Mondiali 2010, Capello scrive all’Inghilterra: “Let’s come together”

 Erano 45 anni che l’Inter non vinceva la Champions League, e c’è riuscita quest’anno. Potrebbe anche essere una coincidenza, ma sono 44 anni che l’Inghilterra non vince la Coppa del Mondo. I Mondiali del Sud Africa letti in chiave britannica sono una dolce speranza alimentata ulteriormente dall’attuale Commissario tecnico della Nazionale di Rooney e compagni. Fabio Capello, infatti, in vista della competizione sudafricana ha deciso di scrivere una lettera alla popolazione inglese per chiamare a raccolta un popolo intorno all’Inghilterra. “Let’s come together”, “Andiamo insieme” è l’appello di don Fabio. Ecco il contenuto della missiva pubblicata dal sito della Federcalcio inglese:

Claudio, l’imperatore del derby

 Da Il Messaggero:

Mister Derby: se lo merita Claudio Ranieri, dopo il capolavoro di domenica pomeriggio. Con la mossa più trasgressiva e al tempo stesso efficace che si ricordi. Nella storia di questa sfida infinita tra le due squadre capitoline e comunque in assoluto. C’è, nel suo intervento tra i due tempi, il film di tutta la stagione giallorossa. La rinuncia a giocatori di primo piano a vantaggio della Roma prima in classifica. Già c’erano passati proprio De Rossi e Totti prima di due giorni fa. Ma escluderli insieme, a metà partita, questo ancora nessuno lo aveva mai visto né immaginato. Con i due capitani costretti ad accettare per il bene della squadra. Il primo con più partecipazione all’Evento, l’altro un po’ rabbuiato. Entrambi, però, in panchina a dare un segnale ai compagni allo stesso allenatore.

Ranieri, tanto di Capello

 Da Il Romanista:

Il derby, il primo posto in classifica e un record. Quanti traguardi per la Roma di Ranieri nella partita di domenica contro i rivali di sempre. Al risultato positivo nella stracittadina si legano anche la conferma del primato solitario in classifica e la possibilità di eguagliare un record storico della Roma: quello delle 24 gare di imbattibilità in un campionato stabilito con Capello nella stagione 2001-02. Un record che, fatalità, potrebbe essere raggiunto proprio nella partita più sentita dell’anno, e per di più sul campo della Lazio.

Capello: “Ranieri e Roma super, Juventus la delusione”

 Da La Gazzetta dello Sport:

Meno di due mesi al Mondiale. Inglesi bocciate ai quarti di Champions. Il destino nella caviglia di Rooney. Nubi sul Sudafrica. Sereno su Fabio Capello.

Che fine ha fatto la superpotenza Premier? «Le protagoniste degli scorsi anni hanno venduto giocatori importanti, vedi il Manchester United che ha perso Ronaldo e Tevez. Si sono tutte indebolite. Dall’Arsenal al Chelsea, al Liverpool».
Questione di soldi?
«La crisi finanziaria mondiale s’è fatta sentire anche in Premier, salvo al Manchester City.

Attenti alle piccole

 Da Il Tempo:

Ranieri non dimentica. Sa bene, come tutti i romanisti, cosa significa perdere uno scudetto per colpa di una «piccola». È già successo. Troppe volte. A un romanista basta dire la parola «Lecce» e non c’è bisogno di aggiungere altro. Domenica all’Olimpico arriva l’Atalanta in versione ultima spiaggia e una lezione di storia ai giocatori può aiutare il tecnico, impegnato in queste ore a tenere alta la concentrazione del gruppo.
Un filo conduttore unisce tutti gli scudetti della Roma svaniti negli ultimi venticinque anni: una battuta d’arresto contro un avversario alla portata, sempre nel bel mezzo di una splendida rimonta. Bella e intensa come quella che la banda di Ranieri sta vivendo nel presente. Tutto è iniziato quel maledetto 20 aprile 1986, giallorossi appaiati in testa al campionato alla Juventus con 41 punti a testa dopo un recupero fenomenale, per la penultima giornata all’Olimpico si presenta un Lecce già condannato alla serie B, ultimo in classifica con soli 15 punti.

