Se nei destini della Roma entra prepotentemente il Presidente di un collegio arbitrale, significa che la giustizia – per una delle sue molteplici sfaccettature – ha messo piede, per l’ennesima volta, nel contesto calcistico. E nella capitale, tra lo sventolio di drappi giallorossi e le vicissitudini di Totti, tra la rincorsa verso il rafforzamento della rosa e partite più o meno indelebili, da un certo momento (la vicenda è stata lunga e intricata, ha tenuto banco in maniera significativa per buona parte del mese estivo) l’importanza e la notorietà del magistrato Cesare Ruperto hanno minato quella dei protagonisti schierati sul terreno di gioco. Di fatto, Ruperto è simbolicamente riportato quale figura in grado di chiudere un’era, quella dei Sensi, e spalancarne una nuova. Ancora tutta da scrivere, attualmente in divenire. Il punto e a capo è stato ufficializzato a Milano: alle 17.45 di lunedì 26 luglio, Italpetroli e Unicredit hanno sancito l’intesa cercata da tempo rispetto all’estinzione del debito che la holding petrolifera ha accumulato nei confronti dell’Istituto di credito. Il debito del gruppo che ha fatto capo alla famiglia originaria delle Marche, non esiste più: 325 milioni di arretrato evaporati da un istante all’altro. Il tempo che le lancette dei secondi spostassero di una unità quella dei minuti. Alle 17.45 il capoluogo lombardo annullava di fatto anche gli altri “spiccioli” (perchè a confronto parevano davvero un’inezia tant’è che non se ne parlava mai) che Italpetroli (una ottantina di milioni) avrebbe dovuto restituire alla Monte dei Paschi di Siena e quell’altro milioncino e poco più che l’erede di Franco aveva da ritornare alla compagnia di Alessandro Profumo. Denaro chiesto a titolo personale. Istanti, gesti, facce, luoghi. Non più l’Olimpico vestito a gara ma il nome di una via romana. Cesare Ferrero da Cambiano, civico 82.

E’ la tesi sostenuta da sporteconomy.it:
Khaled Abdulla Al Qubaisi
Gianni Dragoni, giornalista de Il Sole 24 Ore, è intervenuto ai microfoni di Teleradiostereo per parlare del particolare momento legato alla cessione della Roma. I passaggi più significativi: “In questa fase c’è riservatezza, ma obbligo di non rendere pubbliche le offerte non vincolanti no. Una forma di maggiore pubblicità sulla trattativa garantirebbe anche più trasparenza. Di solito questi comunicati vengono sollecitati dalla Consob, che però a volte agisce in ritardo. Al momento? Il fondo Aabar è azionista di Unicredit, forse un azionista del genere viene visto con qualche attenzione maggiore da chi deve vendere. Un altro investitore americano? Non mi risulta, ma potrebbe esserci. Credo sia giusto guardare a tutte queste indiscrezioni con cautela. La banca a settembre si era rivolta anche ad un investitore che aveva manifestato in passato interesse, cioè Fisher.
Le candidature fin qui raccolte da Unicredit in merito all’acquisto della A.S. Roma sono sei. Da MF-Dow Jones:
Il termine per la presentazione a Unicredit delle offerte non vincolanti relative all’acquisizione della A.S Roma scade oggi a mezzanotte. Poco meno di una decina le proposte attese dall’istituto di credito. Da repubblica.it: