Perrotta: “La Roma può giocarsela in ogni competizione”

 Da Il Corriere dello Sport:

Tre mesi fa eravamo un gruppo da buttare. Ora andiamoci piano, ma, se la fortuna ci assiste, possiamo giocarcela in tutte le competizioni“. Simone Perrotta è lo specchio della Roma bella, vincente e sorridente degli ultimi mesi. Un giocatore trasformato rispetto a inizio stagione. Ora con il suo dinamismo è tornato a fare la differenza. Intervenendo a Teleradiostereo, Supersimo ha spiegato il segreto  del suo ritorno ad altissimi livelli: «Avevo problemi che non sapevo di avere. Mi ero fatto male durante il ritiro a Riscone, poi sono andato a curarmi da una persona a me cara in Calabria ed ho risolto fortunatamente tutti i miei problemi. Molto dipendeva dalla concomitanza di un bitedentale e da un certo tipo di plantare che indossavo. Questo comportava uno schiacciamento toracico che mi mozzava il fiato. Ora però è tutto risolto».

Ranieri-Roma, insieme la rinascita

 Da Il Corriere delle Sera:

Claudio Ranieri (classe 1951) e il suo staff – Christian Damiano, allenatore in seconda, 1950; Giorgio Pellizzaro, preparatore dei portieri, 1947; Riccardo Capanna, preparatore atletico, 1946 e il «pupo» Paolo Benetti, collaboratore tecnico, 1965 – il 2 settembre si presentarono a Trigoria per la loro prima conferenza stampa e a un uditore sfuggì la battutaccia: «È arrivata Villa Arzilla». Non è solo il calcio, ma la società tutta, ad aver perso il rispetto dell’età e dell’esperienza, in cambio della cultura del culturismo. Lo iato tra la nuova gestione di Ranieri e quella vecchia di Spalletti non poteva essere più visibile.
Ranieri pare il vecchio Clint Eastwood, quello ancora tosto ma rugoso di «Gran Torino». Spalletti era tutto un guizzar di muscoli, un Vin Diesel accompagnato da un fido pard, anche lui formato armadio: Daniele Baldini. Ma la Roma dei metri e dei muscoli, dopo tre anni fantastici e uno pieno di problemi, è saltata per aria dopo due giornate di campionato: 2-3 contro il Genoa e 1-3 contro la Juve. Le dimissioni di Spalletti arrivarono con tre mesi di ritardo, non solo per colpa sua.

L’arbitro di Juventus-Roma è una questione di R

 Da Il Romanista:

Proviamo a giocare e cerchiamo di indovinare quale arbitro verrà designato da Collina per Juventus-Roma. Leggendo le designazioni effettuate tra le partite di domenica scorsa e quelle di ieri (recuperi e Coppa Italia), tutto lascia supporre che i papabili per Juve-Roma siano due: il fiorentino Rocchi e il bolognese Rizzoli. Accanto a loro potremmo mettere una terza, possibile, designazione: quella dell’ascolano Morganti, che però da un anno e mezzo sta deludendo. Ma i favoriti restano gli altri due: primo perché sono stati tenuti a riposo sia ieri che domenica scorsa (quando Morganti ha diretto Samp-Catania); secondo perché già in passato Collina ha dimostrato di fidarsi molto di entrambi. L’impressione, dunque, è che ad uno di loro andrà Juve-Roma e all’altro il derby di Milano, sempre che quest’ultimo non venga affidato a Rosetti, che essendo di Torino è precluso per la Juve.

Le statistiche di Juventus-Roma: i giallorossi cercano l’ottavo successo a Torino

 Sabato 23 gennaio, alle ore 20,45, lo Stadio Olimpico di Torino sarà il teatro della gara tra la Juventus di Ferrara e la Roma di Ranieri, secondo incontro del girone di ritorno di serie A. La formazione romana non raggiunge la vittoria sul terreno piemontese da nove anni: era il 30 settembre 2001 e Assuncao e Batistuta regalarono ai Campioni d’Italia di Capello la prima soddisfazione della stagione. In totale le gare disputate tra i giallorossi ed i banconeri a Torino sono 76 e la Roma è riuscita ad espugnare lo stadio (Olimpico o il Comunale “Delle Alpi”) solo in 7 occasioni mentre si è vista battere 49 volte; 20 sono le partite finite in parità. Anche il numero dei gol segnati è nettamente a favore della Juventus: 147 contro i 54 dei giallorossi. Si iniziò nella stagione 1929/30, anno in cui ha avuto inizio il campionato a girone unico, con la prima sfida ufficiale tra la Juventus di Cesarini (famoso per i suoi gol allo scadere, poi chiamata “zona Cesarini”) e la Roma di Bernardini e Burgess (allenatore giallorosso dal 24 novembre 1929). La gara di ritorno, giocata a Torino il 1 giugno 1930, vide la Roma passare in vantaggio al 2′ con Fasanelli, ma successivamente raggiunta da Zanni e superata allo scadere da Cesarini.

