le due società. Posso dire che la mamma del Presidente romanista si è resa subito disponibile.

Toni-Napoli: apertura di De Laurentiis

 Da Leggo

Il piatto non è sontuoso, ma il patron diffonde fiducia e ottimismo nel giorno del suo 61° anniversario, rivolgendosi alla Torcida azzurra, attraverso Radio Marte. All’ordine del giorno il calciomercato: 10 milioni di euro l’investimento, oltre i soldi che arriveranno dalle cessioni: «Il regalo che vorrei fare ai tifosi è quello di costruire una squadra solida. Bisogna intendere questo anno come la partenza del secondo quinquennio. Vogliamo vedere nei prossimi quattro anni cosa saremo capaci di raggiungere. Il traguardo che ci siamo prefissi è quello di vedere un Napoli che sia protagonista in Italia ed in Europa».

Curva Sud: no alla Tessera del tifoso

 Dal Romanista:

L’Appuntamento è per domani. I gruppi della Curva Sud si ritroveranno nel pomeriggio a Trigoria, precisamente a piazzale Dino Viola, per ringraziare la squadra per la splendida stagione appena conclusa. Non solo: la Sud dirà, ancora una volta, “no” alla Tessera del tifoso. Ieri i gruppi ne hanno spiegato, in 8 punti, i motivi. Nel dettaglio. Uno: con la Tessera si espropria il calcio ed il luogo della manifestazione sportiva di ogni valenza ricreativa, comunitaria e del compito principale di supporto alla propria squadra. Due: no perché non basterà a far scomparire magicamente qualsiasi atto di violenza.

Serie A, diritti tv: il banco non è saltato

 Dal Messaggero:

Tutto come prima. Quindi, tutto in ordine, il banco non è saltato. Il Tribunale civile di Milano (sezione specializzata per la proprietà industriale e intellettuale) ha respinto il ricorso cautelare di Conto Tv (assistita da Zencovich e Franceschelli) e non ha sospeso il contratto in essere tra la Lega calcio e Sky, (assistita in tribunale da Emanuele e D’Ostuni, più l’avvocato Bianchi) per la trasmissione delle partite di serie A delle prossime stagioni. Il contratto vale 1.149 milioni di euro (571 milioni, più 578), distribuito nelle due prossime annate calcistiche. A respingere il ricorso della emittente satellitare toscana è stato il giudice della sezione milanese Claudio Marangoni.

Adriano: un Imperatore a Roma

 Dalla Stampa:

C’è un Imperatore che vuole sbarcare a Roma e riprendere un discorso con il campionato italiano interrotto poco più di un anno fa. L’Imperatore è Adriano, valigie pronte e viaggio in Italia programmato per la prossima settimana: l’ex bomber dell’Inter ha già svuotato l’armadietto nello spogliatoio del Flamengo, club con cui ha vinto l’ultimo scudetto in Brasile e con il quale ha brindato al titolo di re dei goleador con diciannove reti in pochi mesi. Tv e stampa brasiliana non hanno più dubbi perché, scrive l’affidabile sito GloboEsporte, Adriano ha già messo al corrente della sua scelta la direzione del club carioca e annunciato che non giocherà nemmeno le ultime due partite che aspettano il Flamengo nelle prossime ore.

De Rossi non si muove

 Dal Romanista:

 «De Rossi è incedibile. Lo ha già detto il Presidente, io lo ribadisco». A parlare è Gian Paolo Montali, ieri sera alla villa comunale di Frosinone, dove ha ritirato il premio internazionale della città di Alatri. Il direttore giallorosso ha poi aggiunto: «Una settimana è bastata per smaltire la delusione, siamo già pronti a ricominciare la nuova stagione. L’Inter? Dire che ho fatto il tifo per loro in Champions è esagerato. Diciamo che siamo stati contenti per il ranking Uefa…». De Rossi, intanto, è da domenica sera al Sestriere. E la prima cosa che gli hanno chiesto, compagni e staff della Nazionale, è stata: «Ma ’sta barba te la tagli o no?». Lui ha sorriso, rispondendo: «Me sa de no. Per adesso». Poi è andato in camera a riposare.

Bianchi: “Adriano? Basta farlo giocare”

 Dal Romanista:

«Quando l’ho avuto io, è stato un ragazzo esemplare». Niente vita notturna, niente stravizi, l’Adriano che Ottavio Bianchi ha conosciuto nel 2002, nei mesi in cui entrambi erano alla Fiorentina, era il giocatore perfetto. O almeno lui lo descrive così.
Mister, si parla di un ritorno in Italia di Adriano, lei che ricordo ne ha?«Era ancora un ragazzo, era esuberante e aveva una forza fisica fuori dal comune. Era in grado di fare dei gol incredibili e di sbagliarne di semplici. Ma da allora è migliorato molto tecnicamente».
E fuori dal campo come era? «Un bravo ragazzo, un tipo semplice, uno che aveva solo voglia di giocare. E’ un brasiliano e, come capita spesso ai brasiliani, ha degli alti e dei bassi. A parte Aldair che faceva eccezione ed era sempre perfetto. Ma in generale loro hanno un carattere particolare, hanno bisogno di sentire l’entusiasmo, hanno bisogno di sorridere».
Negli ultimi anni Adriano aveva perso il sorriso? «Difficile da dire, bisognerebbe andare a trovare la sua chiave psicologica. Quando era con me non faceva problemi, stava sul campo a tirare le punizioni e i rigori e stava bene».
Lei ha avuto a che fare con un tipo difficile come Maradona, come si fa a recuperare Adriano al massimo livello? «Per carità, non sono io a poterlo dire. Gli anni passano, la vita cambia di anno in anno.

