Roma e Milan, l’Inter è appena più avanti

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Da Il Corriere della Sera:

Il momento è solenne e l’importante è fare gruppo. Così sono scattati il silenzio stampa e la precettazione collettiva per la trasferta di Udine: arruolati anche gli squalificati e gli invalidi. Josè Mourinho, squalificato pure lui, ha reagito a modo suo alle turbolenze della partita con la Samp. Al di là del fantacalcio e dei complotti veri o presunti, l’Inter in campionato ha perduto un po’ di brillantezza ed è come quello in fuga solitaria nel tappone del Giro d’Italia che ad un certo punto si accorge di essere tallonato da un paio di inseguitori. I nerazzurri hanno pareggiato le ultime 3 partite e nel 2010 hanno vinto soltanto la metà delle 8 gare giocate. In totale fanno 16 punti e oggi a Udine, contro avversari sull’orlo di una crisi di nervi come dimostra lo schizofrenico balletto in panchina (Marino-De Biasi-Marino), si troveranno a rattoppare una formazione in cui, tanto per dare l’idea dell’emergenza, Thiago Motta potrebbe addirittura fare il libero. Le assenze di Cordoba, Samuel, Cambiasso e Muntari sono macigni, anche se tutto si può dire di Mourinho tranne che non abbia saputo infondere carattere alla sua squadra: quando hanno l’acqua alla gola, i campioni d’Italia reagiscono come un serpente a sonagli.

Leonardo invece non è in silenzio stampa e ieri ha estratto dal repertorio di quel fuoriclasse che è stato una serie di concetti che noi in Italia non ne vogliamo sapere di metabolizzare: «Nessuno vince un campionato perché ha avuto un episodio arbitrale a favore: chi vince lo merita perché è stato costante. Per questo non riesco a dare peso importante ad episodi specifici» ha infatti affermato. Niente da fare: noi non riusciamo a convincerci che l’arbitro faccia parte del gioco e non si riesce a capire perché un attaccante possa sbagliare un gol a porta vuota senza che nessuno faccia una piega (o quasi) e a un arbitro, al contrario, non sia consentito di sbagliare a modo suo, negando un rigore alla Fiorentina contro il Milan o al Chelsea contro l’Inter. Così se i nerazzurri fanno della tensione il loro propellente, il Milan si è portato a 4 punti dalla vetta con la forza dei nervi distesi. Nel 2010 i rossoneri hanno giocato 9 partite, vincendone 6, pareggiandone 2 e perdendo il derby: 20 punti incamerati. Oggi contro l’Atalanta ecco subito la controprova perché l’ultima volta a San Siro contro una formazione con l’acqua alla gola non è che sia andata benissimo (1-1 con il Livorno). A Roma Claudio Ranieri è impegnato a disinfettare le ferite procurate dall’eliminazione in Europa League. Quello giallorosso è un ambiente umorale e ondivago e, come sottolinea il successore di Spalletti, «la normalità viene proprio quando puoi perdere». Certo, con un background di 7 successi consecutivi in campionato il rischio che per la legge dei grandi numeri oggi a Napoli possa interrompersi la folle rimonta scattata dopo il traumatico 2-2 di Cagliari, è reale, soprattutto in assenza di pedine-chiave del calibro di Pizarro, Totti, Toni e (forse) Julio Sergio. Resta il fatto che nel nuovo anno la Roma ha incamerato 22 punti in 8 partite, 6 in più dell’Inter. È per effetto di questi numeri, certamente più credibili degli sproloqui verbali, che la squadra che era sola al comando, la cui maglia era nera e azzurra, adesso è un po’ meno sola. In attesa dell’ultimo sprint.


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