Roma, il panino; loro, il com-Panathinaikos

 La fame genera fame. Legge di natura, regola di vita, assioma calcistico: Claudio Ranieri e la Roma – già in Grecia per la gara di Europa League contro il Panathinaikos – dicono che ancora non basta. Vincere, continuare a vincere per un motivo elementare. Ce n’è necessità. I venti risultati utili consectivi sono un ottimo sollecito per una squadra che non sa più perdere. Serviva una scossa, il testaccino l’ha garantita. Occorreva uno stimolo, serie A e Coppa Italia lo hanno concretizzato. Ora, l’Europa Legaue. Con i giallorossi determinati a chiudere in una morsa la formazione ateniese. Imbottigliarli, insaccarli. Noi – ce l’aveva lì, sulla punta della lingua, mister Ranieri – si va in Oriente. Ma mica per niente. “Facciamo vedere a questi greci chi sono i romani“. E ho detto tutto, avrebbe chiosato il grande Antonio De Curtis: perchè è tanto vero che la fame generi fame quanto il fatto che la Storia, quella grande, sia lì a indicarti la via. E, da che mondo e mondo, a cancellare la gloria dei classici dell’antichità ci hanno pensato i romani. Senza buttare via niente, beninteso: semplicemente, il tesoretto dei greci s’è trasformato nel bagaglio di esperienza di Giulio Cesare e compagnia. Appropiarsi del Partenone per costruire il Colosseo, rendersi nuova fonte di classicità: una logica disarmante.

Ranieri come Mourinho

 Da La Gazzetta dello Sport:

Claudio Ranieri si fa sfiorare le labbra con un bacio dalle Iene, nella libreria Koob dove il giornalista Tonino Cagnucci presenta il libro dedicato a Daniele De Rossi – Il mare di Roma, edizioni Limina -, e in questa trasgressione l’allenatore della Roma sembra lontano anni luce dallo stile macho di Josè Mourinho, ma in molte cose, tra i due, si può parlare ormai di affinità.
anieri sta infatti gestendo la Roma in pieno stile Mourinho: sceglie, motiva, governa, programma, orienta il mercato. In panchina sta sempre in piedi, come il portoghese. Ha un rapporto solido con i giocatori: trattando tutti allo stesso modo, si è guadagnato stima e consensi generali.

Ranieri a Menez: “Jeremy stamo a aspettà te”

 Da Il Romanista:

Venti risultati utili consecutivi, il secondo posto solitario in campionato e ora l’opportunità di provare a proseguire il cammino in Europa League. Mister Ranieri è carico come mai e, grazie all’abile lavoro sull’aspetto psicologico iniziato sin dal suo primo giorno in giallorosso, è riuscito a trasmettere al gruppo la sua voglia di vincere. Durante ogni allenamento, Claudio Martello incita i suoi ragazzi a suon di urla, tenendone sempre alta la concentrazione.
Nel corso della seduta di ieri mattina, l’ultima prima della partenza per Atene (in programma questa mattina poco prima delle 10), il cinquantottenne tecnico di San Saba è stato protagonista di un vero e proprio show. Una serie di frasi, perfettamente udibili al di fuori delle mura del “Fulvio Bernardini” che resteranno scolpite nella mente della squadra. Il gruppo sembra allentare un attimo la tensione e l’allenatore non perde tempo a dire la sua.

Ranieri: “De Rossi, uno che trasmette emozioni”. Montali: “Lo porterei con me ovunque”

 Presso la libreria Koob di via Luigi Poletti, è stata presentata la ristampa del libro di Tonino CagnucciDaniele De Rossi – Il mare di Roma“. All’evento hanno preso parte Gian Paolo Montali e Claudio Ranieri. Il dirigente, a margine della presentazione: “Daniele non è solo un gran calciatore ma anche un campione. Ha delle qualità morali che vanno oltre l’aspetto tecnico. Come lui ce ne sono pochi. Io me lo porterei dietro ovunque“. L’allenatore durante la conferenza: “Il libro mi è stato regalato, ma non lo ho ancora letto. Vedere Daniele che corre dietro a Okaka per festeggiare il gol con il Siena è un’immagine che ho in testa. Appena avrò tempo leggerò il libro: spero di non avere tempo ovviamente! Daniele è speciale, sa trasmettere tutte le sue emozioni al gruppo. Per un allenatore, un giocatore come lui è importante, perché trasmette passione“. Di nuovo Montali: “Ho letto il libro e sono molti i personaggi che mi hanno colpito, infatti il mio libro è pieno di orecchiette. Mi hanno colpito molto le parti in cui descrive la merenda prima della finale del Mondiale 2006, quel silenzio totale quasi assordante che avvolgeva la stanza dove si trovava la squadra, tanto che si sentiva addirittura il rumore del cucchiaino sulla tazzina.

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