“Non mi sono mai pentito di essere rimasto a Roma. Ho fatto una scelta di cuore, questi sono i miei valori, quelli con cui sono nato e con cui morirò“. Preludio all’annuncio del rinnovo di contratto di Francesco Totti. Il Capitano, ospite di Rai 2, ha affrontato diversi temi. Dalla Nazionale a Berlusconi, dai primi calci al pallone alla sua vita di padre. Fino al giudizio su Marrazzo. Come sempre, senza giri di parole.
Chiameresti Cassano in nazionale?
“Se continua a giocare come sta facendo ora lo convocherei, ma se cambiasse il suo atteggiamento fuori dal campo… Io e lui non ci frequentiamo da quattro anni, quindi non so com’è adesso. Non abbiamo mai avuto confronti particolarmente duri. Semplicemnte quando c’è qualcosa che non va lui non ti parla più. Ma in fondo è un buono“.
Fabio Capello
Ranieri: “Roma, io da tifoso incazzato ti inciterei”
La sterzata serve, eccome. Soprattutto dopo le tre sconfitte consecutive che hanno intoppato il percorso di rimonta della Roma, finita sotto contro Milan, Livorno e Udinese. La sa bene Claudio Ranieri che, nel corso della conferenza stampa della vigilia (a Trigoria, non ha dovuto fare molta strada per presentarsi davanti ai giornalisti perchè i giallorossi sono in ritiro proprio qui) di Roma-Bologna, ha espresso più di un concetto significativo con la solita chiarezza. Primo appello, obbligato, allo spirito di gruppo:
“So che occorre essere tutti uniti per uscire fuori da questo periodaccio, lo spogliatoio è sereno ed è costituito da persone che cercano di trovare una soluzione. Sono sereno anch’io. Il ritiro spero abbia giovato alla squadra, che ha deciso di comune accordo con la società di portarlo avanti. Se è stato utile, lo scopriremo domani: con la vittoria sarà andato tutto bene, con la scofitta sarà il contrario. Comunque, questi tre punti per noi sono fondamentali“.
Petrucci: “Per Capello è facile parlare dall’alto”
Il presidente del Coni Gianni Petrucci, ai microfoni di Sky
Capello: “In Italia comandano gli Ultras”
«In Italia comandano gli ultras, fanno ciò che vogliono». A dichiararlo è Fabio Capello, ct dell’Inghilterra, intervenuto oggi a Coverciano al seminario ‘Il calcio e chi lo raccontà organizzato dall’Ussi. «In Spagna si vive il calcio con grande rispetto, le famiglie possono andare allo stadio portando i bambini. È un altro mondo», continua Capello facendo riferimento anche ad un’esperienza vissuta in prima persona: «Quando allenavo il Real Madrid, uno spettatore mi tirò una palla di carta. Fu subito individuato e allontanato. In Inghilterra -aggiunge l’ex tecnico di Milan, Roma e Juventus– la gente ha voglia di andare allo stadio.
Brozzi: “Gli infortuni? Non era colpa mia…”
“Non era colpa mia“. Non era colpa dell’ex medico della Roma. A Trigoria l’infermeria non ha smesso di essere affollata, anche dopo l’addio di Mario Brozzi. Dagli infortuni al rapporto con Spalletti, da Franco Sensi a Fabio Capello, passando per Totti e Aquilani. Il medico parla a ruota libera in un’intervista al Romanista:
NON ERA COLPA MIA. “Avete visto che non era poi tutta colpa mia? Se ci sono sempre tutti questi infortunati a prescindere da medici, probabilmente le cause vanno ricercate altrove. Oggi tutti si interrogano sul perchè avvengono gli infortuni. IL calciatore è come una macchina: se noi le usiamo troppo, le macchine si rompono con maggiore facilità. Un atleta va monitorizzato attentamente per evidenziare quelle vibrazioni che possono essere dei segnali d’allarme”.
Capello, tecnico più pagato d’Inghilterra
Fabio Capello è l’allenatore più ricco d’Inghilterra. Il magazine inglese
Capello: “Totti è straordinario e la Roma è da Champions”
Fabio Capello, commissario tecnico dell’Inghilterra, a Radio Anch’io lo Sport
Gabriel Omar Batistuta: cuore violagiallorosso
Tra tutti i calciatori che nel corso degli anni hanno indossato entrambe le maglie, di Roma e Fiorentina, ce n’è uno sul quale non ci si può non soffermare. Gabriel Omar Batistuta, per tutti Batigol. Oppure, Re Leone. Argentino, classe 1969, miglior realizzatore della nazionale argentina con 56 gol all’attivo.
