Gervasoni fischia la fine del primo tempo e l’Olimpico fischia la Roma. I tifosi non ci stanno, temono un nuovo passo falso in casa, come contro Cesena e Bologna. I giocatori del Lecce rientrano nello spogliatoio, seguiti subito dopo da quelli romanisti. Nicolas Burdisso si sistema lo scarpino, è tra gli ultimi ad imboccare il tunnel. Prima di lasciare il rettangolo verde, guarda la Curva Sud senza striscioni, di giallorosso c’è ben poco. A parte il suo temperamento. Perché il Bandito, sangue argentino e cuore romanista, non ci sta. Apre la porta dello spogliatoio, raggiunge i compagni, qualcuno non riesce a capire il perché dei fischi: «Abbiamo creato tanto, ci sta dicendo male», è il coro pressoché unanime. Ranieri parla a Cassetti, gli chiede come sta. L’atmosfera è tesa, perché la Roma ha voglia (e bisogno) di vincere. Nicolas guarda tutti negli occhi: «Questa la vinciamo», dice. Prevede. Lo sente. Lo spera. Lo sa. È tornato il Bandito, a patto che se ne sia mai andato.
Redazione
Totti sempre provocato
La redazione de Il Romanista sta a Francesco Totti come la Vieille Garde stava a Napoleone Bonaparte, magari muore, ma non si arrende nel difendere il capitano. E’ per questo che l’incarico di mettere assieme un piccolo promemoria dei torti subiti da Totti mi è stato dato, se non con ritrosia con qualche mugugno. Non ho la fama del “tottiano”, ma francamente il compito non mi sembra dei più ardui. Ritengo però opportuno partire dagli episodi più esilaranti dell’attacco “al cuore” della Roma registrati fuori dal campo, che a mio avviso sono assolutamente indispensabili per comprendere quello che avviene sul rettangolo di gioco.
Totti: la rabbia e le accuse
Una situazione che ha amplificato una reazione che di fatto non c’è stata e che al capitano ha dato parecchio fastidio. Niente derby, dunque. In attesa della decisione del giudice sportivo, questa è l’unica certezza. E dire che tutte le cose sembravano cominciare ad avere un senso, anche quelle più incomprensibili. Come un’astinenza dal gol che così lunga non gli era praticamente mai capitata. Perché Totti, che ha sempre fatto gol a grappoli, non è andato a segno fino alla nona giornata di campionato? La risposta era lì, pronta: perché alla decima c’è la Lazio.
Se domani
Guardi laggiù. Mentre cerchi di tenere al caldo mani e
Totti, il ruolo da decidere
La Roma ieri ha battuto per due reti a zero il Lecce di Luigi De Canio, conquistando tre punti di enorme valenza che le permettono di salire in classifica a quota 12 punti, momentaneamente al sesto postoin coabitazione col Napoli, attendendo le partite di questa domenica.
Ranieri ha optato per un 4-4-2 mascherato, poiché il quarto centrocampista a sinistra era Mirko Vucinic; il montenegrino, infatti, non è un centrocampista tornante, che parte dalla metà campo, né un fluidificante che aiuta il terzino in difesa. E’ un calciatore devastante in campo aperto, dotato didribbling efficacissimi quando la squadra è lunga e attacca in contropiede, meno ficcanti quando riceve il pallone spalle alla porta e deve divincolarsi dallemarcature avversarie. Ieri ne abbiamo apprezzato le elevatissime qualità tecniche, suffragate anche da un’ottima realizzazione dal lato sinistro dell’area di rigore leccese;
Crepuscolo: Montenegro
La regola riporta il principio che il calcio è un
Trigoria, Mexes redivivo. Out Taddei e Pizarro
Il Basilea sta dietro l’angolo, la Champions League mette di fronte all’ennesimo appuntamento da “dentro o fuori”: Roma chiamata a riscattare la sconfitta interna contro gli svizzeri per alimentare speranza e possibilità di proseguire il cammino europeo. In mattinata, al Fulvio Bernardini, la squadra ha proseguito il lavoro di preparazione in vista della trasferta elvetica: torna Mexes, ancora indisponibili Rodrigo Taddei e David Pizarro. Da La Signora in Giallorosso:
La Roma, stamattina, è tornata ad allenarsi al centro tecnico “Fulvio Bernardini” a Trigoria, per preparare il match decisivo contro il Basilea, nella trasferta svizzera al Sankt Jakob Park.
La squadra si allena sul campo B. I giocatori non impiegati ieri da Ranieri, dopo il riscaldamento, eseguono esercizi di tecnica individuale con passaggi al muro. Philippe Mexes si allena regolarmente, segno che è guarito dall’attacco febbrile che gli ha impedito di rispondere alla convocazione per Roma-Lecce. Julio Sergio, Perrotta e Riise sono in campo per un allenamento defaticante. Assenti gli infortunati Taddei, Pizarro e Adriano.
