Da Il Tempo:
Sarà il derby della vita: per tutti. Per la Roma che da ora in poi non può più sbagliare nulla se vuole tornare in vetta alla classifica. E per la Lazio che adesso è arbitro vero della volata-scudetto. Una corsa che vede i rivali di sempre, gli scomodi, numerosi e «caciaroni» cugini, a un passo dal sogno che se diventasse realtà trasformerebbe, per la quarta volta nella storia, di nuovo la capitale in una bomboniera giallorossa. E ieri sera per un po’ ci hanno creduto Totti & Co., hanno sperato, perché giocare il derby con qualche metro d’ossigeno in più non avrebbe fatto per nulla male alla Roma. Ma la Juve (per altro rimasta in dieci dopo 37’) non ha retto oltre settantacinque minuti contro un’Inter che s’è ripresa, seppur momentaneamente, la vetta della classifica. Città muta ieri sera, strade deserte mentre a San Siro si giocava il derby d’Italia. Aspettando il suo turno Roma s’è divisa anche nel tifo: ovviamente. I romanisti, per una volta, tutti a tifare Juventus, sperando che a Del Piero & Co. riuscisse il miracolo di rallentare la rincorsa della corazzata nerazzurra.
Da Il Tempo:
Dalla Gazzetta dello Sport:
Lazio-Roma, stadio Olimpico ore 18.30. Si gioca domenica 18 aprile. Claudio Ranieri vuole il tridente ma uno tra Totti, Toni, Vucinic e Menez è di troppo. A rischiare la panchina, stavolta, c’è anche il Capitano che, tra i quattro, è forse quello fisicamente meno pronto. Daniele De Rossi, oggi, ha fatto differenziato. Lavoro di scarico per smaltire la fatica. Nulla di preoccupante. Il ballottaggio tra Simone Perrotta e Rodrigo Taddei dovrebbe risolversi in favore dell’italiano. Juan torna al fianco di Nicolas Burdisso, Mexes nuovamente in panchina. Per rendicontare i fatti. Ma come accade nelle situazioni più delicate, spesso saltano tutti gli schemi. E stavolta, del dovere cronacistico, non riesco a non farne a meno.
Bastano pochi numeri per rendere di per sè significativa ed emblematica la storia di una stagione – quella del 2009/10 – da dimenticare. L’annata della S.S. Lazio è ben lontana dall’espressione di quel che lo stesso simbolo del club sta a significare. Un’Aquila e due colori: il bianco e l’azzurro. L’effige del rapace richiama il simbolo glorioso del Grande Impero Romano, le tinte sociali vennero scelte in onore della Grecia, patria dello sport e dei Giochi olimpici (1896, anno della prima Olimpiade dei tempi moderni). Invece, oltre all’esclusione repentina dall’Europa League che è durata il tempo di un passaggio dall’autunno all’inverno, il campionato in corso ha sfornato solo amarezze. Quintultima in classifica con 37 punti, la retrocessione sta sotto di 6. 8 vittorie a fronte di 12 sconfitte e 13 pareggi.
Da Il Corriere dello Sport: