Brasile-Corea del Nord: stasera debutta Juan

 Dal Romanista:

Lo pensano anche i brasiliani che il modo di dire “la miglior difesa è l’attacco” non è più valido. Per lo meno non per la Seleçao di Carlos Dunga, che questa sera alle 20.30 esordisce nel Mondiale affrontando al Corea del Nord. No, per i verdeoro del 2010 il miglior attacco è la difesa. Quella comandata dal romanista Juan e da Lucio. Una coppia che l’Inter vorrebbe riproporre anche in nerazzurro, magari come frutto della trattativa Burdisso. Ma non se ne parla neppure, Juan non si muoverà dalla Roma per nessuna ragione al mondo. L’unico modo per vederli insieme sarà al Mondiale. I quotidiani brasiliani celebrano i due giocatori e li definiscono come il vero punto di forza della loro nazionale. Globoesporte riporta alcuni dei loro numeri: Nelle 49 partite giocate insieme la Seleçao ha incassato appena 28 gol, alla media di 0,57 a match. Lo score parla di 34 vittorie, 10 pareggi e 5 sconfitte.

Italia-Paraguay, De Rossi: nessuno come te

 Dal Romanista:

La sua immagine più bella non è quella dell’esultanza. Neanche l’abbraccio con Pepe o il testa a testa con Gattuso, subito dopo il gol. Nemmeno la scivolata che consegna all’Italia il pareggio contro il Paraguay è bella e intensa come la faccia di De Rossi al 39’: Alcaraz ha appena segnato «un po’ anche per colpa mia», l’Italia è sotto, il Mondiale inizia in salita per gli Azzurri. La tv inquadra Cannavaro e Chiellini, guardano verso le tribune. Poi l’occhio della telecamera si posa su Daniele: il suo sguardo è fisso verso il centro del campo. Di fronte o accanto a lui non c’è nessuno, ma lui urla lo  stesso: «Daje».

De Rossi: giallorosso Mondiale

 Dal Romanista:

Si riparte. Comincia oggi la rincorsa dell’Italia al quinto titolo di campione del Mondo. Daniele De Rossi, unico romanista dei 23 giocatori portati in Sudafrica da Marcello Lippi, va a caccia di quello che sarebbe uno storico bis. E forse è proprio lui tra i 9 reduci della Germania, quello che ci tiene di più a fare il bis. Perché nella notte di Berlino è brillata anche la sua stella con quel rigore da “e mo buttace i guanti” che ha folgorato Barthez. Eppure quattro anni fa a Danielino è mancato qualcosa, colpa dell’espulsione per la gomitata a McBride che lo ha fatto essere un po’ meno protagonista. Stavolta sarebbe diversa, perché il centrocampista giallorosso in questa Nazionale partita con tante incertezze è un pilastro, una sicurezza.

De Rossi: “Un onore giocare in Nazionale, il calcio italiano è un pò malato”

 Dal Romanista:

Due giorni di riposo, insieme a Gaia e nella sua Ostia. Così Daniele De Rossi ha ricaricato le batterie in vista del Mondiale sudafricano, che da oggi entra ufficialmente nel vivo. Ieri sera, da Malpensa, Daniele, insieme a tutto lo staff azzurro, si è imbarcato sul volo per Johannesburg: il morale è buono, la voglia di confermarsi campioni del mondo è tanta. Tantissima. Anche se sarà difficile. De Rossi lo ha confermato al quotidiano spagnolo Marca che, in collaborazione con l’Adidas (suo sponsor tecnico) lo ha intervistato insieme ad altri fenomeni come Messi, Gerrard e Kakà. «Siamo i campioni del Mondo e tutte le squadre giocano contro di noi mettendoci una marcia in più. Vincere questo Mondiale significherebbe migliorare quanto fatto in Germania, ma noi ci proveremo». Lui è uno dei punti di forza della Nazionale di Lippi e nonostante venga da una stagione logorante è pronto a ripartire: «Gli stimoli ci sono, come sempre quando si indossa la maglia dell’Italia. Giocare in azzurro, per me, è sempre stato affascinante.

Perrotta: “I nostri non solo tifosi, ma sono innamorati della Roma”

 Dal Messaggero:

Deluso, ma orgoglioso. Lui non perde mai, come il tifoso della Roma. E’ il bello di Simone. Perrotta. Cominciamo dalle delusioni. Preferisce partire dalla mancata convocazione per il Mondiale o dallo scudetto sfumato?
«Per me la delusione è una».
Bene. Non voleva andare in Sudafrica? «Ci mancherebbe. Sono onesto: l’esclusione non è sorprendente».
E Lippi come ha motivato la sua esclusione? «Non lo ha fatto, non l’ho proprio sentito. Perché doveva telefonarmi? Senza polemica, senza rancori, va bene così. Credo abbia scelto un buon gruppo».
Mancano Balotelli e Cassano? «Esclusioni caratteriali, mi pare di aver capito».
Passiamo allora alla sua unica delusione, lo scudetto che finisce all’Inter. «Dura, è stata dura da digerire. Dopo Roma-Samp sono stato male per due giorni. E’ stata una delusione fisica. Poi a Parma è ritornata la carica, ci abbiamo ricreduto, pensavamo che qualcosa potesse ancora succedere. Ma erano davvero poche le speranze che l’Inter lasciasse punti a Siena. Infatti…».
Il Siena ha pure provato a opporre resistenza. E certe cose non si fanno… «Mi vuole far parlare del ministro La Russa?».
Qualcosa ha già detto, ci sembra. «Quando l’ho visto saltellare in tribuna con la Coppa Italia in mano non mi ha fatto una bella impressione. Poi, le sua dichiarazioni post Siena-Inter le ho trovate fuori luogo.