Roma, Aldair incorona Juan: “Grande”

 Juan come Aldair: a Roma lo si pensa già da un pezzo. Il paragone tra i due centrali è un riflesso incondizionato per ciascun giallorosso ma ora capita che a incoronare il carioca in rosa ai capitolini sia proprio il modello. Aldair. Cresciuti entrambi nel Flamengo, i due brasiliani si sono passati il testimone e, a quanto pare, proprio Aldair dichiara di aver individuato un degno successore. Ecco l’articolo integrale con l’intervista all’indimenticato Pluto apparsa su DNews. Testuale:

Il sorriso perenne, la serafica calma, identica a quella mostrata in campo, quando giocava a testa alta e faceva impazzire gli avversari un po’ come fa Juan oggi, considerato il suo erede in giallorosso. Stesso ruolo, identica attenzione sull’anticipo, al punto che neanche c’è il tempo di preoccuparsi, “tanto la palla è già nostra”.
Juan erede di Aldair: l’accendiamo?
Juan è un grande giocatore, è giovane, ha tanta strada davanti a sé e la Roma deve tenerlo. Nessun paragone, ognuno è se stesso, io giocavo un calcio diverso, oggi tutto è ancora più veloce.
Nulla vieta di pensare che siete per lo meno simili. O sbaglio?
Beh, siamo usciti dalla stessa scuola, siamo cresciuti nel Flamengo, può significare qualcosa, no?.
È finita la stagione. Come considera quella romanista?
Assolutamente positiva. È arrivata seconda e tenuto in piedi il discorso scudetto fino all’ultima giornata, è giunta in finale di coppa Italia, cosa volere di più? Poi, per come era cominciata questa annata, non c’è che da applaudire la squadra.
Rimpianti?

Roma – Lobont: “Voglio restare nella Capitale”

 Bogdan Lobont non ha lasciato il segno. Il portiere della Roma, ingaggiato lo scorso anno per dare un ricambio valido ad Alexander Doni, ha vissuto il travaglio di un’annata che ha stravolto ogni strategia: accantonato Doni, infatti, Claudio Ranieri ha optato per Julio Sergio quale titolare inamovibile e precluso di fatto al romeno di assaggiare il terreno di gioco se non per qualche scampolo di partita. Eppure, nonostante lo scarso utilizzo, Lobont non pare intenzionato a lasciare la Capitale, anzi: lo dice a chiare lettere. “Voglio restare a Roma“. Eccone l’intervista rilasciata a Il Corriere dello Sport:

Che stagione è stata quella appena conclusa?
Positiva. Ho superato l’infortunio al ginocchio. Alla Roma ho imparato tanto, da tutti i punti di vista. Ho avuto la fortuna di aver trovato un bel gruppo di ragazzi meravigliosi. È andata bene, anche se ho giocato tre partite, due in campionato e una in Europa League. Ricordo che quando arrivai qui, il giorno della presentazione, dissi: “Non sono venuto qui a rubare il posto a nessuno, ho imparato tanto, la  concorrenza fa bene a tutti. Credo che tutti e quattro siamo cresciuti come qualità”.
L’esordio contro il Napoli non è stato fortunato, ma si è subito riscattato…
Sono entrato a freddo e al primo tiro ho preso gol. Non ho cercato scuse. Però quel gol a qualcosa è servito, lo dissi ai compagni. Ci diede la carica e vincemmo. Se non fossimo passati in svantaggio sarebbe finita zero a zero. Poi in Bulgaria in Coppa feci qualche buon intervento. I portieri stanno tra i pali per parare, ma a volte sbagliano.
Tre portieri brasiliani e un rumeno, come è stata la convivenza?

Diritti tv: la serie A trema

 Dal Corriere della Sera

O salvezza in zona Cesarini o collasso. O, forse, una soluzione all’italiana che non scontenta le grandi del pallone e che, probabilmente, qualcuno maliziosamente ha sempre tenuto pronta nel cassetto. Perché, come insegnava Giulio Andreotti, a pensare male si fa peccato, ma si coglie nel segno. Il pallone italiano attende la sentenza del giudice Claudio Marangoni sulla richiesta, presentata da Conto Tv contro la Lega calcio, per una sospensione cautelare della cessione dei diritti satellitari a Sky (accordo da 1.149 milioni per due stagioni; 571 per il 2010-11 e 578 milioni per il 2011-12). Il giudice della sezione speciale del tribunale di Milano ha prima letto con attenzione le memorie presentate dalle due parti (e da Sky e Infront, l’advisor della Lega, intervenute nel giudizio).

Mourinho vuole De Rossi, ma Capitan futuro non si muove

 Dal Romanista:

Ci sono cose che non si possono comprare. Per tutto il resto c’è Florentino Perez. Uno che, dicono in Spagna, quando vuole una cosa se la prende. Sarà pure vero, ma stavolta sta esagerando. Lui e il suo nuovo allenatore, Josè Mourinho, che del resto è abituato bene, dato che prima di Perez è passato attraverso Abramovich e Moratti. Nella lista che il tecnico portoghese ha consegnato al suo nuovo presidente da tempo, cioè più o meno contemporaneamente a quando faceva credere agli interisti che non era vero che sarebbe andato via, c’è anche ciò che non si può comprare, cioè Daniele De Rossi. E’ una lista che naturalmente attinge molto dal campionato italiano, infatti ci sono pure Kolarov, Milito e Maicon. E non sono i soli, perché Mourinho sa come si vince: comprando i campioni. Per questo va là dove glieli possono comprare, per questo sceglie i campioni come De Rossi, che tra l’altro è il giocatore che ha segnato il primo gol ufficiale subito dall’Inter del portoghese.

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