Bruno Conti, l’idolo del popolo che disse no a Maradona

 Da Il Romanista:

Il suo numero sette è stato e rimane un marchio di fantasia, di fedeltà, di passione. Bruno Conti giocherà per sempre al calcio e per sempre giocherà nella Roma. A provare a portarlo via hanno provato in tanti, anche Diego Armando Maradona. Maradona, lo sappiamo, è l’uomo degli eccessi e quando si mette una cosa nel cabezon, in genere riesce ad ottenerla. Aveva giurato, ad esempio, che avrebbe vinto un mondiale fin da quando il Flaco Menotti gli aveva comunicato che non lo avrebbe convocato per il torneo iridato del 1978. I mondiali aveva dovuto vederli dagli spalti e poi andare in giro a festeggiare per Buenos Aires a bordo del furgone del suocero. Ebbene El Diego a novembre del 1978 era già in nazionale e Beckenbauer a Tucuman chiedeva di scambiare con lui la maglia. L’argentino nel 1985 si era messo in testa di portare Bruno Conti a Napoli. La gente partenopea si era convinta lui fosse “una macchina per regalare felicità” e aveva paura di non riuscire ad accontentarli.

Conti, Nela e De Sisti: nati il 13 marzo

 Da Il Romanista:

Ma cosa avrà di così speciale questo 13 marzo per aver dato i natali a così tanti grandi romanisti della storia? Oltre all’immenso Bruno Conti, infatti, in questo giorno sono nati anche Sebastiano “Sebino” Nela (a Rapallo, in provincia di Genova, nel 1961) e Giancarlo “Picchio” De Sisti (Roma, 1943). Due miti della storia giallorossa, di quelli che solo quando ne senti pronunciare il nome devi alzarti in piedi ed applaudire. Ad entrambi facciamo i nostri migliori auguri. Nela aveva i quadricipiti come Hulk e correva sulla fascia che era un piacere vederlo. In giallorosso giocò tutti gli Anni 80 e l’inizio dei 90, vincendo molto ed entrando per sempre nel cuore dei tifosi. A volerlo nella Capitale fu Liedholm, che una volta ci disse: «Di Nela mi accorsi perché ogni volta che tornavo a casa, in Piemonte, l’aereo faceva scalo a Genova e lì tutti mi raccontavano di lui. Così decisi di andarlo a vedere dal vivo e in quell’occasione, nonostante giocasse stopper, segnò anche un bel gol di testa su azione d’angolo. Mi convinse e dissi a Viola di prenderlo anche perché poteva essere impiegato in tutti i ruoli della difesa. A Roma lo feci lavorare molto sui fondamentali e poi lo misi a destra, sia perché dall’altra parte avevo Maldera, sia perché in quel modo Nela poteva sfruttare il dribbling a rientrare per portarsi la palla sul suo piede preferito, il sinistro, per fare quei cross che spesso disorientavano la difesa avversaria».

Bruno Conti, 55 volte auguri dagli amici di sempre

 Da Il Romanista:

Compito difficile, quello di trovare le parole giuste per fare gli auguri a una bandiera. Soprattutto se quella bandiera si chiama Bruno Conti. Ma anche se le candeline sulla torta sono arrivate a 55, Marazico è sempre lo stesso: caschetto nero, sorriso sulle labbra e tanta grinta dentro e fuori dal campo. Proprio come in quell’immagine di lui col sigaro in bocca e lo spumante in mano mentre festeggia il secondo scudetto. Così, a 19 anni dal suo addio al calcio giocato, i suoi ex compagni, ma prima ancora amici, provano a scrivergli un biglietto tutto speciale. Ed il primo ad arrivare è quello firmato da Franco Tancredi, con lui dal 1975. «Io e Bruno abbiamo fatto tutta la trafila insieme – spiega l’ex numero uno romanista – abbiamo giocato insieme anche nella nazionale militare. Abbiamo due caratteri molto diversi, io sono più orso, lui, invece, sempre con il sorriso. Dentro lo spogliatoio aveva sempre voglia di scherzare e riusciva a mantenere alto il morale della squadra». Impossibile, però, non ricordare quella finta che tanti grattacapi ha creato ai difensori avversari. «Tutti ricordano la sua giocata classica – continua – fintava con la suola e andava sull’esterno, faceva sempre la stessa cosa ma riusciva comunque a saltare l’uomo e a mettere la palla in testa a Pruzzo. Gli auguro di continuare la sua splendida carriera da dirigente». Ma c’è anche chi, di Bruno, preferisce ricordare un’altra sfida. Quella a carte, che li teneva in piedi tutta la notte durante i ritiri. «Le nostre erano partite all’ultimo sangue – ride Ciccio Graziani – e mi ricordo che una volta, verso l’una di notte, stavamo facendo talmente tanto chiasso che ci hanno bussato alla porta. Quando ho aperto ho trovato il Barone che ci ha detto di continuare a giocare, ma più piano perché non riusciva a dormire. Con quella semplice frase ci ha ammazzato. Anche per questo – conclude – gli auguro altri 100 anni di grandi soddisfazioni». Quella per la briscola e per il tresette, però, è esattamente la stessa passione che lo accomunava a Dodo Chierico.