Mourinho al Real Madrid complica Burdisso alla Roma

 Da Leggo

L’addio di Mourinho, un Mondiale alle porte e le limitate possibilità economiche della Roma: l’affare Burdisso si complica sempre più. Il riscatto del difensore argentino è diventato il nodo del mercato della Roma che in caso di esito negativo sarebbe costretta a trattenere Mexes e a cercare una terza alternativa per il centro della difesa. Il nodo, però, diventa sempre difficile da sciogliere se si considerano tre fattori. In primis l’addio di Mourinho (principale nemico di Burdisso) che permette all’argento di tornare la prima scelta dietro Lucio e Samuel, visti gli acciacchi e l’età avanzata di Materazzi (37 anni) e Cordoba (34).

Juan: “Scudetto? Ci siamo svegliati tardi”

 Dal Romanista:

L’avevamo lasciato a Verona con gli occhi tristi di chi aveva accarezzato un sogno ed era stato svegliato di soprassalto. Ora, invece, messa da parte l’amarezza tricolore, Juan si gode gli ultimi giorni di vacanza a Rio de Janeiro prima di partire per il ritiro della Seleçao in vista dei Mondiali sudafricani. Intervistato da Globesport.com, il centrale giallorosso è tornato a parlare del campionato appena trascorso, della splendida rincorsa della Roma e di quanto sia stato sorprendente il cammino che ha portato la squadra a sfiorare il titolo italiano: «Nessuno sperava di arrivare a lottare per lo scudetto fino all’ultima giornata e che facessimo un campionato come questo»

Chievo-Roma: De Rossi c’è, come sempre

 Da Il Messaggero

E’ un anno che si va dicendo: Daniele De Rossi, unico romanista in azzurro, non è più lui. Poi, ti fai un giro sui tabellini delle partite, sui siti che contengono i dati del campionato e scopri che Daniele, quello che non è più lui, ha segnato dieci gol in stagione, sei in campionato (Juventus, Fiorentina, Catania, Udinese, Chievo e Inter), tre in Europa League (due al Gent e uno al Kosice) e uno in Coppa Italia (al Catania). Non solo, l’ultimissima dal mondo: il Manchester City vuole De Rossi, proprio quello che non è più lui: sarebbe arrivato un fax a Trigoria con tanto di offerta, 45 milioni di euro per il centrocampista di Ostia.

Nazionale: un Totti così sarebbe servito a Lippi

 Da Il Corriere della Sera

La Roma resta attaccata all’Inter e si regala un piccolo dubbio finale che se non altro ribadisce l’importanza della sua stagione. I rischi che corre l’Inter sono minimi, ha però il peso di dover vincere. Qualunque altro risultato a Siena non basterebbe. È stata la giornata dei perdoni. A Roma Totti è stato trionfalmente accolto dal suo pubblico come un martire colpito al cuore dalla reazione nazionale al dopo Balotelli. A San Siro lo stesso Balotelli ha segnato ed è poi uscito tra gli applausi del pubblico che meno di tre settimane fa aveva offeso. Al di là della mancanza di misura su quasi tutto quello che lo riguarda, Totti stupisce ancora per il suo rendimento. Un gol, un palo e un assist a Parma otto giorni fa, 2 reti al Cagliari ieri.

Roma, 5 papabili per Lippi

 Da La Stampa:

Ora che la rincorsa è finita, la Roma può raccogliere applausi e pacche sulle spalle. Il campionato non era così in fibrillazione da anni, l’aria «frizzantina» (Vucinic dixit) della Capitale ha contagiato tutte quelle piazze d’Italia stanche del dominio interista. Gruppo, equilibrio, umiltà, la miscela esplosiva creata da Ranieri. Roma 68, Inter 67, così la classifica. Una svolta epocale e, come tale, finita sotto la lente di ingrandimento anche di chi un’impresa epocale l’ha fatta, ovvero il ct azzurro Marcello Lippi. Appunti e taccuini: nell’agenda mondiale del nostro tecnico la rimonta giallorossa è andata di pari passo con la rimonta (o la conferma) di quella parte della truppa Ranieri che con la Nazionale ha avuto, o spera di avere, un rapporto. De Rossi e Totti, Toni e Perrotta, ma anche Cassetti, cinque nomi che potrebbero far nascere l’Ital-Roma.

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