Rosella Sensi, serve un piano per il D-day

di Redazione Commenta


 Milano Finanza ripropone l’astioso dilemma societario: martedì 23 febbraio arriva il giorno del giudizio. Rosella Sensi, Italpetroli, A.S. Roma: altra data fondamentale per capire di che morte morire. Testuale:

Martedì 23 febbraio sarà il D-day per la famiglia Sensi, per la Compagnia Italpetroli e di conseguenza per le sorti della A. S. Roma. L’assemblea dei soci della holding dovrà prendere atto che il 2009 si è chiuso in perdita, dopo che già nel 2008 il rosso ammontava a 33 milioni. Gli azionisti quindi dovranno trovare una soluzione, magari valutando la ricapitalizzazione. Questo perché c’è il fondato rischio che il patrimonio della Italpetroli possa assottigliarsi anche alla luce del fatto che il capitale sociale ammonta a soli 50 milioni e sussistono tutte le premesse per l’applicazione dell’ex articolo 2446 del codice civile (abbattimento del capitale). I soci, Unicredit (49%) compresa, hanno ben presente che il tema non è solo quello della sostenibilità dei business (stoccaggio, immobiliare e calcio) ma soprattutto quello relativo ai presupposti della continuità aziendale. Tutto ciò, nonostante il fatto che la Roma, oggi seconda in classifica alle spalle dell’Inter, sia quasi sicura dell’accesso in Champions League, i cui diritti tv garantiranno incassi fondamentali per puntellare il bilancio. Ma ciò non basta a far fronte ai debiti accumulati nei confronti di Unicredit e Mps (400 milioni).

Senza contare che che i Sensi non hanno onorato le ultime scadenze e non hanno ancora presentato un progetto di ripianamento nonostante il supporto dell’advisor Mediobanca. Perciò martedì 23 la famiglia dovrà presentare un piano che magari preveda, come già suggerito dal socio bancario, la separazione delle attività industriali da quella calcistica. Altrimenti sarà dura sostenere che Italpetroli possa continuare a mantenersi in linea di galleggiamento. Perciò in ambienti romani si sostiene che l’ultima ancora di salvezza è rappresentata dalla ricapitalizzazione della holding Italpetroli. Resta solo da decifrare la posizione dei Sensi: saranno disposti a immettere liquidità o preferiranno diluirsi e lasciare spazio a Unicredit?


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