Ranieri: “Prandelli da Nazionale, il record lo ignoro; a Firenze per dare tutto”

 Claudio Ranieri, in conferenza stampa alla vigilia di Fiorentina-Roma, lo sa. Che, dovesse espugnare l’Artemio Franchi dopo 5 anni che non si vince, la sua formazione gli garantirebbe l’ennesima dimostrazione del fatto che forse – per davvero – i traguardi pensati a inizio avventura erano figli di evidente sottovalutazione. Lo sa ma non si sbilancia, anche perchè se è vero che a lui spettano i meriti di una marcia inattesa e sorprendente, è sempre lui a dover garantire che si continui a procedere con i piedi per terra.
MEXES. L’ho convocato perchè dovrebbe essere disponibile: per me lo è, sta bene e il muscolo sta reagendo come deve. Non credo che domani ci saranno particolari problemi“.
TOTTI.Il Capitano ha reagito bene ai 90′ contro l’Udinese. Noi tutti sappiamo benissimo che dobbiamo utilizzarlo con il contagocce, però dopo la gara è stato brillante. Adesso valuteremo domani“.
TERRY.Difficile parlarne senza essere dentro il contesto. Sono problemi che non mi riguardano direttamente, so solo che mentre Ancelotti gli ha confermato la fascia di capitano, Capello gliel’ha tolta. Evidentemente, entrambi hanno fatto le valutazioni del caso: sia il manager del club che il Ct della nazionale. Rispetto le scelte, nulla da aggiungere“.
RECORD.Di quello non mi importa nulla. Penso solo che mi interessa esclusivamente la partita di domani, nella quale dobbiamo fare bene: pensate, se non ci foste stati voi giornalisti a ricordarmi del primato me lo sarei scordato“.
DIFESA A TRE. Domani è possibile anche questo: ho tre ottimi giocatori in difesa e la possibilità di fare delle scelte. Possono ruotare o giocare insieme. Se ce ne sarà bisogno, ci schiereremo a tre“.

Gilardino avverte Toni: “Voglio il Mondiale da titolare”

Alberto Gilardino, in realtà, Fiorentina-Roma non vede l’ora di giocarla. Non solo perchè l’ultimo ricordo è senza dubbio positivo (la vittoria dello scorso nno per 4-1 con tanto di doppietta per il bomber ex Milan) ma anche per mettere in chiaro con la concorrenza ogni tipo di gerarchia: perchè l’Azzurro fa gola a tutti e la Nazionale è, specie con il Mondiale alle porte, il non plus ultra degli obiettivi. Fare gol alla Roma significherebbe, in un colpo solo, lanciare un messaggio agli italiani, a Marcello Lippi, a Luca Toni (l’attaccante che proprio Gilardino ha dovuto rimpiazzare dopo la cessione di Toni al Bayern Monaco). E, ovviamente, aiutare la Fiorentina a portare avanti la rimonta verso il quarto posto. Dalle pagine de Il Messaggero:
Caro Luca, non mi spaventi. Alberto Gilardino lo dice con il sorriso ma con gli occhi del leone. Niente sfida nella sfida con Toni domani, ma una tensione lunga mesi quella che si prospetta nella marcia che porta al Mondiale.
“E’ normale che Luca punti ad un posto in azzurro e ad un ruolo da protagonista, con lui ho un ottimo rapporto e come lui ho segnato sedici reti in Nazionale. Ma non mi spaventa”. Chiaro il messaggio, dunque: Gilardino sogna e vuole un posto da titolare in Sudafrica.
“In questi mesi farò il massimo con la Fiorentina e poi è normale che ambisca ad un ruolo da protagonista al Mondiale”.
Sulla sua strada, però, anche Amauri e c’è sempre il caso Cassano, piombato con forza anche a Firenze.

Riise per Haiti e Save The Children, un gol da 65 mila euro

Il terremoto ad Haiti ha colpito John Arne Riise in maniera visibile. Gli oltre 200 mila morti e la devastazione totale di un Paese già povero di suo, hanno scosso il laterare della Roma che, in quattr’e quattro otto, ha deciso di fare qualcosa. Riise, a questo punto, non deve dimostrare più nulla. Dal punto di vista professionale, infatti, il campo parla per lui e lo fa – oramai – da parecchio tempo. Il giocatore della Roma meno sostituibile di tutti (anche per il fatto che manchi oggettivamente un sostituto in rosa) è apprezzato da colleghi, tifosi, allenatore, società. Ora, tanto di cappello per l’uomo, che è riuscito a fare quel che ci racconta Il Romanista:

Ranieri modella la Roma tra amore e Psiche

Il Messaggero, traendo le fila di un’analisi articolata rispetto ai numeri di Claudio Ranieri, chiosa con una conclusione chiara: Ranieri, per guarire la Roma, ha dovuto fare un lavoro psicologico più importante di quanto lo fosse quelo tattico (tant’è, il modulo di Luciano Spalletti in più di una circostanza è stato riproposto con successo). A ciò, aggiungiamo pure la forte componente affettiva che lega il testaccino ai colori giallorossi, e il gioco pare pressochè fatto. Il testo:

Ranieri e i numeri della Roma: a due gare dal record di Capello

Claudio Ranieri tenta con la Roma di superare, in un colpo solo, sia Fabio Capello che se stesso. Una striscia di risultati utili consecutivi da far tremare l’attuale commissario tecnico inglese: con il testaccino alla guida dei giallorossi, infatti, le gare senza sconfitt, racimolate una dietro l’altra, sono diventate la bellezza di diciotto (sette le vittorie consecutive). Ovvero, a una gara per battere il record personale di Ranieri (che a Firenze, stagione 1995/96 mise in fila 19 risultati utili consecutivi) e a due per detronizzare Capello dai vertici delle statistiche giallorosse: l’attuale Ct dell’Inghilterra, infatti, nella stagione 2003/04 portò la striscia di gare senza sconfitta fino a 20. Ne parla, con tanto di settagli, Il Tempo in edicola stamane:

Totti e la Coppa Italia: vincere per essere il giallorosso più titolato di sempre

Francesco Totti e la Coppa Italia: un rapporto di sfide, statistiche, curiosità, record e numeri. Il Capitano giallorosso è alla caccia della stella – decima Coppa Italia in bacheca – anche per diventare il calciatore della Roma più titolato della storia. Rispetto alle presenze in competizione, invece, il capitolino ne ha accumulate 44: sembrano distanti anni luce altri romanisti quali Di Bartolomei (52), Tancredi (56), Nela (63), Bruno Conti (64), Santarini (70) e Giuseppe Giannini (in vetta con 79 presenze). Eppure, dovesse acciuffare la Tim Cup 2010, Totti diventerebbe il calciatore della Roma più titolato della storia.  Ne parla – dato su dato – Il Romanista edizione odierna:

Fiorentina-Roma: Motta si scalda, Mexes tenta il recupero

 A due giorni dalla sfida serale del Franchi fra la Roma di Ranieri e la Fiorentina di Prandelli, a tener banco è la condizione fisica di Philippe Mexes. Il francese, sostituito da Juan al 35′ della ripresa nella gara contro l’Udinese, ha riportato una leggera contusione al quadricipite destro. A 48 ore dalla gara contro i viola, però, il francese sente ancora dolore alla coscia nonostante il drenaggio effettuato dallo staff medico societario. Tutte le decisioni sono rimandate a domani: se il dolore si affievolirà allora potrà tornerà in campo per l’allenamento di rifinitura prima della partenza per Firenze. Da Trigoria trapela ottimismo e fiducia nella sua presenza dal primo minuto contro la Fiorentina, in caso contrario è pronto Andreolli, vista  la squalifica di una giornata per Burdisso.
Nonostante gli ultimi dubbi da sciogliere l’undici iniziale anti-viola sembra fatto. La difesa dei pali sarà affidata a Julio Sergio, dopo il turno di riposo infrasettimanale nella gara contro l’Udinese. Tenendo conto le squalifiche e gli infortunati, la difesa dovrebbe essere composta da Motta – in vantaggio le sue quotazioni rispetto a Marco CassettiMexes, Juan e Riise. Daniele De Rossi e David Pizarro agiranno qualche metro più avanti, affiancati da Simone Perrotta e da Rodrigo Taddei. Mirko Vucinic e Francesco Totti guideranno la Roma all’attacco.

Roma, per Totti e i giallorossi il gol è un gioco di squadra

Fiorentina-Roma – La 23° giornata di A spalanca ai giallorossi i portoni di un Franchi mai troppo familiare. Anzi. E’ la bellezza di un lustro che Firenze s’è trasformata, per Francesco Totti e compagni, in fortezza inespugnabile. Motivi, ricette, valutazioni: Giulio Cesare – ci fosse ancora – ci avrebbe pensato lui. Una spedizione, forse sarebbe bastata anche mezza. Non c’è, evidente, ma la Roma di Claudio Ranieri – che a casa di Dante Alighieri, da allenatore capitolino, ci va per la prima volta – ha mezzi e strumenti per arginare le statistiche. Riscriverle. A leggerla semplice semplice, vien da dire che – eccezion fatta per la batosta dello scorso anno, quando la Fiorentina si andò a prendere la Champions League rifilando quattro pappine alla Roma – le trasferte al Franchi garantiscono belle partite, emozionanti, equilibrate. Già, perché se tanto mi dà tanto, c’è di mezzo la scoppola del 2009 ma le tre gare precedenti sono altrettanti pareggi. Ancora. Nelle ultime 25 sfide, solo in otto occasioni è successo che i giallorossi non riuscissero a piazzare almeno un gol: 29 quelli messi a segno complessivamente a fronte dei 33 della Fiorentina che, a reti bianche tra le mura amiche, ha chiuso solo in cinque circostanze. A difesa e attacco capitolino tocca assemblare una prestazione impeccabile, il centrocampo potrebbe garantire armonia tra i reparti: la coralità di manovra, fino ad ora, è stato il punto di forza di De Rossi e compagni. Per sacrificio e volontà di aiutarsi l’un l’altro, per la capacità di andare a rete con turnazione quasi regolare. Ha imparato a difendere, la Roma del nuovo corso, senza trascurare la fase offensiva, anzi. Si segna a turno, si segna tutti: le 37 marcature messe a segno fino ad ora in massima serie sono riconducibili a 14 giocatori differenti.

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