Amedeo Amadei fu il bomber del primo scudetto giallorosso. Nato a Frascati il 26 luglio 1921 “il foranretto”, soprannominato così perché il padre era proprietario di un forno nei pressi dei castelli romani, aveva il calcio nel sangue. All’insaputa dei genitori azzardò, giovanissimo, un provino con la Roma: da lì si aprirono le porte di una grande carriera. Giocò nella Capitale dal 1935 al 1948, nel 1938 ci fu una brevissima parentesi in serie B con l’Atalanta. Amadei mise in mostra da subito il suo grande talento: esordì in giallorosso a soli 15 anni e il 9 maggio 1939 segnò contro la Lucchese la sua prima rete, fu il giocatore più giovane a segnare in serie A. Il Fornaretto era velocissimo e aveva un tiro dalla distanza che pochi potevano vantare: con la Roma realizzò ben 101 goal in 389 partire, diventando uno dei più forti marcatori di tutti i tempi. Il suo carattere generoso e mite, affiancato dalle numerose reti, lo fece entrare ben presto nel cuore dei tifosi giallorossi: si stupirono tutti quando rimase coinvolto in una rissa nella partita di Coppa Italia contro il Torino.
Amedeo Amadei
Presidenti Roma: Pietro Baldassarre, la cessione di Amadei e parecchio amaro in bocca
18 novembre 1944: Pietro Baldassarre indossa abiti presidenziali – li sovarppone a quelli, onorevoli, dell’attività politica – e viene insignito del titolo di massimo rappresentante della A.S. Roma. Nomina decisa dall’Assemblea dei soci mentre il conflitto mondiale teneva banco per la seconda volta nella storia.
Alle spalle, il primo scudetto della storia capitolina (stagione 1941/42) ma anche la sospensione del campionato nazionale per due anni, nel corso dei quali le squadre disputarono dei tornei locali di scarsa importanza. Casacca giallorossa, su Baldassarre, per i quattro anni successivi: il deputato del parlamento prefascista, si trova tra le mani una formazione di scarse ambizioni e nella quale si ricordano – con affetto prima ancora che per meriti sportivi – due romani di stazza limitata. L’ala sinistra Omero Urilli detto “er Zanzara”, che dopo la trafila delle giovanili nella Roma prosegue la carriera in formazioni minori (M.A.T.E.R. e Alba) per poi riapprodare in giallorosso nel 1944 e vincere la Coppa Città di Roma e la seconda edizione del Campionato romano di guerra. Il centrocampista Enrico Schiavetti, anch’egli rincasato tra i capitolini dopo aver tentato esperienze professionali a Palermo e Sora.
Il pallone è un lampo che viene e sparisce; le competizioni sono piccoli squarci su tele di dolore che riconducono alla Guerra. e tra le file della Roma di quel periodo – le squadre si somigliano tutte, in tal senso – vi sono figli della deportazione e reduci da campi di prigionia e concentramento. Ciucci, Gnemmi, Bordonali.
BALDASSARRE. Eletto deputato nel primo dopoguerra tra i radicali e confermato nella lista dei combattenti per la legislatura successiva (1921) e diventato poi massonico. Le sue stagioni alla guida dei capitolini sono un ventaglio di ricordi (più)agro(che)dolci.
Nel 1943/44 la guerra pose un freno al campionato: tutto sospeso, le società calcistiche della Capitale continuarono la loro attività organizzandone uno Romano. Molti dei calciatori delle passate stagioni avevano alsciato Roma: Coscia, Pantò, Risorti, Brunella, Ippoliti e Donati. In panchina, il portiere-allenatore Guido Masetti: le squadre partecipanti furono A.S.Roma, Tirrenia, Mater, Juventus, Vigili del Fuoco, Avia, Alba, Elettronica, Trastevere e Lazio. S’impose quest’ultima, un punto più della Roma. Lombardini (21 gol, Lazio) capocannoniere, Amadei dietro di cinque marcature.
