Roma-Inter: da Ilary a Sonia, gioia e sofferenza di mogli e fidanzate

 Da Il Romanista:

Chissà se ieri sera qualcuno ha spiegato a Ilary Blasi cosa sia il fuorigioco. La signora Totti ha dichiarato più volte di non esser mai riuscita a capire «questa strana regola» :  l’impressione è non sia l’unica, peccato che lei non debba giudicarlo per lavoro. Ma tant’è. Ieri, mentre tutto lo stadio Olimpico si chiedeva di quanti metri «fosse avanti Milito», la Iena Ilary ha guardato il tabellone. Dicendo  lla sorella Silvia, seduta accanto a lei, stessi capelli biondi, solo che ricci: «Manca ancora un po’». Fiduciosa. Con quel sorriso che ogni settimana conquista milioni di spettatori in tv e otto anni fa, era proprio il mese di marzo, ha stregato il Capitano. Ha avuto ragione lei. Arrivata nei palchi “Numberten” qualche minuto prima delle 18, capelli sciolti, giacchetto nero, pantaloni e borsa beige, si è accomodata accanto alle sorelle. Sigaretta accesa, nel primo tempo, a dir la verità, ha chiacchierato più che visto la partita. Nei secondi quarantacinque minuti, invece, è stata coinvolta dall’atmosfera dell’Olimpico, alzandosi in piedi e battendo le mani al gol di Toni.

Roma-Inter, parola alla Storia

 Da Il Romanista

Alberto Marchesi, grande firma del Corriere dello Sport degli anni ruggenti, era solito raccontare che un giorno, incontrando Fulvio Bernardini a Piazza Esedra (l’attuale Piazza della Repubblica), questi gli avesse indicato una pasticceria: «Vedi, lì facevano e fanno dei bignè alla crema che quando ero a Milano a giocare nell’Inter me li sognavo anche di notte». Ma di Roma Bernardini non rimpiangeva solo i bigné, visto che appena se ne presentò l’occasione tornò nella capitale senza neanche perdere un istante. Il passaggio avvenne nel modo più teatrale possibile sul campo del Motovelodromo Appio, il 4 marzo 1928. Al termine della sfida tra Roma e Ambrosiana, ultima gara di campionato, Bernardini che aveva giocato in maglia nerazzurra se la sfilò e tra il delirio dei tifosi romani si vestì con quei colori che lo avrebbero consegnato alla leggenda.

Roma-Inter: la paura non abiti all’Olimpico!

 Da Il Romanista:

Come si vince con l’Inter? Quali sono i punti deboli della squadra di Mourinho? Quali saranno i giocatori chiave? E poi, la Roma deve confermare il tridente? Lo abbiamo chiesto ad alcuni tra gli addetti ai lavori ed ex giocatori giallorossi che hanno provato a giocare per noi, in anticipo, la gara di domani pomeriggio con l’Inter che deciderà la stagione. «Per prima cosa – le parole di Ubaldo Righetti – andrà fermato Sneijder, perché la Roma soffre i giocatori che si piazzano tra le due linee. Credo che il più adatto a svolgere questo compito sia Perrotta.

Mou, che stai a tremà?

 In tutte le salse si è detteo e ridetto che lo scudetto era un affare oramai chiuso, invece l’Inter ha dilapidato un patrimonio di punti mettendo Milan (a cui stasera può riuscire il sorpasso) e Roma (a -4 dai nerazzurri) nelle condizioni di riaprire definitivamente la corsa scudetto. Da Il Romanista:

Quattro. Sono questi i punti che separano Roma e Inter dopo l’1-1 rimediato a Palermo dalla formazione di Mourinho. Troppo l’entusiasmo in casa nerazzurra a seguito del passaggio del turno in Champions League, una qualificazione che non ha però impressionato più di tanto Marcello Lippi: «L’Inter? Una grande squadra –afferma il ct a Skysport – ma non rappresenta l’Italia visto che non ha neanche un italiano ».

Bologna-Roma: rientrano tutti ma non Totti

 Da Il Romanista:

Niente giorno di riposo per la squadra di Ranieri, che questa mattina tornerà al lavoro a Trigoria a tre giorni dall’infrasettimanale di campionato sul terreno del Bologna. Secondo dei tre impegni ravvicinati di questa settimana: l’ultimo sarà quello con l’Inter di sabato prossimo all’Olimpico. A parte Francesco Totti, ormai prossimo a tornare ad allenarsi in gruppo, il mister giallorosso allo stadio Dall’Ara non dovrebbe avere particolari problemi di formazione. Torneranno infatti disponibili in blocco Mexes, De Rossi, Pizarro e Taddei, assenti ieri sera con l’Udinese in quanto squalificati per un turno. Riposo forzato che ha fatto bene in particolar modo a Capitan Futuro: il versamento alla caviglia destra da qualche giorno a questa parte si è notevolmente ridotto e questo gli permetterà di affrontare la trasferta in Emilia in condizioni quasi ottimali. Anche il Pek e Rodrigo, in ogni caso, hanno avuto la possibilità di ricaricare le batterie, ultimamente un po’ scariche. Contro i rossoblu allenati da Franco Colomba, Claudio Martello dovrebbe affidarsi alla formazione tipo.

Ranieri non lo dice ma dietro al curvone c’è il sogno

Scudetto, a questo punto, è una parola che si può pensare intensamente ma non la si può pronunciare. Si attiene alla regola anche Claudio Ranieri che si limita a dire di voler aspettare per capire che c’è oltre il curvone. Da Il Romanista:

Ha ricostruito uno spogliatoio e una squadra. Ha investito nella panchina e ha saputo motivarla. Ha preso, dopo la trasferta di Livorno, una Roma intristita e l’ha riportata a guardare con ottimismo allo scontro con una fortissima Udinese. Anche senza i bastioni di centrocampo. Anche senza titolari. Oggi Claudio Ranieri è l’uomo forte di questa Roma e di questa società. E’ l’uomo che ha creduto fortissimamente in Menez anche quando tutti avevano decretato che acquistarlo era stato un errore. Ha saputo vederne la classe e le frecce nella faretra. E l’ha portato a questa meravigliosa prova dell’Olimpico.

Venditti, 50 anni di Roma: cominciò tutto il 20 marzo 1960

Da Il Romanista:

Era il 20 marzo del 1960 quando un bambino di 11 anni andò per la prima volta all’Olimpico per vedere una partita della sua Roma che quel giorno giocava contro il Padova. Quel bambino era Antonello Venditti.
Antonello, sono passati 50 anni da quella data.
«Posso dirti che non l’ho mai dimenticata quella partita. (Antonello ha fatto riferimento alla gara del suo battesimo all’Olimpico anche nel suo libro “L’importante è che tu sia infelice”, Mondadori, 2009, ndr)».
È stata una grande emozione, immagino.
«Sì, beh, te lo lascio immaginare… però voglio precisare una cosa, quel Roma-Padova della stagione 1959/60 non è la prima partita che ho visto allo stadio in senso assoluto. Ma è la prima di cui conservo memoria diretta. Perché prima ci fu… un Roma- Sampdoria».
Puoi dirci qualcosa di più?
«Avevo cinque anni e mi portarono allo stadio, ma non potrei aggiungere altro (dovrebbe trattarsi di Roma-Sampdoria 3-1 del 2 maggio del 1954 conclusasi con le reti di Bettini, Ghiggia e l’autorete di Mialich, ndr).
Ti rileggo la formazione della Roma in quella gara con il Padova: Panetti, Griffith, Corsini, Giuliano, Losi, Guarnacci, Ghiggia, David, Orlando, Selmosson, Castellazzi. Allenatore Foni.
«Beh, non sono andato male direi. Ci sono autentici miti della storia della Roma. Il grandissimo Giacomino Losi, Guarnacci, Panetti, Orlando, Selmosson… ma a tutti sono rimasto legato da un grande affetto. Poi c’è una cosa simpatica, se posso dirla…»

Ranieri alla stampa: “Qualcuno tra voi non ha capito che allenatore ha la Roma”

 C’è stata una vena polemica, nel corso della conferenza stampa di Claudio Ranieri che ha voluto puntualizzare di fronte ai giornalisti quanto fossero infondate alcune voci comparse sui giornali. Su tutte, quella che il testaccino si fosse sollevato moralmente al pensiero che la Roma (dopo il pari di Livorno) non fosse più in tempo a competere per lo scudetto. Da Il Romanista:

Dopo Livorno si è detto che lei fosse sollevato dall’uscita dalla lotta di testa. (Fabrizio Aspri, Radio Radio).
Ranieri: “Credo che tutte le mie dichiarazioni da quando sono arrivato abbiano detto già chi sono. Chi dice o scrive cose del genere non ha capito nulla di che allenatore ha la Roma, e questo è grave dopo sei mesi. E’ un qualcuno che non vede la carriera dell’allenatore, quello che ha fatto. Rispondo con ciò che dice la mia carriera. Proprio dalla partita con l’Udinese, quattro mesi fa, abbiamo fatto buonissime cose, ci siamo tolti grandissime soddisfazioni, abbiamo ricreato entusiasmo, che è quello che devono cercare di dare un allenatore, una squadra al proprio pubblico. Abbiamo rallentato, ma non ci scordiamo cosa abbiamo fatto. Se stiamo tirando un attimo il fiato, e in questo momento non abbiamo la capacità di finire bene le partite quando stiamo vincendo, credo che questa non sia paura di vincere. Mancano tre partite alla fine della curva, e poi vediamo a che punto stiamo e quello che abbiamo lo tireremo fuori.

Totti salta Bologna. Sarà l'”ammazza” Inter?

Da Il Romanista:

Francesco Totti inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Anche nella giornata di ieri il Capitano si è allenato a parte sul campo, sotto la supervisione di Vito Scala, dando ampio spazio al lavoro col pallone. Se nella seduta di giovedì si è limitato solo a qualche tocco, in quest’occasione ha provato a forzare: appoggi di piatto, al volo e tiri in porta da distanza abbastanza ravvicinata e senza portiere. Prima e dopo, in ogni caso, corsa perimetrale del campo C intensificando gradualmente il ritmo. Nel corso dell’allenamento, sempre sorridente e in vena di battute, l’attaccante giallorosso più produttivo di ogni epoca ha scherzato con Bruno Conti e col dottor Luca Pengue. Totti ha palleggiato qualche minuto col direttore tecnico, poi ha lanciato un preciso assist per il medico sociale che ha calciato alto di piatto. Senza potersi sottrarre a qualche risata di scherno del Capitano. Dell’ormai prossimo ritorno in pista del numero 10 si è parlato anche nel corso della conferenza stampa di Claudio Ranieri: «Totti sta facendo tutto il differenziato, spero possa fare presto una comparsata con noi. A Bologna mercoledì? No, qui a Trigoria». Già scartata l’ipotesi di rivedere Francesco in campo questa sera con l’Udinese e mercoledì nell’infrasettimanale al “Dall’Ara”, a questo punto la prima scadenza disponibile per ritrovarlo nella lista dei convocati sarà la sfida con l’Inter.

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