Roma-Parma: Totti e Juan dal primo minuto

 Dal Corriere dello Sport:

Un dente e un turno di squa­lifica. Tanto è costato a Mexes un Bo­logna- Roma giocato alla grande ma viziato dal solito, evitabilissimo scat­to d’ira che gli è costato l’ennesimo cartellino giallo. Risultato: va in castigo anche per Roma-Parma. Un vero peccato perchè il francese è tra i più in forma. […] Al posto del difensore francese Montella ripresenterà Juan, che a Bo­logna era in panchina e che non è cer­to al culmine della forma. Il brasilia­no farà coppia con Bur­disso. Se il Parma gio­cherà con i due attaccan­ti pesanti, i due centrali si alterneranno su Cre­spo e Amauri. Scontato l’impiego di Cassetti sulla fascia de­stra (se gioca Giovinco avrà il suo da fare), me­no quello di Riise a sinistra.

Roma-Parma, ci saranno applausi o fischi?

Dal Romanista:

La vittoria col Bologna oltre ad interrompere una serie di quattro sconfitte consecutive, finalmente ha regalato una parvenza di tranquillità ai tifosi. Le speranze, però, si mescolano con la realtà di una classifica ancora deficitaria e la partita di domenica col Parma può rappresentare un’altra mini svolta nel cammino giallorosso verso la zona Champions.
Quale sarà l’atteggiamento dello stadio verso la squadra? Come verrà accolto Montella? E per Pizarro, invece, soltanto applausi o anche qualche fischio? Interrogativi apparentemente di facile risoluzione ma che non hanno risposte scontate vista la frustrazione che nelle ultime settimane si è impossessata della città.

Roma-Parma: staffetta Totti-Borriello e Vucinic-Menez

 Dal Romanista:

I giocatori si sono ritrovati ieri mattina a Trigoria, poco più di dodici ore dopo l’importante vittoria col Bologna: defaticante perchi era sceso in campo il giorno prima, normale sgambata per tutti gli altri. Di corsa, senza perdere neppure un istante e con una voglia matta di proseguire il cammino intrapreso con Montella. Il calendario, come sempre, è ingolfato da impegni ravvicinati: domenica il Parma, poi la trasferta a Lecce di venerdì sera, il viaggio a Donetsk l’8 marzo fino ad arrivare al derby del 13. Con gli emiliani, fra due giorni, sostanzialmente si rivedrà la stessa Roma ammirata al Dall’Ara: una squadra piazzata in campo col 4-2-3-1, corta e compatta. Ma alcuni interpreti saranno differenti. Di sicuro non ci saranno Mexes (ieri daldentista per la ricostruzione dell’incisivo rotto per colpa della manata di Paponi), fermato per un turno dal giudice sportivo, Rosi, che deve finire di scontare la squalifica per lo sputo a Lavezzi, e Perrotta, ancora dolorante alla caviglia destra per una lesione al legamento tibuleo astragalico anteriore. Castellini, assente l’altro ieri a causa di una ferita lacero contusa al collo del piede destro, potrebbe tornare a far parte della lista dei convocati e giocarsi le sue carte per cominciare dal primo minuto.

Ranieri regala alla Roma un cammino da scudetto

 Cinquantaquattro giorni. Tanti ne sono passati da quel mercoledì 28 ottobre 2009. Quasi due mesi di tempo che in termini calcistici si traduce in sette giornate. In terra friulana la Roma di Ranieri, con l’ottavo “undici” diretto dal tecnico testaccino, uscì malamente sconfitta da un’Udinese malconcia. Floro Flores fu il mattatore di quell’incontro serale giocato in un turno infrasettimanale; in mezzo all’attaccante bianconero un sospiro di Daniele De Rossi che fece sperare all’ennesima rimonta giallorossa. Ma così non fu, 2-1 il risultato finale. La Roma si ritrovò nei baratri della serie A con sole 2 lunghezze dalla retrocessione (ed uno in più della Lazio). La terza sconfitta consecutiva relegò i ragazzi di Ranieri ad 8 punti dal Milan, quarto, con più di mezza serie A davanti ai giallorossi. La rimonta in quella sera di mercoledì 28 ottobre sembrava solo un miraggio ed invece Claudio da Testaccio è riuscito nell’impresa. Da allora sono giunte 5 vittorie (Bologna, Bari, Atalanta, Lazio, Parma) e due pareggi (Inter, Sampdoria oltretutto raggiunti lontano dalle mura amiche dell’Olimpico). Una striscia positiva lunga sette giornate di campionato in cui l’Olimpico pian piano è tornato a riempirsi e la difesa non subisce gol da tre giornate (Lazio, Sampdoria e Parma). Il quarto posto è stato agganciato, sono state scavalcate nove squadre e si è messo alle spalle il gruppone delle inseguitrici della zona Champions. Un miracolo. Impensabile dopo quella sera del Friuli. Ranieri ha cambiato la Roma. Magari non tanto lo schieramento tattico, ma la tenacia e la concentrazione sono finalmente una caratteristica della formazione di Trigoria.  Su ventuno partite giocate da quando Claudio Ranieri ha preso il timone della squadra giallorossa, nove sono le rimonte effettuate.

Le pagelle di Roma-Parma: Juan, che classe. Pizarro orchestratore, Totti fa da bersaglio

 Julio Sergio s.v.: Novanta minuti da spettatore, o poco più.
Cassetti 6: Viaggia ancora sulle ali del derby. Gli avversari si propongono di rado sulla corsia di sua competenza, lui ne approfitta per spingersi sul fondo. Nel primo tempo sforna assist e conquista calci piazzati, che i compagni non capitalizzano. Cala un po’ nella ripresa.
Burdisso 7: In difesa è chiamato all’ordinaria amministrazione, così decide di dare una svolta alla sua gara, se non alla stagione giallorossa: gol pesantissimo, quello dell’argentino.
Juan 7,5: Classe sopraffina, capacità di leggere il gioco che, in questo momento, non trova eguali nel suo ruolo: nei 270 minuti di imbattibilità della retroguardia c’è la firma del brasiliano.
Riise 6: E’ cresciuto molto sul piano della personalità. Difende senza affanni e si propone in avanti con i tempi giusti. I tifosi non fanno che invocare il suo sinistro, lui lo libera più volte senza precisione. Per la verità, difetta anche in qualche appoggio.
De Rossi 7: Un destro fiacco, con la porta spalancata, rappresenta l’unica nota negativa della sua gara. Per il resto, novanta minuti di grande intensità. Fa da collante tra i reparti, tampona e ricama, spezza il contropiede dei parmensi in occasione del raddoppio. Bentornato, Capitan Futuro.
Pizarro 7,5: Orchestra che è una bellezza. Ranieri lo colloca nel vertice basso del centrocampo, lui, che non spicca di certo per la stazza, lotta come un gigante. Indispensabile.

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