Ranieri alla Roma: “Noi, più forti del San Paolo”

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Riprendendo le frasi più significative della conferenza stampa di Claudio Ranieri, Il Messaggero tenta una disamina della gara tra Napoli-Roma in programma allo stadio San Paolo:

«Bisogna reagire». E il primo dei tanti slogancon i quali Claudio Ranieri si presenta a Napoli. Utili per caricare il gruppo, incompleto e fiacco, dopo l’eliminazione di giovedì. «Voglio vedere la Roma che conosco», «non eravamo imbattibili prima e non siamo ora gli ultimi arrivati» e «non firmo mai per un pari prima di giocare», gli altri più significativi. Parole mirate alle certezze da ritrovare subito, nell’ultima gara di febbraio: oggi pomeriggio al San Paolo in palio c’è la partecipazione alla prossima Champions. Che non è solo obiettivo stagionale giallorosso, maanche del presidente partenopeo Aurelio De Laurentiis e di Walter Mazzarri. Il Napoli è quinto, a un punto dalla Juve quarta. La Roma, pur avendone dieci di vantaggio, non si può permettere soste o distrazioni. Soprattutto nella città in cui ogni numero ha una sua storia, una sua favola e un suo significato. Leggendo quelli che accompagnanola sfida c’è da sbizzarrirsi: da tredici stagioni gli azzurri non vincono contro i giallorossi e da tredici mesi Lavezzi non fa gol nel suo stadio.

E come se non bastasse, digiuno di reti per la squadra di Mazzarri, nelle ultime tre partite casalinghe, finite tutt’e tre 0 a 0. Per risalire a un successo interno, bisogna tornare al 10 gennaio, contro la Samp: guarda caso con l’ultima rete di un attaccante partenopeo, Denis. Ranieri, insomma, sa bene che clima ci sarà al San Paolo. Ma, proprio ripartendo dalla sconfitta con il Panathinaikos, si fida della Roma: «Veniamo da una grossa delusione. Però, la squadra è rimasta squadra, siamo usciti a testa alta e nello stesso entreremo in campo contro il Napoli. Nel secondo tempo di giovedì ha dato tutto, come gli ho chiesto io. Tutto ciò ci deve dare energia positiva da mettere in questa sfida tosta e vibrante». In classifica la Roma deve difendere soprattutto il terzo posto. L’allenatore evita di fare conti e tabelle: «Io le somme le tiro alla fine e mai a metà dell’opera. Ci attendono due partite importantissime, ma non sarei contento di due pareggi. Io provo sempre a vincere, firmo solo per una vittoria o per un obiettivo. Il Milan ha un punto in più e vogliamo riprenderlo. E dobbiamo tenere lontane le squadre che ci stanno dietro». Non vuole sentir parlare di mentalità vincente: «Ce l’hai quando le cose vanno bene. E diventa perdente quando perdi. Questa squadra, nell’ultima Champions è uscita tra gli applausi con l’Arsenal, per cui non dobbiamo metterci in testa delle teorie che non stanno nè in cielo nè in terra. Ci sono squadre che magari sono al tuo livello, vengono con tutti i giocatori e riescono ad esprimersi al meglio e tu non ce la fai. Questo è il calcio, questo è lo sport». Qui fa,però,un paragone che non convince: «La Kostner è andata alle Olimpiadi e ha lavorato tantissimo, si è sacrificata una vita e poi è scivolata. Fa parte dello sport, bisogna abbracciarla per tutto quello che ha fatto nella sua carriera e continuerà a fare». Quattro cadute, come la pattinatrice, per la Roma sarebbero troppe. «Noi abbiamo avuto qualche minuto di sbandamento: non dobbiamo finire fuori strada. La voglia di strafare ci ha reso poco lucidi nel leggere la gara». Rimpiange Pizarro «che tiene la palla, ci fa ragionare e non ci fa trovare scoperti». Tranquillizza Doni: «Anche con Julio Sergio prendevamo quei tre gol». Qui allenò un anno e mezzo, lasciò Napoli nel ’93: «Esperienza bellissima e formativa. Troveremo una squadra determinata, veloce e col pubblico che gli soffierà dietro. La componente principale, però, sono i calciatori. Che chiedono sempre di recitare in un teatro stracolmo. Ci stanno aspettando da una settimana e noi dobbiamo essere forti e pronti a superare le difficoltà che abbiamo e che avremo».


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