Vucinic alla Delvecchio: con Zeman, gol a grappoli per entrambi

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Il Messaggero riprende una riflessione di Claudio Ranieri a proposito di Mirko Vucinic: il tecnico della Roma ha elogiato, in conferenza stampa, il lavoro del montenegrino per la capacità di fare gol o di farlo fare. Facesse per tutta la stagione come Marco Delvecchio, ha quasi suggerito il testaccino a Vucinic. Ecco che cosa significa, per il quotidiano in edicola stamane, che Vucinic faccia il Delvecchio (ed ecco quanto hanno segnato con Zdenek Zeman):


Chiamatelo Super Mirko. Perchè Claudio Ranieri è stato chiaro. «Se Vucinic riuscirà a calarsi sempre di più nei panni di esterno sinistro alla Delvecchio, la cosa non mi dispiacerebbe. Mirko se non fa gol fa assist. E’ un giocatore preziosissimo», il virgolettato del tecnico. Da Super Marco a Super Mirko il passo non è breve, ma neppure impossibile. Tutto sta a capirsi, tatticamente e non solo. Lavori in corso, sulla corsia di sinistra. Vucinic, come Delvecchio, non è un attaccante che sfonda le porte avversarie, per dirne una. Ma nessuno dimentica che entrambi con Zdenek Zeman in panchina hanno segnato 18 (Marco) e 19 (Mirko) reti a testa nella massima serie. Insomma, i gol li sanno fare se messi nelle condizioni ideali per farli. Solo che Delvecchio, lo dice la storia, ha dato il meglio di sè con la maglia della Roma quando è stato reinventato attaccante esterno, uomo tattico, da Fabio Capello. Era una Roma che giocava con Totti e Batistuta in attacco, più Delvecchio largo a sinistra con il doppio compito di attaccare e difendere. Un tridente poco ortodosso, assai diverso da quello zemaniano ma altrettanto letale. E grazie anche al lavoro di Delvecchio sulla fascia la Roma riuscì a conquistare lo scudetto del 2001. Vucinic, è noto, si trova più a suo agio quando può partire dall’esterno, fascia sinistra, tagliare il campo e andare alla conclusione o all’assist con il destro. Negli ultimi tempi, pungolato dalle urla di Ranieri, si è dedicato con maggior attenzione alla fase difensiva, correndo all’indietro e rincorrendo l’avversario dando così sostanza al centrocampo e alla fase difensiva tutta. Se Vucinic continuerà a lavorare, atleticamente e tatticamente, in una certa maniera, se si calerà nei nuovi panni con la convinzione di poter diventare ancora più determinante, la scommessa Ranieri potrebbe anche vincerla. E il tutto permetterebbe all’allenatore testaccino di ipotizzare, con ampi margini di realizzazione, l’impiego contemporaneo di due punte più Vucinic/Delvecchio. «Mirko mi darebbe una chance in più nel dispositivo tattico», le parole di Ranieri. Traduzione: Totti e Toni più Super Mirko. Con un 4-4-2 di base (Vucinic quarto a sinistra, a centrocampo) che diventa 4-3-3 in fase di possesso palla. Nulla di inedito, per carità: un tridente variabile, mascherato, finto e vero al tempo stesso. Possibile? Possibile, a patto che il potenziale nuovo Delvecchio abbia la testa giusta per accettare l’offerta tattica di Ranieri. Nell’attesa di verificare la novità, il montenegrino stasera dovrebbe cominciare da attaccante di sinistra nel 4-2-3-1 che Ranieri ha in animo di proporre contro la Fiorentina. Giovedì sera, partendo da quella posizione, Vucinic contro l’Udinese ha segnato un gol e ha rimediato la punizione per il gol di Mexes, dimostrando di aver smaltito alla grande il problema fisico che gli aveva impedito di affrontare il Siena. In campionato, nel nuovo anno non ha ancora segnato: riuscirci a Firenze, dove il 5 maggio del 1996 Delvecchio segnò una doppietta, avrebbe un sapore particolare…


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