Pizarro, Roma poi Cile: il Pek tra calcio e sociale

David Pizarro, il Pek. Classe 1979, nato a Valparaiso, si racconta sulle pagine de Il Messaggero confidando che – dopo i prossimi tre anni alla Roma – l’intenzione è di chiudere la carriera in Cile, prima di dedicarsi anima e corpo alla famiglia. Il metronomo giallorosso, pupillo di Luciano Spalletti verso cui la stima è prontamente ricambiata, riesce a spaziare a 360 gradi e affronta piùà di un tema interessante: la cura Claudio Ranieri, i problemi socio-sportivi della droga e del razzismo, gli obiettivi perseguiti, quell’istante di Cagliari nel quale gli è scoppiato un petardo lì lì a due passi, il rapporto con i tifosi e quello con i compagni.
IL FUTURO.Dopo quattro stagioni già disputate con la maglia della Roma (105 presenze per sette reti ndr) e le tre messe in cantiere, ci saranno un paio di campionati nel mio paese prima di smettere. Voglio passare un po’ di tempo con me stesso e la mia famiglia, stare a casa per i compleanni, per le feste, come una persona normale. Una volta riposato, mi dedicherò al sociale. Voglio occuparmi dei giovani del mio quartiere a Valparaiso, Playa lancha. Giovani che hanno problemi seri con la droga, con la cocaina. Ce ne sono alcuni, di tredici anni, che vivono con lo sguardo perso nel vuoto, li chiamiamo gli allucinados. Non sanno che fare, dove andare. Si possono aiutare attraverso lo sport, per tirarli fuori da questa situazione bruttissima“.
PETARDO A CAGLIARI.Mai pensato di uscire. Se l’avessi fatto, non me lo sarei mai perdonato. Pensavo solo a rientrare, nulla di più. Anche se poi ho accusato, ho giocato con un continuo fischio nell’orecchio. Se dopo la mia sostituzione la Roma ha subito la rimonta, è solo un caso anche perchè il primo gol sardo era da annullare“.

Che Roma sarebbe senza Pizarro

 Da Il Corriere dello Sport:

David Pizarro, l’insostituibile. Il cileno è arrivato alla Roma fortemen­te voluto da Luciano Spalletti, che lo aveva avuto a Udine. Andato via il tec­nico che lo ha valorizzato in serie A, Pi­zarro è rimasto una pedina insostituibi­le anche per Ranieri. E’ il giocatore uti­lizzato di più con Riise, il norvegese lo supera per una manciata di minuti. Il cileno in campionato ha saltato solo tre partite, Riise una sola, ma per due vol­te è partito dalla panchina.

Roma-staff medico, ora tornano i conti

 Da La Gazzetta dello Sport:

Il segreto sta tutto nella riatletizzazione. Come evitare che schiere di calciatori reduci da infortuni tornino in campo e alla prima occasione si rifacciano male, oltretutto nello stesso punto (con Spalletti avveniva regolarmente)? Basta riatletizzarli. È un termine solo apparentemente complicato: nella sostanza, la riatletizzazione è un prologo del ritorno in campo, coincide con l’ultima fase della riabilitazione, dopo la fisioterapia e prima del ripristino vero e proprio dell’attività agonistica.

Lo staff medico della Roma, affidato da quest’anno al cardiologo Antonio Spataro, ha deciso finalmente di introdurre la riatletizzazione nei percorsi riabilitativi dei calciatori. Così, si allungano un po’ i tempi, ma almeno guariscono definitivamente, senza ricadute. A cuor leggero «Meglio aspettare un’altra gara e poi giocarne dieci di fila», alla base ora c’è questo ragionamento. Ecco perché Ranieri aspetta a rimettere in campo Totti e Mexes: sono guariti, ma si stanno ancora riatletizzando. Il tendine del ginocchio destro di Francesco non è più infiammato, ma deve ritrovare la condizione migliore.

Spalletti: “La Roma, Totti, il mercato e la Juve: vi dico tutto”

 Luciano Spalletti a 360°. Dalla Roma allo Zenit, da Totti a Capello, il tecnico si racconta in un’intervista a Sky Sport:

Perché proprio la Russia e proprio lo Zenit?
“Mi è successo che ho avuto questo piccolo problema con la Roma, mi sono trovato fuori dai giochi per un periodo, è stata la società che mi ha cercato con più forza. Nel conoscerli mi sono trovato davanti una società seria, una società di ragazzi giovani, un po’ come quando sono arrivato alla Roma, molto volenterosi, ragazzi di facile sintesi, pronti ad organizzare. Poi mi sembra anche una società importante a livello europeo”.
Allo Zenit le hanno già parlato di Champions League?
“Sì, è chiaro che questa società negli ultimi anni ha avuto qualche problemino a livello di risultati, però in passato è stata sicuramente una società presente. Mi è stato chiesto di riportarla a una visibilità europea importante, che faccia parte di quel cerchio di squadre che sono abituate a stare in Europa”.
Prenderà Iaquinta? Perché già in passato era stato molto vicino allo Zenit…
“Io penso che, nonostante sia una società ricca, non ci siano poi le possibilità per andare a prendere giocatori che escono da determinate cifre. Giocatori che giocano nella Juventus, nel Milan e nell’Inter, se non c’è la compartecipazione della società che gestisce questi calciatori, diventa difficile portarseli a casa e pagare stipendi altissimi”.

Perrotta: “Sono tornato ai miei livelli”

 Simone Perrotta è stato intervistato da Il Corriere dello Sport:

Spesso si fa riferimento allo spogliatoio, al clima che c’è nel gruppo. Può essere questo il vero valore aggiunto della Roma?

Di sicuro in questi anni è stato così, soprattutto nei momenti difficili. Abbiamo dimostrato sempre di avere voglia di restare uniti, nonostante le critiche. Questa compattezza ci ha dato la forza di reagire. All’inizio della stagione ci davano tutti per finiti, ora invece siamo quarti, in corsa per entrare nei posti che contano. Chiunque arrivi a Trigoria si rende conto di avere a che fare con un buon gruppo. Non ci sono prime donne, sono tutti ragazzi semplici”.

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