Parma-Roma: Tardini, esodo d’amore

Da Il Messaggero:

Partigiani d’Italia. Non è un grido politico, ma solo il nome del viale e del piazzale dello stadio “Ennio Tardini” in Parma. Stavolta l’appuntamento dei tifosi è certo, non servono grosse autorizzazioni, possibilmente basta un biglietto: domani, ore 16 all’incirca (il calcio d’inizio di Parma-Roma è previsto per le 18), quel viale sarà pieno di tifosi romanisti. Saranno ufficialmente seimila, visti i biglietti che sono stati venduti nella capitale. Venduti è poi un termine soft, diciamo pure polverizzati. Polverizzati i primi 3500, polverizzati ieri i secondi 2500, tra biglietti da cento euro e quelli da quaranta. Non si fa distinzioni. L’amore è amore. Roma-Parma si gioca di primo maggio, una data da riposo, da scampagnata, da grande abbuffata. Fave, pecorino, un buon vinello, lenzuolino sul prato e via.

Parma-Roma: speranza Totti

 Da Il Romanista:

C’è poco da fare. Quando la vince con un gol di Totti, è come se vincesse un po’ di più. E’ un senso di completezza e di appagamento come quando ogni cosa va al suo posto, proprio come la sogni la sera prima. Vinciamo uno a zero, gol di Totti. E’ perfetto. Se poi segna Lobont su calcio d’angolo va bene uguale, sia chiaro. Ma magari aspetti fino al 95esimo perché sia proprio il Capitano a metterci la ciliegina, a rendere perfetto ciò che è stupendo, a trasformare il bello in sublime, come un passaggio spalle alla porta senza guardare. Anche per questo, la sconfitta con la Sampdoria fa male. Perché se fosse andata come doveva andare, avrebbe avuto quel tocco in più di un Totti ritrovato, proprio subito dopo tutto ciò che – ancora una volta – s’era detto di lui dopo il derby.

Ranieri: “Siamo dispiaciuti, ma non molliamo”

 Da Il Corriere dello Sport:

Ranieri, come ha trovato i giocatori alla ripresa degli allenamenti? «Dispiaciuti. Ma ho ricordato loro che hanno fatto una stagione eccellen­te. Quando sono arrivato avevo chie­sto una cosa: lottare sempre, fino alla fine. Il frutto di questa filosofia sono stati i ventiquattro risultati utili conse­cutivi. Qualcosa di straordinario. La squadra non ha mai perso questa ca­ratteristica. Non lo dico adesso. Non l’ha persa neppure contro il Panathi­naikos, quando siamo usciti dall’Euro­pa League. Contro i greci abbiamo sbagliato dieci minuti all’andata e die­ci al ritorno, ma anche allora abbiamo lottato fino in fondo. E lo stesso abbia­mo fatto contro la Sampdoria. Erava­mo sul 2-1 e mancavano trenta secon­di, provavamo ancora ad attaccare. E’ questo il segnale forte che vogliamo dare ai nostri tifosi. Sappiano che lot­teremo fino alla fine, che finiremo la stagione con la coscienza a posto, con­vinti di aver dato tutto fino in fondo. Non avremo rimpianti. Il calcio è que­sto.

Roma-Sampdoria, Riise: “Colpa mia, noi non molliamo”

 Da Il Romanista:

«Sappiamo quello che ci aspetta. Adesso vediamo quello che farà l’Inter». Deluso, ferito, ma non rassegnato, John Arne Riise non ha alcuna intenzione di gettare la spugna. Non è nel suo carattere arrendersi. Non lo ha mai fatto nella sua carriera e neppure nelle 34 partite giocate in campionato in questa stagione. Lotterà fino alla fine perché adesso la cosa peggiore, qualora i nerazzurri dovessero perdere qualche punto per strada, sarebbe non farsi trovare pronti all’appuntamento. E l’unico modo per non avere rimpianti è quello di dare sempre il massimo. John lo ha fatto anche domenica sera, anche se ha sulla coscienza almeno uno dei due gol di Pazzini.

Damato tifoso dell’Inter: le polemiche non si placano

 Da Il Corriere dello Sport:

La figura di Antonio Damato certifica un’alleanza insospettabile tra tifosi: ro­manisti e juventini sono dal­la stessa parte, uniti nell’in­dignazione. Sotto accusa la performance di Roma-Sam­pdoria, che ha fatto infuriare Rosella Sensi, ma soprattut­to la bandiera dell’arbitro. Che secondo un articolo del gennaio 2002, pubblicato sul­l’edizione pu­gliese di Re­pubblica e ri­pescato ieri dal sito del giorna­le, sarebbe un tifoso dell’In­ter. Una specie di scoop po­stdatato o un dettaglio insignificante? LA VICENDA – Nel pezzo, fir­mato da Giuliano Foschini, non c’è una vera e propria in­tervista. Succede sempre co­sì quando un giornalista par­la ad un arbitro: zero parole virgolettate o quasi, è proibi­to esprimere un’opinione con un discorso diretto. E Dama­to all’epoca già faceva l’arbi­tro.

Quando Ago disse: “Esistono i tifosi di calcio e poi esistono i tifosi della Roma”

 Da La Gazzetta dello Sport:

Se il cuore di Dio è giallorosso – è la conclusione cui arrivò Toninho Cerezo guardando la Sud e cogliendo la portata religiosa del romanismo -, non c’è ragione di tanto accanimento. Perché soffrire così? Quali altre colpe dovranno espiare i romanisti prima di vivere in pace? Quanti altri attimi sfuggiranno? Forse il peccato originale da scontare, probabilmente per l’eternità, è il fatto stesso di aver scelto la Roma e di essersene innamorati. Il romanista lo sa e ne fa motivo d’orgoglio, un aspetto della propria «diversità».
Lo disse anche Ago. «Esistono i tifosi di calcio e poi esistono i tifosi della Roma». Lo dicevano in tanti, domenica, uscendo dallo stadio, come se non si fossero aspettati altro.

