Dal sito della Signora in Giallorosso:
Dagli inviati,
Chiapperi – Di SegniValdaora, provincia di Bolzano. Il cielo è coperto di nuvole, soffia il vento, fa freddo. A Zdenek Zeman poco importa: “Mettiamoci di fuori, così posso fumare“. Facciamo parte di un gruppetto di cronisti che ha percorso i 16 chilometri che separano il ritiro della Roma di Riscone di Brunico dal quartier generale del boemo. Il Profeta è tornato a lavorare in patria: il presidente Casillo, a distanza di 16 anni, ha rimesso il Foggia nelle sue mani. “Siamo solo un pò più vecchi“. Niente è cambiato, vuole dire Zeman. Il 4-3-3 manco a dirlo, perchè “lo dice la geometria, che è il modulo migliore”. Anche i gradoni sono al loro posto: “Solo tre, ma bastano“. Ribolle Zemanlandia.
Cosa chiede Zeman a questa nuova avventura?
“Ho solo voglia di fare calcio e di stare in mezzo ai giovani. Casillo mi ha dato l’opportunità di tornare a farlo. Ricomincio da una città e una società che mi hanno dato grandi soddisfazioni”.
Cosa è cambiato rispetto a sedici anni fa?
“Siamo solo un po’ più vecchi. Il 4-3-3 non è cambiato, credo che il mio calcio sia ancora attuale. Si diceva che ero avanti agli altri di vent’anni, me ne rimangono ancora quattro…”.
Solo il Foggia si è ricordato di lei.
“Io sono sempre stato a disposizione, evidentemente gli altri non lo erano”.
Aveva perso le speranze di rientrare nel calcio?
“Prima o poi un presidente si sarebbe ricordato dell’importanza dell’allenatore. Oggi si investe poco sui tecnici. Da qualche tempo viene considerato di più chi fa merchandising. Ho sempre detto che il calcio-business fa male…”.
Come giudica Mourinho?
“Un fenomeno mediatico. Dopo tanti anni ha dato la Champions all’Inter, ma il modo in cui ha vinto non è piaciuto a tutti. Ci sono molti interisti che si vergognano. Non si tratta degli arbitri, ma dell’atteggiamento della squadra: un allenatore dovrebbe dare un gioco…“.