Non solo: ottavo marcatore di sempre in serie A con 184 reti, vanta la fortuna di aver lasciato il segno tanto a Firenze quanto a Roma. Attualmente cronista sportivo in patria, Batistuta venne portato in Italia da Vittorio Cecchi Gori, allora patron della squadra gigliata, nel 1991. Prima stagione: 27 partite e 13 reti all’attivo. Rimase in gigliato fino al 2000: con Manuel Rui Costa formò una delle coppie più prolifiche e tatticamente armoniche che il calcio italiano ricordi. A Firenze rimase per nove stagioni collezionando 332 presenze e la bellezza di 207 reti, 13 delle quali realizzate nel campionato di cadetteria (stagione 1993-94).
Vincenzo Montella, l’Aeroplanino atterra: addio al calcio
Quel tabellone rimarrà impresso nella storia, come certi ritornelli che non riesci a toglierti dalla testa. Lazio-Roma 1-5, era il 10 marzo del 2002 e il popolo giallorosso, diciamoci la verità, in quella circostanza ha goduto talmente tanto che ancora oggi, al solo pensiero, viene da stare bene. Un toccasana per quelle giornate che vanno un po’ così: pensare all’indimenticabile derby stravinto in casa dei biancazzurri.
Il tabellone dell’Olimpico segna punteggio e marcatori: vabbè il Pupone, che è storia a sè, ma in quell’occasione a vincere la gara da solo (stupendo quel pallonetto da fuori area) fu Vincenzo Montella. L’Aeroplanino. In volo senza mai planare.
Basta questo, altrimenti toccherebbe scrivere un’enciclopedia, per far capire quanto il popolo giallorosso sia affezionato al bomber.
Roma, Spalletti: la Juve torna alla carica, lui tentenna
Dopo le belle parole di Luciano Spalletti di domenica ma
Parola ai tifosi: i perchè di un fallimento
Società, giocatori, allenatore, preparazione, e condizione fisica, sono questi i
“Roma, la vera delusione della serie A”, parola di Zdenek Zeman
Zdenek Zeman. E in due parole, un nome e un cognome, è racchiuso tutto. Accade poche volte di trovarsi di fronte a personaggi che riescono nell’impresa di farsi amare o odiare, senza alcuna possibilità all’indifferenza. Uno di questi è proprio Zeman, allenatore al quale da sempre è stato unanimemente riconosciuta una schiettezza fuori del comune. Proprio il suo essere diretto e privo di filtri di sorta, piace enormemente o non piace affatto. Zeman conosce bene la piazza romana (avendo allenato sia la Lazio, dal 1994 al 1997, che la Roma, dal 1997 al 1999) anche se ha chiuso entrambe le esperienze con due esoneri.
Il boemo, a cui è succeduto Fabio Capello sulla panchina della Roma, aveva chiuso le stagioni alla corte di Sensi con un crescendo di risultati e di gioco che avevano visto la squadra giallorossa finire le tre stagioni con Zeman rispettivamente al quattordicesimo, quarto e quinto posto.
Fiorentina-Roma: Spalletti e Prandelli, il contributo decisivo dei mister
Il pre partita di Fiorentina-Roma comincia a scaldarsi e paradossalmente, se da un lato i giallorossi sono nel bel mezzo di voci e trattative di mercato che vedono protagonista la società, anche in casa Viola le acque sono burrascose. La protesta della curva Fiesole nei confronti del gruppo di Cesare Prandelli è forte e veemente, non lascia adito a dubbi.
Causa scatenante: la sconfitta dello scorso turno di campionato contro l’Udinese.
“19-4-09 Vergogna!!! Pretendiamo rispetto per la nostra città. Basta discoteche e più serietà!!!”:
questo lo striscione apparso davanti ai cancelli dello stadio Franchi. Presa di posizione forte che potrebbe avere un effetto opposto: quello di scuotere la squadra o quello – se lo augurano i tifosi della Roma – di affossarla ancora di più. Al gesto degli ultras hanno risposto prima Riccardo Montolivo e poi Alberto Gilardino.
Mario Brozzi da medico sociale a disoccupato: “Via in 5 minuti dopo 25 anni di amore per la Roma”
Mario Brozzi è stato per 25 lunghi anni il medico della Roma, ma il 16 Gennaio del 2009 la società ha deciso di privarsi della sua professionalità e virare strada. Dopo quasi sessanta giorni, il dottore ha rilasciato una lunga intervista dove manifesta tutta la delusione per la scelta della società.
Il medico ha pagato dazio a causa degli eccessivi infortuni che hanno colpito la maggior parte dei giocatori, e soprattutto per i lunghi periodi di inattività, che lui aveva prescritto. Tra le cause del suo licenziamento, i contrasti con il tecnico Luciano Spalletti, che ad un certo punto sembrava sul frangente di lasciare anche la Roma.
“Sono stato mandato via in cinque minuti, e non lo meritavo, perché in 25 anni ho dato tutto per questa società. Ero molto legato a Franco Sensi ed alla sua famiglia. Anche con Spalletti avevamo un bel rapporto, c’è stato qualche dissidio così come accaduto in passato con Fabio Capello, non riuscivamo a capire il motivo dei lunghi tempi di recupero degli infortunati. Ma nulla che giustificasse tale comportamento”.