Arbitraggio Damato: per Collina è stato sufficiente

 Da La Gazzetta dello Sport:

«Valuterà Collina». É la risposta di Claudio Ranieri alla fine di Roma-Samp a chi gli chiedeva un giudizio sulla direzione di Damato, bollato come «inadeguato» da Rosella Sensi. Collina e il presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, hanno rivisto la sfida anche ieri mattina, ma il risultato finale è stato identico a quello dato domenica sera a caldo: Damato ha arbitrato in modo sufficiente una partita difficile. Ha commesso degli errori veniali, come non mostrare qualche cartellino giallo in più. Nessun pollice verso, comunque, per usare una gestualità cara a Francesco Totti.

Arbitri: la Roma s’interroga

 Da Il Messaggero:

Monta la rabbia della Roma. Dopo lo choc di domenica scorsa, la società giallorossa si interroga su quanto emerso nell’ultimo weekend, a San Siro e all’Olimpico, al trattamento diverso riservato alle due squadre impegnate nella volata scudetto. Ma al tempo stesso guarda subito avanti. Alle ultime tre gare di campionato e alla finale di Coppa Italia. Separa, però, l’aspetto squisitamente sportivo da quello più scomodo e più delicato della questione arbitrale. Che, come due anni fa, può essere decisiva per l’assegnazione del titolo. Rosella Sensi non si ferma all’etichetta destinata al signor Damato di Barletta, ritenuto dalla presidentessa «inadeguato» per partite di un certo livello.

Semioli nel tunnel: “Forza Inter”. Per Roma passano i Signori. E non

 ROMA-SAMPDORIA. I festeggiamenti in casa blucerchiata si sono sovrapposti all’applauso dell’Olimpico nei confronti della Roma: mentre Francesco Totti e compagni si lasciavano stringere nell’abbraccio ideale della curva Sud, i doriani sono corsi sotto lo spicchio di Nord nel quale erano assiepate le poche centinaia di ultras della Sampdoria. Un atto dovuto, anche in virtù della conservazione del quarto posto, che lascia coltivare pensieri d’Europa che conta (la piazza a ridosso delle prime tre dà di diritto l’opportunità di partecipare ai preliminari di Champions League) e di un’impresa mica da ridere, considerato il fatto che i capitolini venivano da una striscia utile in campionato di 25 gare. In concomitanza alla gioia blucerchiata, tuttavia, si stava consumando l’attimo di grande amarezza in casa romanista: l’Inter lontana due punti, una sconfitta forse decisiva per frantumare il sogno dello scudetto coltivato (almeno) fino alla quartultima e il dispiacere di aver perduto una partita che i capitolini – lo si dice sempre in questi casi – non perderebbero mai più. Se solo si potesse rigiocare. L’Olimpico è stato in quegli istanti un ossimoro:

Lite Perrotta-Vucinic anche negli spogliatoi

 Roma-Sampdoria, minuto 40. La gara dell’Olimpico è da ricordarsi non solo per la sconfitta dei gialorossi ma anche per un episodio spiacevole che ha interessato, nel corso del primo tempo, Mirko Vucinic e Simone Perotta. Era il 40′ e Mirko Vucinic, dopo aver raccolto palla sulla tre quarti, si appresta a un tiro frenetico che si spegne a lato. Perrotta si stava accentrando per raccogliere il passaggio. Mai arrivato. Da qui, il diverbio in campo: l’italiano rimprovera il montenegrino. Come tutta risposta, una replica pepata. Ne scaturisce un litigio a distanza ravvicinata che Francesco Totti cerca di sedare immediatamente: lo si è visto in tempo reale, il Capitano, mentre riprendeva il comportamento di Vucinic. La Roma era in vantaggio, l’1-0 è il risultato parziale con cui si è chiusa la prima frazione. Tuttavia, ancor prima della ripresa, sono gli spogliatoi a richiamare l’attenzione. Quel che sull’erba era solo cominciato – una lite, per quanto visibilissima, come ce ne sono tante nel corso di una partita di siffatta importanza – prosegue infatti nel chiuso dello stanzino.

Marco Storari tifa Roma ma mezzo scudetto gli sta sulla coscienza

 Roma-Sampdoria, Marco Storari migliore in campo. Tra gli artefici della vittoria blucerchiata nella Capitale, come non citare l’estremo difensore doriano, autentico protagonista e autore di una prestazione da mettere in cornice. Il pisano classe 1977 sta mostrando sottto la Lanterna che la rinuncia frettolosa del Milan – titolare del cartellino  del toscano fino al gennaio 2010 – nella sessione di mercato invernale. Alla Samp serviva un sostituto all’altezza dell’infortunato Luca Castellazzi, i rossoneri erano nella necessità di sfoltire una rosa ricca di numeri uno (un ripensamento?). Marco Storari ha sfornato, dallo scorso 15 gennaio (data di esordio con i blucerchiati) partite esaltanti concluse con l’apoteosi dell’Olimpico. Un uomo solo a frapporsi tra la Roma e il gol. Soltanto Totti, dopo 14′, è riuscito a fargli male. Dal minuto successivo, il doriano ha parato il possibile e l’impossibile.

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