Unicredit – Roma, il giorno decisivo

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 Dalla Repubblica:

Ultimo atto? Forse. Perché come hanno imparato a loro spese i tifosi giallorossi, con il fiato sospeso da oltre un mese per il destino della Roma, i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo. Oggi, ore 18, nuovo appuntamento presso lo studio del professor Ruperto. Convocati Piergiorgio Peluso, amministratore delegato del corporate di Unicredit e Rosella Sensi, numero uno di Italpetroli e del club giallorosso. Da definire soltanto la lettera di intenti che sancisca la conciliazione. Poi gli asset del gruppo petrolifero passeranno nelle mani della banca a saldo degli oltre 400 milioni di debito. Roma compresa. “E’ una situazione che abbiamo ereditato e che stiamo gestendo al meglio”, fa sapere a Mf Dow Jones un portavoce Unicredit. L’esito, però, non è ancora scontato.
ACCORDO SI’ – Firma sull’intesa o arbitrato? Dubbio lecito dopo i recenti sviluppi. Un accordo tra le parti porterebbe la scissione non proporzionale (non in relazione con le quote azionarie) della holding e alla creazione di una nuova struttura, Newco Roma, che contenga Roma 2000 e quindi l’As Roma. Struttura, questa, divisa con le stesse proporzioni attuali tra Italpetroli (51 per cento) e Unicredit (49), in modo da scongiurare il rischio di dover formulare l’Opa sul 100 per cento del club. Contestualmente, sarebbe firmato un mandato a vendere irrevocabile. La speranza (convinzione) è di completare in tre mesi il passaggio della Roma ad un nuovo proprietario.
FUTURO ROMA – Fino a quel momento Rosella Sensi rimarrebbe il presidente del club con un Cda ridotto a tre elementi, in cui Unicredit inserirebbe due “tecnici” di fiducia. La struttura tecnico-dirigenziale della squadra non subirà in ogni caso stravolgimenti, con incarichi confermati per Montali, Pradè e Conti. Le attività ordinarie della società, compreso il mercato, continuerebbero regolarmente: la Roma per stessa ammissione di Rosella Sensi è in autogestione da anni, non sarà affatto un problema continuare su questa strada fino all’arrivo di un acquirente. L’advisor Rothschild, in attesa della nomina ufficiale, è già al lavoro: contatti sono stati avviati con alcuni gruppi internazionali, europei e non solo. La banca d’affari – la stessa che nel 2008 mediò il primo contatto tra i Sensi e il George Soros Fund – sta valutando anche “manifestazioni di interesse” provenienti dall’Italia. Su tutte quella di una cordata guidata da Giamapolo Angelucci.
ACCORDO NO – Questi gli scenari in caso di conciliazione. Ma cosa succederebbe se dovesse saltare il tavolo della trattativa? Come primissima conseguenza il presidente del collegio arbitrale Cesare Ruperto aprirebbe l’arbitrato per arrivare ad una sentenza entro il 31 luglio. Domani, invece, Rosella Sensi dovrebbe presentarsi all’assemblea dei soci di Italpetroli (iniziata ieri e lasciata aperta per poter recepire l’esito dell’incontro odierno) senza un accordo con la banca. Senza quindi poter garantire la continuità aziendale del gruppo che, a quel punto, rischierebbe il fallimento. Appuntamento oggi alle 18 per sciogliere i dubbi. Questa almeno è la speranza.


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