La Roma è di Julio Sergio

 Francesco Totti lo ha premiato nella trasmissione Le Iene, Claudio Ranieri lo ha dichiarato alla conferenza della vigilia della semifinale di coppa Italia contro l’Udinese: il merito della vittoria nel derby è di Julio Sergio. Ecco l’articolo del Corriere dello Sport sul portiere brasiliano:

Dicono che i portieri siano uomini soli. Quando non giocano, non se li fila nessuno. Quando giocano, sono impallinati dagli avversari e restano lontani dalle emozioni costruite dai compagni Julio Sergio ora sente che non è vero. Ranieri gli ha assegnato il merito del derby: “La svolta del derby è stato il rigore parato da Bertagnoli”, come lo chiama lui. Totti davanti alle telecamere delle Iene ieri, non ha avuto dubbi nel voto da inviare alla sua sentinella: “Dieci”. Lobont, la riserva della riserva, è entrato in campo a fine partita per difenderlo dalla rissa con i giocatori della Lazio.

Bertagnoli e Floccari: Sergio a confronto

Da Il Romanista:

È stato un giorno lungo di nuvole e sole. Come se notte e giorno si guardassero allo specchio. È iniziata con la luce è finita di notte (e forse non è ancora finita). Lo vedevi dall’inizio che non c’era un’aria normale. Vabbè c’era il derby ed è sempre diverso quel giorno, però questo Lazio-Roma era già diverso da tutti gli altri derby diversi. Lazio-Roma 1-2, 18 aprile 2010, per qualcuno è stato il derby più importante di sempre, di tutti quelli giocati, di quelli attesi o immaginati. E lo vedevi dall’aria. Le prime impressioni sono quelle che contano e quel rosso, dal calzettone al colletto, acceso, vivo, forte, a tinta unita dei giocatori nel riscaldamento spiccava in maniera diversa in tutto quel bianco slavato, candegginato, dei laziali. L’impressione immediata nel riscaldamento è che noi eravamo veramente la Roma. Il presidente (e la Sensi era a sorpresa presente), l’allenatore, il capitano e il vicecapitano.

Julio Sergio: due derby, due “rigori” parati

 Da Il Corriere delle Sera:

Dopo aver parato un rigore «in movimento» all’andata (tiro di Mauri a porta spalancata, respinto con un prodigioso balzo alzandosi da terra), Julio Sergio si è ripetuto nella gara di ritorno respingendo un rigore «vero» a Floccari. Due miracoli. Due modi di entrare nella piccola grande storia del calcio giallorosso. Nella partita del 6 dicembre 2009 l’intervento del portiere brasiliano arrivò sullo 0-0 e 18minuti dopo Cassetti segnò il decisivo 1-0. Nella gara di domenica sera è diventato l’uomo della provvidenza al 2’ della ripresa: 6minuti dopo è arrivato il pareggio di Vucinic, 16 la punizione del montenegrino che ha riportato la Roma in vetta alla classifica.

Roma – Julio Sergio: Floccari, ridi che Bertagnoli ti fa la foto…

 Chissà se Julio Sergio dimenticherà mai il 18 aprile 2010. Potesse succedere, certo, una città intera – a questo punto, la sua Roma – sarebbe pronta a ricordare frammento per frammento di quello che è accaduto nel corso di Lazio-Roma. Il colpo in canna di un portiere non può essere il gol. Lo esclude a priori il ruolo, sebbene vi sia più di un caso – nella storia del pallone – che vada a far mostra del contrario. La zampata di un estremo difensore non può essere la rete fatta, previa snaturalizzazione di un ruolo che ha specifiche definite. Un portiere qualunque sta lì per parare. Un estremo difensore speciale ha requisiti che vanno oltre il semplice adempimento del compitino: gli tocca dare man forte alla retroguardia, garantire sicurezza alla difesa, svolgere l’ordinario e saper far fronte allo straordinario. A riuscirci sono in pochi, più che comprensibile. Ma tra quella manciata di numeri 1 che si contano sulle dita di una mano (a pescare in tutta Europa) per la capacità di essere decisivi tanto quanto un attaccante, Julio Sergio è l’indice, il medio, l’anulare. Scegliete  il dito, ma il brasiliano – in quella mano – ci sta eccome. Glielo provasse a dire oggi – Luciano Spalletti – che il brasiliano è il miglior terzo portiere al mondo. Dopo una stagione da protagonista e dopo il derby di un giorno fa. Mirko Vucinic, ovviamente. Ma non solo.

Antonioli: “Roma, lo scudetto è lì. Julio Sergio è un grande”

 Francesco Antonioli, portiere giallorosso nell’anno dello scudetto del 2001, si rivede nelle prestazioni e nella carriera recente dell’attuale estremo difensore. Julio Sergio. L’ex giallorosso – e attualmente portiere del Cesena, con cui sta gustando il sogno della promozione in serie A – ha parlato a calciomercato.it per rivivere l’anno dell’ultimo tricolore capitolino e individuare qualche analogia nel percorso tenuto dalle due formazioni. Quella di allora – con Fabio Capello in panchina – e quella di adesso – condotta in maniera impeccabile da Claudio Ranieri.
La Roma sta disputando un grande campionato e vincendo il derby ha quasi ipotecato lo scudetto. I tre punti di ieri sono fondamentali, ancora di più se pensiamo a come si era messa la partita”.
Il rimando alla prestazione di Julio Sergio pare scontato e inevitabile:

Ranieri, la vittoria del coraggio

 Da Il Tempo:

L’ha vinto lui nell’intervallo con la scelta più coraggiosa, difficile, rischiosa. Fuori il capitano, fuori il capitan futuro. Tutti e due insieme, non era mai successo. Proprio loro, romani e romanisti, e quindi spesso deleteri in un derby come insegna una vecchia regola. Totti e De Rossi, due campioni del mondo, sostituiti alla fine di un primo tempo di sofferenza e tensione, dentro Taddei e Menez, nati ben lontano dalla Capitale: l’Olimpico romanista resta a bocca aperta. Ma ha fiducia. «Vuoi vedere che pure stavolta avrà ragione Ranieri?», si pensa ad alta voce. Si vede subito che è un’altra Roma. Totti e De Rossi arrivano subito in panchina, la doccia può aspettare.

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