E’ una Roma fatta in casa

 Da La Gazzetta dello Sport:

È una storia fatta in casa, e a guardare bene opposta alla Storia – quella con la «S» maiuscola – che ha creato la leggenda della città. Se la Roma padrona del mondo è nata sulle fondamenta di una monarchia a connotazione etrusca e sull’architrave di un impero a direzione cosmopolita, l’Associazione Sportiva Roma ha scelto da anni una strada diversa, corroborandola sempre più col passare degli anni.
«La Roma ai romani», potrebbe essere lo slogan. Assai autarchico e in certo modo speculare alla «internazionalità» dei rivali nerazzurri. Sensi & C. Insomma, quasi un motivo di vanto, se si pensa che né nel panorama italiano di serie A né in quello internazionale (di vertice) risulta un fenomeno simile.

Ranieri: Rosella Sensi ha vinto la sua scommessa

 Da Il Corriere della Sera:

Piaccia o non piaccia – c’è ancora una buona fetta di curva Sud che la contesta e molti sono convinti che, con qualche investimento in estate, la Roma sarebbe primissima- è indubbio che la grande rincorsa dei giallorossi in campionato sia anche una vittoria personale di Rosella Sensi. C’era lei in mezzo alla bufera dopo due giornate, quando Luciano Spalletti diede le dimissioni.
Era la fine burrascosa di un rapporto perfetto per tre stagioni, deteriorato alla quarta, disastroso in quel pezzetto di quinta. Fu un errore, sicuramente, non prendere la decisione di dividere la strada a giugno, quando c’erano già tutti i segnali della tempesta all’orizzonte. Da quell’errore, però, paradossalmente, è nata la nuova Roma.

Riscatto Toni-Burdisso: la Roma ci prova

 La Gazzetta dello Sport fotografa così il prossimo calcio mercato giallorosso:

A meno di passaggi di proprietà e con l’esposizione debitoria di Italpetroli ancora da risanare, la partecipazione alla Champions (e l’aumento delle sponsorizzazioni) consente alla Sensi di tornare a investire qualche milione sul mercato. Non cifre folli, ma operazioni mirate che potenzino la squadra. Innanzitutto l’acquisto di Toni dal Bayern e un accordo con l’Inter che consenta a Burdisso di restare nella capitale. L’ingaggio di Simplicio dal Palermo a costo zero. 

Roma, una pioggia di soldi su Trigoria: 90 milioni di tesoro

 Il momento positivo della Roma, che a sette giornate dalla fine del campionato si trova ad un punto dall’Inter capolista, si rispecchia anche nella situazione finanziaria. I proventi dalla Champions garantirebbero alla società di Trigoria un tesoretto da spendere nella prossima campagna acquisti. In più la dirigenza dovrebbe rinnovare i contratti con lo sponsor tecnico (Kappa) e il main sponsor (Wind). Ecco l’articolo de La Gazzetta dello Sport:

Tutto sommato la Roma il suo scudetto l’ha già vinto: quello della rivalutazione economica di un marchio innegabilmente storico. Adesso però tocca alla squadra di Claudio Ranieri completare un capolavoro sportivo coniugando bacheca e business, visto che per le prossime stagioni è in arrivo una pioggia di milioni su Trigoria.

Bari, Perinetti: “Roma sei nel cuore, ma ti batto”

 Da Il Corriere dello Sport:

Giorgio Perinetti, un romano e ro­manista sulla strada dei giallorossi che por­ta allo scudetto.«Sono i percorsi professionali che creano queste situazioni. A me fa piacere che la Ro­ma lotti per lo scudetto e che sabato darà vi­ta a una bella sfida con la mia squadra. An­che il Bari merita di finire sotto i riflettori e può competere con la Roma».
Il Bari è gia salvo e vuole chiudere con onore il campionato.
«Noi abbiamo dato dimostrazione del no­stro modo di fare calcio già dalla prima gior­nata contro l’Inter. C’è sempre la ricerca da parte del Bari di un calcio propositivo. Dob­biamo finire come abbiamo cominciato, con la speranza di fare una grande prestazione».
Nella sua carriera di dirigente ha sempre cercato allenatori capaci di esprimere bel calcio.
«E’ il retaggio dell’amicizia con il grande Nils Liedholm, del quale sono stato compa­gno di viaggio per tanti anni. Mi ha trasmes­so la sua filosofia. Con lui ho cominciato a la­vorare nella Roma che finì terza nel 74-75. Da allora mi porto dietro il suo insegnamen­to, un allenatore deve costruire e non distrug­gere ».
Ha cominciato giovanissimo a fare il diri­gente, evidentemente non ha fatto molta strada da calciatore…
«Con la Roma ho avuto il primo contratto a 24 anni, ma da collaboratore sono entrato giovanissimo. Da calciatore… beh diciamo che ho fatto spesso il guardalinee, dicevano che ero bravo… Giocavo nei tornei Uisp o Csi, poi il primo incarico da dirigente nella Jaco­bini Sport.