Capello: “Ranieri bravissimo, sarà lo scudetto dei rimpianti”

 Da Il Messaggero:

Partiamo della caduta delle inglesi? «No, meglio di no. Non è un argomento interessante». Svicola Fabio Capello, ct della nazionale d’Inghilterra. E’ a Londra. Non può esporsi oggi, lo farà presto. Meglio spostarci sul nostro campionato. Lo scudetto, roba per tre.
O per due, Capello?
«Tre».
Senza dubbi?
«E’ una lotta punto a punto fino alla fine. E’ il campionato dei rimpianti. L’Inter ha perso molti punti; la Roma ha il pareggio di Livorno sulle spalle; il Milan ha bruciato due set point. Per questo restano tutte e tre in corsa. Basta un piccolo passo falso e si decide tutto».
C’è una favorita?
«No. Certo, la Roma mi sembra la squadra maggiormente in salute».
Che sentimento prova in questo momento: nostalgia, invidia? Vorrebbe essere uno tra Mourinho, Ranieri o Leonardo per godersi in prima persona questo rush finale?
«Assolutamente no. Ho un mondiale a cui pensare».Si dice: l’Inter ha la fatica in più della Champions. «Lo credo bene».
Ma arrivare in fondo a una competizione così importante, non dà una maggiore spinta psicologica?
«Senza dubbio. Però ti toglie parecchio da un punto di vista nervoso, della concentrazione. Si bruciano energie.

Candela: “Roma, crediamo allo scudetto”

 Vincent Candela, campione d’Italia con la Roma nella stagione 2000/2001, è stato intervistato da Il Tempo. Ecco le parole del difensore francese che segnò il gol del vantaggio a Bari nell’anno del terzo scudetto:

Candela, cosa ricorda di quella partita? «Una giornata fantastica, emozionante. Giocavamo a Bari ma sembrava di stare a Roma per quanti erano i nostri tifosi».
E lei li ha fatti alzare tutti in piedi.
«Segnai un gol bello e importante, il primo, anche se la partita poi diventò facile».
Sabato può succedere lo stesso?
«La situazione adesso è diversa. Noi eravamo in vantaggio su Juventus e Lazio, stavolta c’è un punto da recuperare l’Inter.

Roma, quante analogie con il 2001

 Da Il Messaggero:

Il flashback con l’annata del terzo e ultimo scudetto è obbligato. E tre uomini, più di altri, uniscono la Roma di questa stagione a quella del 2000-2001. Tre personaggi che, per motivi diversi, non dovevano essere qui e invece fortunatamente, in tempi diversi, si sono ritrovati a Trigoria per vivere un sogno che nessuno aveva messo in preventivo. I tre sono Claudio Ranieri, Nicolas Burdisso e Luca Toni.
E vanno subito accostati a Fabio Capello, Walter Samuel e Gabriel Batistuta. Facile spiegare perché: in panchina due tecnici che in passato e da giovani sono stati giocatori giallorossi; in difesa la cattiveria argentina che non ha eguali nel mondo; in attacco il centravanti di ruolo, di peso, nel senso che fisicamente si sente nel gioco aereo e non solo, e di gol, visto che quando meno te lo aspetti ti sblocca la partita.

Bari-Roma: con la mente al 17 giugno 2001

 Da Il Tempo:

Impossibile fare paragoni. Impossibile provare ad accostare la Roma dell’ultimo scudetto con quella attuale, non fosse altro perché quella il tricolore se lo cucì sul petto quel 17 giugno del 2001: fu il terzo della storia giallorossa. Questa invece, almeno per il momento, non ha ancora vinto nulla pur facendo registrare numeri record e una rimonta che ha dell’incredibile. Ma le assonanze ci sono, con Totti filo conduttore, un tridente che all’epoca segnò la svolta giallorossa e che adesso inizia a dare i suoi frutti anche alla gestione Ranieri. Capello lo usò a intermittenza fedele alla sua linea editoriale «primo non prenderle» e la cosa all’epoca fu anche focolaio di qualche polemica.

Nel 2001 a Bari la Roma si cucì un pezzo di tricolore

 La Gazzetta dello Sport ricorda l’esodo giallorosso a Bari l’anno dell’ultimo scudetto. Era la Roma di Fabio Capello, che in Puglia si cucì sul petto un pezzetto di tricolore:

Che festa. Chi c’era, quel 20 maggio 2001, non ha più smesso di raccontare. Ritenendo, giustamente, di aver preso parte ad un evento unico: mai visto, né prima né dopo. La partita – Bari-Roma 1-4, marcatori Candela, Batistuta, Cafu, ancora Batistuta e Spinesi per il Bari – fu poco più di un dettaglio.
La vittoria era scontata: per la forza della Roma, la pochezza del Bari, il clima di festa e l’aria di inciucio. Cassano era già un calciatore della Roma, Matarrese si preparava a incassare l’assegno, D’Alema che allora era in auge vigilò sul «regolare» svolgimento della partita dalla tribuna vip.

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