Gli unici che riescono a innervosirlo sono alcuni turisti italiani. «Quando li incrocio mi rivolgono sempre la stessa domanda: “C’é freddo a San Pietroburgo?”. Freddo? Ora c’é la stessa temperatura che a Roma. Questa è una città che fa innamorare. Con i suoi colori, le bellezze artistiche. E un tasso di civiltà da fare invidia». Luciano Spalletti parla da «uomo» di San Pietroburgo. Una città che ha scelto di vivere andando oltre l’abituale tragitto albergo-stadio. «É stata una bella scoperta. L’Ermitage? Non ha senso chiamarlo museo. É qualcosa di più, molto di più».
Spalletti: “Totti è la storia della Roma”
Dalla Gazzetta dello Sport: Padiglione Centrale del Pitti Uomo, rassegna

L’accordo tra Spalletti e lo Zenit di San Pietroburgo resterà un segreto. Fino a fine novembre. Ma l’accordo c’è: 4 milioni di euro netti a stagione, fino al 2011. La notizia è stata riportata stamani dalla Gazzetta dello Sport. Secondo il quotidiano sportivo, il tecnico non starebbe affatto ascoltando le voci che lo vorrebbero – a turno – sulle panchine di Milan, Atletico e Real Madrid.
Brighi aspetta. Aspetta dalla scorsa estate, quando tramite il suo procuratore, Vanni Puzzolo, reclamò un ritocco dell’ingaggio. Tra l’agente e i dirigenti della Roma, all’epoca, i toni non furono propriamente teneri. Le polemiche, poi, sono rientrate, anche se il contratto non è stato ancora modificato: “Abbiamo usato buon senso – ha affermato Puzzolo a Romanews.eu -. D’altra parte Matteo ha un contratto, è un professionista serio e lo rispetta. Contiamo ora e sempre di avere un incontro per poterci chiarire. Non ci sono polemiche ma non c’è neanche un accordo. Per ora andiamo avanti“. Sulle voci di un possibile trasferimento allo Zenit con Spalletti: “Sono voci che ho sentito anche io ma per ora parliamo di niente. Spalletti non è andato là, Matteo ha un contatto con la Roma, mi sembra ci siano troppi se e ma per poter azzardare ipotesi.
Lo Zenit da una parte, il Milan dall’altra. Luciano Spalletti si trova ad un bivio. Accettare la proposta del club di San Pietroburgo significherebbe privarsi della possibilità di allenare in Italia (il campionato in Russia inizia a marzo e termina a novembre): “Valutazioni che vanno fatte e che farò“, aveva ammeso
FIUMICINO – Luciano Spalletti è rientrato da San Pietroburgo senza ‘nero su bianco’. La firma del contratto da allenatore dello Zenit non c’è stata: “Non ci siamo dati un termine“, ha spiegato il tecnico appena atterrato dalla Russia. Nel Baltico, è andato in scena un incontro “per conoscersi“. Spalletti è uscito dal terminal B-C dell’aeroporto di Fiumicino verso la mezzanotte e quaranta (l’atterraggio era previsto alle 22.30 a Ciampino, quindi alle 23.30 al Leonardo Da Vinci): stanco per il ritardo accumulato dal volo XH 00010, non si è sottratto alle domande dei cronisti. L’esito della trattativa con i dirigenti dello Zenit è tutt’altro che scontata. Così hanno suggerito il volto e le parole dell’allenatore: “Non ci siamo dati un termine. Ho voluto conoscere le persone che mi avevano invitato ed esaminare da vicino una possibilità di lavoro – ha raccontato Spalletti, accompagnato dal fedele collaboratore Daniele Baldini e dall’avvocato Giulio Dini -. Voglio approfondire la conoscenza di questa squadra, che è uscita dall’Europa League ed ora cerca un piazzamento in Champions“.