Roma-Inter: la rivincita di Rosella Sensi

 Da La Gazzetta dello Sport:

Dalle stalle alle stelle. Perché essere romanisti è tornata una condizione da ostentare: a scuola, in ufficio, in metrò, perfino in un seggio elettorale. Il tifoso esce di casa con la sciarpa legata al collo non per andare allo stadio, ma a lezione. Da qualche mese, alla sciarpa il romanista abbina un sorriso smagliante. Ora sono tutti felici e giallorossi, senza variazioni di tonalità. Tifosi sempre presenti, tifosi occasionali, simpatizzanti: la Roma ha riconquistato il suo popolo.
Olimpico già due volte esaurito, Trigoria sempre una festa, il pullman della squadra che sabato pomeriggio faceva fatica a percorrere l’ultimo tratto tra due ali di folla perfino commossa. Eppure, appena pochi mesi fa, l’Olimpico era semideserto e quei pochi che c’erano fischiavano e sparavano petardi, o depositavano corone di fiori per celebrare il funerale della squadra.

La Roma ai tifosi: “Tutti a Bari”

 L’appello della società giallorossa, dopo la gara contro l’Inter, è chiaro e inequivocabile: “Tutti a Bari”, dove i capitolini saranno impegnati nella prossima di campionato. Da La Gazzetta dello Sport:

«Maciniamo chilometri…». Il tifo romanista vuole tornare un fenomeno di massa e un genere da esportazione. «A Bari come nel 2001: saremo trentamila», già azzardano nelle radio dopo il fischio finale di Roma-Inter e i sogni che galoppano. Appunto, perché privarli di un sogno? Ma devono fare i bravi. Ieri, tre tifosi romanisti sono stati fermati (e verranno colpiti da Daspo) per possesso di torce e fumogeni. Robetta rispetto a quanto combinato dai giallorossi nell’ultima trasferta autorizzata, a Livorno: treno devastato e autogrill assaltato. Al momento la trasferta a Bari è libera, ma attende l’ultimo ok del Casms. Comunque, i fatterelli di ieri sera non dovrebbero incidere. Ricominciamo Perciò, largo alle speranze e caccia al biglietto. Ieri sera la dirigenza della Roma ha chiamato l’adunata. La presidentessa Sensi è stata esplicita:

Roma-Inter: stadio Olimpico 27-03-2010. Veni, vidi, vici

 Quando volti la testa e alle spalle c’hai l’Impero glorioso, ogni attinenza viene facile. Spontanea. Nel momento della sua massima espansione, il Sacro Romano disponeva di 80.000 chilometri viari, suddivisi in 29 strade che si irradiavano da Roma verso l’Italia. Il sistema viabilistico seguiva una logica urbanistica a prova di scemo: le strade erano disegnate in quella maniera per ostacolare le province dall’organizzare una resistenza contro l’Impero. Avere tutto sotto controllo. Prevenire ogni rivolta, prevedere qualunque ostacolo ed essere pronti a fronteggiare il nemico avendone letto in anticipo le mosse. Da allora, è cambiato il mondo.
TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA. Diciamo dall’Impero alla democrazia per riassumere sinteticamente il trapasso epocale. Ora che il campo di battaglia diventa uno stadio – dal cielo aperto tra alberi e generali alle note stellate di un Olimpico tutto esaurito – ora che i nemico si è trasformato in avversario, ora che la guerra ha assunto le fattezze di un campionato e che la battaglia è diventata una partita di calcio, un dato rimane uguale a migliaia di anni fa. Che tutte le strade portano a Roma. Per Roma-Inter. Il collegamento all’evento sarà mondiale (l’etere ha preso il posto dei messaggeri), numeri che vanno ben al di là del sold out ufficializzato dalla società capitolina con un comunicato emesso nel tardo pomeriggio di oggi. L’ansia freme, l’attesa cresce, le emozioni cominciano a circolare in corpo come accade nei momenti decisivi. E’ bastato mettere in palio uno scudetto. Per coinvolgere i giallorossi, i nerazzurri e gli amanti del pallone che rotola in generale. Ad annunciare l’assalto, non più invasioni ma dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa. Calciatori che prendono la parola come a suo tempo, gli eserciti, erano pronti ad annunciare la propria reattività impugnando l’ascia, tenedo nella sinistra lo scudo. Solo Josè Mourinho si è sottratto, come Genserico, salito al trono dei Vandali nel 428 e ricordato per il suo lato più taciturno nonostante la provata capacità di trascinatore.

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