Tributo a Giorgio Rossi
Da La Signora in Giallorosso: Giorgio Rossi, amatissimo massaggiatore e
Verso Basilea-Roma: gli svizzeri volano
Dopo aver archiviato la gara contro il Lecce con una
Il Bandito e il Campione
Da Il Romanista:
E´ tornato il Bandito. Dopo una settimana di ‘riposo’, a Parma Ranieri gli ha preferito Mexes, Nicolas è tornato titolare al centro della difesa giallorossa. E lo ha fatto nel migliore dei modi, cominciando a rispondere sul campo a chi si cominciava a chiedere se quegli otto milioni pagati ad agosto per il suo cartellino non fossero troppi. Nicolas, uno da sempre abituato a essere leader, non viene da un momento positivo, e la sua esultanza dopo il gol è tutta da raccontare. Dopo la ´capocciata´ che ha portato in vantaggio la Roma ha prima gridato ´Vamos´ e poi è corso ad abbracciare il fratello Guillermo, ripescato in panchina solo dopo la febbre di Mexes. Un abbraccio tenero, umano, tra due fratelli che stanno condividendo un momento delicato delle rispettive carriere. Un abbraccio che è poi stato soffocato da quello di tutti i compagni di squadra. La Roma ha giocato una buona partita, magari ha sofferto un po´ troppo in fase difensiva, ma ha meritato di vincere. E Burdisso è stato senza dubbio uno dei migliori in campo. “Si abbiamo fatto una buona gara. Il Lecce gioca un bel calcio ci ha messo anche in difficoltà in qualche momento della partita e noi siamo stati bravi ad avere pazienza e a vincere questa partita, la seconda consecutiva dopo Parma in cui non prendiamo gol. Per noi è molto importante, adesso c´è Basilea in Champions, poi il derby, la Fiorentina e la Juve. Dovevamo vincere per non lasciar scappare la Lazio”.
Olimpico all’unisono: “C’è solo un Capitano”
Da Il Romanista:
´6 la nostra storia´ c´è scritto sulle t-shirt bianche che i giocatori indossano al loro ingresso in campo per il riscaldamento. E l´applauso dello stadio supera in intensità quello che ti aspetteresti, visti i vuoti – sconfortanti – nei vari settori. E´ perché quella maglia, che porta sul retro anche la scritta Giorgio Rossi
e il numero ´80´, è l´omaggio che, insieme agli auguri, la squadra ha voluto rivolgere al massaggiatore storico, che proprio oggi, 31 ottobre, compie ottant´anni. E quando lo speaker dello stadio lo chiama per nome e le telecamere lo inquadrano, berretto in testa, divisa d´ordinanza e la mano che si alza a salutare il pubblico, quell´applauso coinvolge anche tutti i giocatori, Totti e De Rossi in testa. Comincia così il prepartita di Roma-Lecce, con il tributo a colui che, da 54 anni, lavora per la Roma e alla Roma ha dedicato la sua vita, e non solo quella professionale.
Totti versione Dottor Jekyll e Mister Hyde
Da La Repubblica:
C´è ricascato un´altra volta. Il pulsante che da on va su off e diventa tutto nero. Al punto da provare a rincorrere l´avversario nel tunnel degli spogliatoi per farsi giustizia da solo. Francesco Totti ha mostrato di nuovo quel brutto lato del suo carattere. Da vero Dottor Jekyll e Mister Hyde. Tanto pronto nella beneficenza e nei suoi gesti umanitari, quanto capace di accecarsi in campo e rendersi protagonista di episodi assurdi. Ieri sera l´ennesimo capitolo. Al 31´ del secondo tempo, mentre Vucinic va a segnare il gol del 2-0, Olivera lo sgambetta in corsa. Il capitano della Roma si rialza, spinge l´avversario e gli mette una mano in faccia. Niente di eclatante, ma lo fa.
La Sensi replica ad Alemanno
Da Il Tempo: L´anno scorso lo ha fatto fuori lui.
“Totti ha messo le mani in faccia a Olivera”
Da Il Tempo:
La festa non è completa. Minuto 77: Vucinic segna il raddoppio, Olivera sgambetta Totti, lui reagisce, corre verso l´avversario, l´uruguaiano alza il gomito, volano spintoni, forse anche qualche parolina, l´arbitro Gervasoni si frappone ed espelle entrambi. Bye bye derby (e non solo) per il capitano. Totti, alla 15ª espulsione in carriera, la prende male, tenta di rincorrere Olivera nelle scalette degli spogliatoi, ma viene placcato da Carlo Feliziani, uno degli addetti alla sicurezza della Roma, due inservienti e un membro della panchina del Lecce. Il capitano, placati i bollenti spiriti, scappa a fare l´antidoping e più tardi esce dall´Olimpico da una porta secondaria.