Conti, anche da dirigente è Mundial

 Da Il Romanista:

Straordinaria la sua carriera da calciatore, come dimostrano la conquista del Mundial ’82 in Spagna con l’Italia di Bearzot e il tricolore 1982/83 nella Roma del Barone Liedholm, Bruno Conti vanta un palmarès impressionante anche come dirigente di settore giovanile. Dal 1991 – anno in cui ha assunto la guida del vivaio romanista – ha conquistato la bellezza di 24 trofei: 19 nazionali e 5 regionali. Roba da fare invidia a sir Alex Ferguson.
Da record è soprattutto la partecipazione romanista  al “Beppe Viola-Arco di Trento”: quello conquistato dai ’93 di Stramaccioni è il quinto assoluto nella storia del club. Gli altri quattro portano la data del 1994, 1998, 2001 e 2005. Nell’albo d’oro la Roma ha raggiunto la Fiorentina e si è portata a meno uno dal Milan che sin qui ad Arco è riuscito ad imporsi sei volte.

Roma, Ranieri verso il rinnovo del contratto

 Da Il Messaggero:

Mourinho è dato in fuga, Leonardo penserà «ma non è meglio tornare a fare il dirigente? », Zaccheroni non sa nemmeno se domani mangerà lenticchie, pasta, carne o pesce. E Prandelli? E’più azzurro che viola. C’è aria di cambiamento, insomma. Progetti in divenire, certezze zero. E la Roma? Ha già dato: fine del ciclo Spalletti, comincia l’esperimento Ranieri.
Sette mesi dopo,quell’esperimento è diventato progetto. Parola che va molto di moda da queste parti. Ranieri, persona serie, equilibrata, esperta. Piace molto alla famiglia Sensi. Ranieri è tornato a casa e da qui non haalcuna intenzione di spostarsi.

Beppe Viola, Stramaccioni: “Grande vittoria e unità d’intenti”

 Andrea Stramaccioni, allenatore degli Allievi Nazionali freschi vincitori del trofeo Beppe Viola-Arco di Trento, è stato intervistato da Rete Sport:

Una vittoria che mancava dal 2005, arrivata per 1 a 0 contro il vostro tormentone, la Fiorentina, che continua ad essere la rivale storica. Un racconto della partita? “La Fiorentina è un tormentone perché da quando è arrivato il direttore Corvino a Firenze i loro investimenti sono decuplicati. Hanno delle squadre competitive con investimenti quasi da prima squadra. Tutte compagini di grande competitività. Sono tra le squadra più attrezzate. Tra le loro file tre giocatori brasiliani, un africano. La partita era la quinta in sei giorni, in un torneo in cui è difficilissimo arrivare in fondo. Sapevamo di non poter giocare 80 minuti come giochiamo di solito, di corsa e di alta velocità, perché le nostre caratteristiche sono queste.

Bruno Conti: “Giù le mani da Doni”

 Nessuno tocchi Alexander Doni, patrimonio della A.S. Roma: lo dichiara Bruno Conti sulle pagine de Il Corriere dello Sport. L’articolo:

Giù le mani da Doni. Bruno Conti esce allo scoperto per difendere il portiere finito sul banco degli imputati dopo la sconfitta di Atene. Il direttore tecnico sa che rischia di essere impopolare, ma il ruolo di un dirigente comporta anche questo: «In questo momento mi sento di esprimere tutta la mia fiducia a Doni, anche se so che questa mia presa di posizione può non essere condivisa da tutti». Una pausa, un sospiro. Bruno Conti ha avuto un grande ruolo nella costruzione di questo gruppo e oggi che un giocatore è in difficoltà si schiera al suo fianco: «La gente dimentica in fretta che Doni ci ha fatto vincere, dimostrando le sue qualità. Ha conquistato il posto nella Nazionale brasiliana, in questi quattro anni che è stato con noi si è sempre comportato con grande professionalità e attaccamento alla maglia. Non è giusto addossare le colpe di una sconfitta a un solo giocatore. Doni ha dato tanto alla Roma e merita rispetto».

Bruno Conti: “La Roma può crescere ancora”

 Bruno Conti, direttore tecnico della Roma, è stato intervistato da Il Corriere dello Sport:

La Roma domenica ha raggiunto il secondo posto in classifica. Come state vivendo questo momento? «Con normalità, così come siamo rimasti…normali quando le cose an­davano male. La mentalità è quella giusta, quella che ha trasmesso Ra­nieri alla squadra. Lui va avanti per la sua strada, senza condizionamen­ti. Ha dimostrato di avere grandi qualità, ma già lo sapevamo».
Domenica, al termine della parti­ta con il Siena, lei e Ranieri vi siete abbracciati in campo. E’ bello vive­re certe emozioni, trentacinque an­ni dopo esservi incrociati nel setto­re giovanile? «Ci siamo lasciati andare, vista l’importanza di quella vittoria, arri­vata negli ultimi minuti con grosse difficoltà, dovute anche alle nume­rose assenze che avevamo. Il rap­porto con Claudio è ottimo, è un grande lavoratore, uno che non tra­scura neppure il minimo particola­re».

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