Inter-Juventus 2-0, Totti & Co obbligati alla vittoria

 Da Il Tempo:

Sarà il derby della vita: per tutti. Per la Roma che da ora in poi non può più sbagliare nulla se vuole tornare in vetta alla classifica. E per la Lazio che adesso è arbitro vero della volata-scudetto. Una corsa che vede i rivali di sempre, gli scomodi, numerosi e «caciaroni» cugini, a un passo dal sogno che se diventasse realtà trasformerebbe, per la quarta volta nella storia, di nuovo la capitale in una bomboniera giallorossa. E ieri sera per un po’ ci hanno creduto Totti & Co., hanno sperato, perché giocare il derby con qualche metro d’ossigeno in più non avrebbe fatto per nulla male alla Roma. Ma la Juve (per altro rimasta in dieci dopo 37’) non ha retto oltre settantacinque minuti contro un’Inter che s’è ripresa, seppur momentaneamente, la vetta della classifica. Città muta ieri sera, strade deserte mentre a San Siro si giocava il derby d’Italia. Aspettando il suo turno Roma s’è divisa anche nel tifo: ovviamente. I romanisti, per una volta, tutti a tifare Juventus, sperando che a Del Piero & Co. riuscisse il miracolo di rallentare la rincorsa della corazzata nerazzurra.

Lazio-Roma, da Totti a Zarate: quando l’esultanza diventa ironia

 Da Il Tempo:

Sfottò, messaggi ironici, magliette canzonatorie. È il sale di ogni derby. Un modo per stemperare l’attesa dell’evento, ma soprattutto per renderlo unico e indimenticabile in caso di successo. «Sogno scudetto? Ritenta, sarai più fortunato!». «Ossessione derby? Non disperate, arriva il Frosinone». Maglie già pronte? Impossibile saperlo: nessuno vuole svelare le proprie intenzioni sarcastiche. La posta in palio è troppo alta per ostentare sicurezze controproducenti. La scaramanzia è d’obbligo: se nel corso dei novanta minuti qualcosa andasse storto, il boomerang della derisione tornerebbe indietro a velocità raddoppiata. Meglio non rischiare, dunque. Bocce cucite e preparativi nascosti. Eppur qualcosa si muove: se le tifoserie stanno preparando le cose in grande (ieri a Trigoria girava una maglia con Ranieri in versione gladiatore: «Al mio segnale scatenate l’inferno»), i giocatori non vogliono esser da meno. Del resto, entrambe le squadre hanno già dimostrato indubbie qualità ironiche.

Storia recente del derby sgambetto

 Dalla Gazzetta dello Sport:

L’ultimo esempio di derby-sgambetto è quello vinto 3-2 dalla Lazio il 19 marzo 2008, con un gol di Behrami al 92’. La Roma era passata con Taddei, poi l’uno-due laziale con Pandev e Rocchi, il pari di Perrotta e, nel recupero, il 3-2 dello svizzero. I giallorossi, in piena rimonta sull’Inter, furono stoppati sul più bello. La sconfitta si rivelò determinante per i giallorossi: si giocarono lo scudetto, quella sera. La maglia di Totti Nel 1999, parti rovesciate. La Lazio di Eriksson era in testa alla classifica, 6 punti sopra la Fiorentina. La Roma di Zeman era quinta. I giallorossi si riscaldarono sotto la curva Sud. La Roma chiuse il primo tempo in vantaggio 2-0, doppietta di Delvecchio. Nella ripresa, la Lazio segnò con Vieri, ma nel recupero arrivò il 3-1 di Totti, che festeggiò il gol esibendo la maglia con la scritta « vi ho purgato ancora » . La sconfitta fu devastante per la Lazio, scavalcata alla penultima giornata dal Milan.

Roma mia, tutto l’amore infinito che ho

 Lazio-Roma, stadio Olimpico ore 18.30. Si gioca domenica 18 aprile. Claudio Ranieri vuole il tridente ma uno tra Totti, Toni, Vucinic e Menez è di troppo. A rischiare la panchina, stavolta, c’è anche il Capitano che, tra i quattro, è forse quello fisicamente meno pronto. Daniele De Rossi, oggi, ha fatto differenziato. Lavoro di scarico per smaltire la fatica. Nulla di preoccupante. Il ballottaggio tra Simone Perrotta e Rodrigo Taddei dovrebbe risolversi in favore dell’italiano. Juan torna al fianco di Nicolas Burdisso, Mexes nuovamente in panchina. Per rendicontare i fatti. Ma come accade nelle situazioni più delicate, spesso saltano tutti gli schemi. E stavolta, del dovere cronacistico, non riesco a non farne a meno.

Roma mia,

comicio a incespicare. Tra i miracoli e le sensazioni. Là fuori, dentro di me. In mezzo a questo giallo intenso che guadagna un centimetro alla volta, in mezzo al rosso fuoco che porta vampate su vampate. Nel cervello è baldoria, in fondo al cuore sono brividi. Di già. Lazio-Roma si è messa a bussare coi pugni chiusi. I poeti, stasera, saranno anche capaci di immortalare un attimo e renderlo eterno. Venditti me l’immagino chiuso in una stanza insonorizzata a far corrispondere nota e parola. Nota e parola.
Verrà fuori un capolavoro e fra due mesi, in curva Sud, ci faranno il karaoke. Ma io non scrivo, non sono poeta.

Lazio, tempi moderni: storia dell’Aquila che s’è scoperta un pollo

 Bastano pochi numeri per rendere di per sè significativa ed emblematica la storia di una stagione – quella del 2009/10 – da dimenticare. L’annata della  S.S. Lazio è ben lontana dall’espressione di quel che lo stesso simbolo del club sta a significare. Un’Aquila e due colori: il bianco e l’azzurro. L’effige del rapace richiama il simbolo glorioso del Grande Impero Romano, le tinte sociali vennero scelte in onore della Grecia, patria dello sport e dei Giochi olimpici (1896, anno della prima Olimpiade dei tempi moderni). Invece, oltre all’esclusione repentina dall’Europa League che è durata il tempo di un passaggio dall’autunno all’inverno, il campionato in corso ha sfornato solo amarezze. Quintultima in classifica con 37 punti, la retrocessione sta sotto di 6. 8 vittorie a fronte di 12 sconfitte e 13 pareggi.

Lazio-Roma, Piovani come Proietti: “Dico Pizarro”

 Da Il Corriere dello Sport:

Nicola Piovani, romano del quartiere Trionfale, il 26 maggio compirà 64 anni. E’ pianista, compositore, direttore d’orchestra, allievo del musicista greco Manos Hadjidakis. E’ anche autore di teatro musicale e di musica da concerto. E’ stato, come lui dice, “istigato” al tifo per la Roma da Vincenzo Cerami, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore e suo amico.
Quest’anno ha imparato ad amare Ranieri che lo ha conquistato partita dopo partita, si è convinto che la città ed i tifosi sono di nuovo maturi per affrontare situazioni di vertice, ha sempre consigliato l’ironia ed il disincanto anche davanti agli ostacoli più difficili.
A chi, alla vigilia della sfida con l’Inter, gli aveva chiesto quale sarebbe stata la colonna sonora adatta per accompagnare la squadra, aveva risposto convinto: «La marcetta allegra del Marchese del Grillo».
Noi lo abbiamo sentito sul derby. Sui suoi valori, su quello che potrebbe significare. E il maestro Piovani ha risposto con spirito leggero, ma non per questo ha evitato di entrare a fondo sul tema.
Come e quando nasce il suo tifo per la squa­dra della Roma?

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