Roma-Lazio: Simplicio entra nella storia del derby

 Dal Corriere dello Sport:

Il cucchiaio di Totti. Il drib­bling di Delvecchio. Il tacco di Mancini. Il sombrero di Perrotta. E ora c’è il piat­tone di Fabio Simplicio. Palla rubata, uno sguardo veloce a Berni, il pallone toccato giusto giusto nell’angolino, e pu­re lento lento tanto per garantire anco­ra maggiore pathos al gol partita che chissà per quanto rimarrà nell’immagi­nario dei tifosi. Ci aveva provato anche nel derby di campionato, un suo tiro re­spinto con un braccio, il calcio di rigore di Borriel­lo. Stavolta si è messo in proprio prendendosi una di quelle soddisfazioni che racconterà ai suoi nipoti­ni.

Delvecchio: “Vucinic uomo derby”

 L’ex giocatore della Roma, Marco Delvecchio, è stato intervistato dal Tempo sulla stracittadina di questa sera:

Cosa significa il derby per lei? «È la partita più bella che ci sia a Roma e anche in Italia. Non c’è Milan-Inter o Juve-Torino che tenga: la stracittadina della Capitale è tutta un’altra storia. Emozioni, colori, passione. Una gara unica».
Ricordi? «Un po’ di tutto. Se devo scegliere il più bello dico la vittoria 3-1 dopo aver perso quattro volte di fila con la Lazio nella stagione precedente. In quel momento il derby per la Roma era diventato una maledizione e quella vittoria l’abbiamo cercata e ottenuta con tutti noi stessi.

Delvecchio: “I veri valori della Roma si vedranno più avanti”

 Marco Delvecchio, intervenuto a Rete Sport, ha parlato del momento che sta attraversando la Roma:

“Non penso che a livello psicologico si possa parlare di essere affranti per quanto successo l’anno scorso. Ora è iniziato un altro campionato e bisogna pensare solo a quello. Anche l’anno scorso la Roma ha iniziato male e poi si è ripresa. Penso che sia per la Roma sia per le altre squadre è tutto relativo adesso, non c’è niente di definitivo. I veri valori della squadra si vedranno più avanti. Per la Roma anche se stasera non dovesse andar bene, ci sarebbe ancora tempo e spazio”.
La classifica dei momenti più belli con la maglia della Roma?
“Mi ricordo dop aver vinto lo scudetto siamo andati in giro con Batistuta e le nostre mogli per la città, volevamo stare in mezzo alla gente e gioire con loro. Bati ora dopo tanti problemi alle caviglie, ha provato a giocare a golf e anche lì non ce la faceva, ora gioca a polo!”.

Spalletti, Zamblera e Borriello: come cambia la vita in un anno

 Dal Romanista:

Mentre i laziali aspettano ancora Santa Claus, con Gheddafi ripartito per le Libie, proprio a Ciampino sbarca qualcuno che è meglio di un regalo di Babbo Natale e più importante del Colonnello: Marco Borriello. In rima. Per la Roma. Alè, alè. Arriva da Milano come Delvecchio, è passato dal Genoa come Pruzzo, è nato nello stesso giorno di Montella (e di Paul McCartney che tifa Everton e tifava Roma quella sera) nell’anniversario di San Simplicio (esiste, è protettore di Olbia) esattamente nel giorno in cui l’anno scorso se ne andò con gli occhialoni scuri scuri Luciano Spalletti. Come passa il tempo. Quanti anni in un anno soltanto. Da Zamblera all’attaccante della Nazionale che ha voluto lasciare il Milan dopo aver rifiutato la Juventus per questa maglia, se poi ci aggiungete che un paio d’anni fa da solo “doppiò” la Lazio all’Olimpico… Cos’è questo? Onanismo da incalliti.

Via Allegri – Trigoria, i tifosi con la Roma. Al Bernardini anche Delvecchio e Peruzzi

 La Roma a Parma in pullman: partenza alle 16.30, dopo un saluto ai tifosi presenti sul piazzale del Fulvio Bernardini. Un saluto che sa di preludio alla marea di colori giallorossi – 6 mila i presenti nella località emiliana – che prenderanno d’assalto la città nel giorno della festa dei lavoratori. La seduta di allenamento mattutina ha già dato, in tal senso, la dimostrazione di vicinanza del pubblico giallorosso: se una bella fetta della tifoseria ha deciso di preesenziare alla manifestazione di via Allegri, diverse decine di tifosi (alla fine, s’è sfiorata la centinaia) si sono presentati a Trigoria per incitare l’ultima sgambettata di Francesco Totti e compagni.  Sole da primavera in stato avanzato, cielo sereno e limpido, clima piacevole: non troppo caldo. Fresco. Claudio Ranieri trova la prima gioia nel fatto che i suoi uomini sono tutti a disposizione: sull’erba del campo d’allenamento, si comincia con il consueto riscaldamento e con lavoro atletico.