Nel 1944/45 stesso tipologia di campionato (partecipano A.S. Roma, Ala Italia, Italia Libera, Albaerotecnica, Mater, Lazio e Trastevere), stavolta vincono i giallorossi di quattro lunghezze sulla Lazio. Inoltre, la Roma si aggiudica anche la Coppa città di Roma battendo in finale il Mater (si gioca il 7 gennaio 1945, il risultato è 4-1).
Allenatori Roma: Alfred Shaffer, tecnico del primo scudetto
Alfred Shaffer è l’allenatore che ha guidato la Roma alla conquista del suo primo scudetto. Giunto nella capitale nel 1939 cominciò ad allenare i giallorossi dalla 27a giornata prendendo il posto di Guido Ara e concludendo al 7° posto una pessima stagione. Il campionato seguente, quello della stagione 1940/41, fu addirittura peggiore.
La Roma arrivò undicesima, unica cosa da portare in risalto, i 18 gol del giovane attaccante Amedeo Amadei che nella classifica finale dei marcatori fu secondo soltanto all’attaccante del Bologna Ettore Puricelli. Il 1941 fu l’anno dei primi bombardamenti nel nord-Italia e una serie di circostanze contingenti, tra le quali la chiamata di molti calciatori alle armi, favorì cambiamenti radicali in vetta.
A giovare della situazione fu propio la Roma di Shaffer che parti a razzo grazie ai gol di Amadei e si ritrovò prima al giro di boa inseguita dal Torino. Nel girone di ritorno ci fu un testa a testa da brividi tra i giallorossi e i granata con sorpassi e controsorpassi.
Il 14 giugno 1942, all’ultima giornata, battendo il già retrocesso Modena al termine di una straordinaria cavalcata, la Roma divenne Campione d’Italia per la prima volta nella sua storia. Soddisfazione non da poco per l’allenatore ungherese che però l’anno seguente, stagione 42/43, dopo una serie di risultati deludenti fu allontanato e a prendere il suo posto fu il connazionale Geza Kertesz. Un vero peccato perchè in realtà la stagione di Shaffer era iniziata sotto i migliori auspici.
Ranieri: “La Roma aveva bisogno di una determinazione diversa”
Claudio Ranieri, ai microfoni di Radio Radio, a margine del premio per giovani calciatori “Città di Frascati Amedeo Amadei”, organizzato dal Roma Club Frascati, ha dichiarato: “Ci sono state partite dove abbiamo giocato bene. La Roma aveva bisogno di una determinazione diversa. Era caduta in disistima. La Champions è vicina? Sì siamo ad un punto. Ma sappiamo che il cammino è lungo. La Sampdoria ha perso tre partite consecutive, ci aspetterà una partita bella e difficile. Ma saremo pronti. Cassano? E’ un supercampione, ha colpi fantastici. Dovremo stare molto attenti perché c’è un’intesa d’oro tra lui e Pazzini. La Champions? Mi dispiace per le eliminazioni, così perdiamo punti nel ranking Uefa. L’italia ha 4 posti e dobbiamo tenerceli stretti.
Domani Campo Testaccio compirà 80 anni
Domani il Campo Testaccio compirà 80 anni. Il campo venne
175 volte grazie a Francesco Totti
Vale la pena dirlo, soprattutto da romanisti: perchè in noi c’è la certezza che tutti quei gol, il Capitano li ha firmati con addosso i colori della sua vita professionale e personale. Il giallo e il rosso. 175 reti messe nel sacco agli avversari della Roma e grazie alle quali Francesco Totti ha preso per mano la squadra in ogni occasione: lui, il Capitano, le ha vissute proprio tutte. Anate storte e stagioni sensazionali, giornate grigie e notti stellari.
La doppietta messa a segno con il Lecce ha consentito a Francesco Totti di entrare nella storia del calcio italiano. Il capitano si è infatti piazzato al 10° posto nella graduatoria dei più prolifici ed ha scavalcato di una rete (175) il grande Amadei che si era fermato a 174. Non solo, Francesco è soltanto a tre gol da Giampiero Boniperti, ed è diventato questo il suo obiettivo da qui alla fine della stagione.