Delvecchio: “Scudetto? Roma favorita”

 Da Il Corriere della Sera:

La Roma è lassù. Sempre all’inseguimento, sempre in agguato aspettando un passo falso della capolista Inter per tentare il sorpasso. Col derby quasi alle porte, Marco Delvecchio è l’interlocutore adatto a presentare il momento clou della stagione giallorossa. L’attaccante campione d’Italia 2000-01, specialista nelle stracittadine con i suoi nove gol segnati ai biancocelesti, prova ad immaginare lo sprint finale. Delvecchio, chi vincerà il campionato? «Vedo favorita la Roma: ha un calendario migliore rispetto alle milanesi e vola sulle ali dell’entusiasmo per coronare una rincorsa straordinaria.
Certo è difficile vincere sempre da qui a metà maggio, ma se da Fiorentina-Inter uscirà un risultato favorevole, i miei ex compagni avranno la strada spianata, a cominciare dal match con l’Atalanta».

Si fa presto a dire tridente

 Da Il Messaggero:

Si fa presto a dire: Roma con il tridente. Cioè, Roma con Totti, Toni e Vucinic. Si fa presto a dire pure: e che ce vo’? In realtà, per sistemarli a dovere l’uno al fianco dell’altro non ci vuole molto, ma neppure poco. Tutto sta a studiare, valutare, capire come sfruttare al meglio e tutte assieme le qualità del capitano, di Luca e di Supermirko.
Claudio Ranieri ci sta pensando da quasi una settimana, praticamente da quando, archiviata la vittoria contro l’Inter, ha cominciato a lavorare in funzione della partita di domani a Bari. E il gioco dell’allenatore impazza in tutta la città, con tifosi e addetti ai lavori impegnati a dire la propria convinti di essere dalla parte della ragione. Domani, al San Nicola, la soluzione del quiz.

Nel ’99 il Milan vinse lo scudetto in rimonta

 Da Il Messaggero:

Per ritrovare una squadra terza in classifica a nove giornate dalla fine che poi diventa campione d’Italia bisogna risalire alla stagione 1998-99, quando lo scudetto fu vinto dal Milan. Allora, i rossoneri recuperarono terreno sulla Lazio (che comandò la classifica fino alla penultima giornata) e sulla Fiorentina, che alla ventiseiesima giornata (il campionato allora era articolato su 34 gare) precedevano il Milan in classifica.

Vucinic alla Delvecchio: con Zeman, gol a grappoli per entrambi

Il Messaggero riprende una riflessione di Claudio Ranieri a proposito di Mirko Vucinic: il tecnico della Roma ha elogiato, in conferenza stampa, il lavoro del montenegrino per la capacità di fare gol o di farlo fare. Facesse per tutta la stagione come Marco Delvecchio, ha quasi suggerito il testaccino a Vucinic. Ecco che cosa significa, per il quotidiano in edicola stamane, che Vucinic faccia il Delvecchio (ed ecco quanto hanno segnato con Zdenek Zeman):

Il cammino di Menez: da Marco Delvecchio al bastone di Ranieri

 “Voglio entrare nei vostri cuori”. Si era presentato così Jeremy Menez il 29 agosto 2008, giorno della conferenza stampa di presentazione a Trigoria. Il francesino si era appena trasferito nella Capitale da Monaco con sogni e aspettative per il suo futuro, tutto colorato di giallorosso. “Mi piacerebbe emulare un campione come Marco Delvecchio che ha giocato tanti anni in questo club” aveva dichiarato. Per cominciare prese il suo numero di maglia, il 24, poi prontamente cambiato in questa stagione (ora sfoggia il 93), perché Delvecchio, con quella maglia, segnò 62 reti in 231 partite, ma soprattutto fece vedere “le orecchie” per 9 volte ai tifosi biancocelesti nei derby. Menez nella stracittadina non ha mai esultato, anche se ci è andato vicino la stagione scorsa quando si fece parare un tiro a tu per tu con Carrizo. E soprattutto in campionato ha siglato 5 reti in 40 incontri, troppo pochi per i circa 10,5 milioni di euro usciti dalle casse giallorosse per assicurarsi le sue prestazioni. Prestazioni che si sono dimostrate alterne: dalle perle contro Chievo (lo scorso anno) e Milan – tanto da essere soprannominato Fenomenez – è passato alla gara molle e irritante contro Cagliari, in campionato, e Catania, in Coppa Italia, sua ultima apparizione in maglia giallorossa. Il commento di Claudio Ranieri sul fantasista transalpino, nato il 7 maggio 1987 a Longjumeau, in quell’occasione fu: “Si era intestardito nei dribbling, si era intestardito nel cercare la giocata invece serviva serenità”. Serenità che è mancata in quasi tutta la stagione; durante i 636 minuti disputati, vale a dire 11 partite totali sulle 21 a disposizione, Menez ha lasciato il segno in una sola gara, quella di San Siro contro i rossoneri.

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