Mazzone: “Toni, Vucinic, Menez. Belli come lo Scudetto”

 Carletto Mazzone non può non parlare della Roma, soprattutto in un periodo del campionato nel quale i giallorossi provano a inserirsi tra i protagonisti della volata finale. Lo scudetto è l’obiettivo che tacitamente ciascun tifoso ha adocchiato: tra questi, anche sor Carlo pare farci più di un pensiero. Nelle parole dell’ex tecnico capitolino, riportate da calciomercato.it, si percepisce in un colpo la voglia di crederci fino alla fine.
SCUDETTO.Dallo scudetto alla salvezza passando per la lotta alla Champions League, un campionato aperto con un gran finale. L’organico dell’Inter resta superiore. Ci troviamo di fronte ad una bellissima stagione, ma molto dipenderà da come arriveranno fisicamente le tre in corsa, Roma, Milan e Inter: questa condizione, sommata al recupero degli infortunati, saranno le chiavi di volta“.

Ranieri: “E’ giusto che la città sogni, ma restiamo con i piedi per terra”

 La conferenza stampa di Claudio Ranieri alla vigilia di Bologna-Roma:
I FRANCESI GIALLOROSSI –Menez dove giocherà nelle prossime gare? Dipende da quello che richiederanno le partite e dipenden dalle esigenze della squadra. Lo sappiamo tutti che rende più da centrale, ma non si può avere tutto dalla vita. Vederlo così bene contro l’Udinese non ha creato rammarico per quello che non ha fatto finora; ogni cosa ha bisogno del suo tempo. Spero che gli applausi e i complimenti ricevuti da compagni e tifosi gli abbiano fatto capire quanto gli vogliamo bene. Mexes non aveva colpe specifiche nella partita di Livorno, doveva stare bene e bene sta”.

Lippi: “Scudetto? La Roma può farcela”

 Da Il Messaggero:

«Non mi piace fare percentuali, anche perché il traguardo è ancora lontano. Ma il campionato è riaperto e su questo non credo che ci siano dubbi. E, per lo scudetto sarà corsa a tre, perché anche la Roma può giocarsi le sue chances». Marcello Lippi, proprio nella stagione che porta al mondiale, prende atto della novità: il film di questo torneo è ancora tutto da scrivere. Anche il cittì, da questo punto di vista, diventa spettatore, pronto a gustarsi la volata per il titolo. Non dice, evitando di sbilanciarsi, chi avrà la meglio sul traguardo, anche perché i distacchi, con nove giornate ancora da giocare, sono minimi e ogni soluzione al momento è possibile.

Nel ’99 il Milan vinse lo scudetto in rimonta

 Da Il Messaggero:

Per ritrovare una squadra terza in classifica a nove giornate dalla fine che poi diventa campione d’Italia bisogna risalire alla stagione 1998-99, quando lo scudetto fu vinto dal Milan. Allora, i rossoneri recuperarono terreno sulla Lazio (che comandò la classifica fino alla penultima giornata) e sulla Fiorentina, che alla ventiseiesima giornata (il campionato allora era articolato su 34 gare) precedevano il Milan in classifica.

Il Giornale: l’avversario dell’Inter è la Roma

 Da Il Giornale:

Aveva ragione Ranieri: «Se loro vogliono perderlo…». Bene, l’Inter sta facendo di tutto per regalarci un po’ di thrilling. Letto nei numeri, la Nerazzurra si sta fortemente impegnando e le altre due si adeguano. Il Milan ha fallito il primo sorpasso e, magari, se ne pentirà nei secoli.
La Roma attende viaggiando a fari spenti, ma a velocità da fuori serie. Nel ritorno non ha subito sconfitte, è in testa al numero di successi (7), ha il miglior attacco, ha realizzato il maggior numero di punti, ha perso qualche colpo solo nei gol incassati: le sarebbe bastato non subire i tre di Livorno per posizionarsi in trincea con Samp e Milan (7). E, in effetti, il pari con la squadra di Cosmi potrebbe trasformarsi nel rimpianto dei sogni perduti, dannoso quanto l’1-1 dell’ultimo Milan col Napoli.

Biglietti Roma-Inter, sold out Curve e Distinti

 Da Il Romanista:

Botteghini presi d’assalto, ventimila biglietti in quattro ore, Curva e Distinti esauriti. Oggi, restano ancora le tribune. Oggi. Ma domani non è detto. Perché sabato contro l’Inter non vuole mancare nessuno. L’Olimpico viaggia di nuovo verso il sold out.
Il tutto esaurito. Ma stavolta era scontato. In tutti i sensi. I Roma Store e le ricevitorie Lottomatica non sono stati colti di sorpresa. Chi ha atteso dalle prime ore del mattino l’apertura delle serrande, è stato accontentato quasi subito.

Ranieri: “Roma città più bello del mondo, a volte lo dimentichiamo”

 Da Il Corriere della Sera:

È la città più bella del mondo ma noi romani, qualche volta, ce ne dimentichiamo. Camminiamo in piazze meravigliose, davanti a monumenti pieni di storia, come se attraversassimo una fabbrica. Le racconto cosa mi è capitato quando allenavo il Valencia. Partiamo in treno per Madrid e vedo alcuni dirigenti che scuotono la testa. Avevano visto dei palazzi scrostati, mal dipinti. Dicevano: non è possibile che chi viene da fuori abbia questa immagine della nostra città, dobbiamo parlarne con il sindaco. Mi piacerebbe importare dalla Spagna questo senso civico, questo amore per la propria città».
Claudio Ranieri, allenatore della Roma, nato a San Saba, cresciuto a Testaccio, casa acquistata ai Parioli. Quante Roma conosce?
«Una e tante. I miei genitori avevano una macelleria a piazza Testaccio. Ora, al suo posto, c’è una pescheria…».
Comprare casa ai Parioli e andare tutti i giorni a Trigoria, attraversando la città, non è stato un gran affare.
«Quando ho comprato casa non sapevo che un giorno avrei allenato la Roma. Lo speravo soltanto. Mi difendo uscendo molto presto la mattina».
Nanni Moretti ci ha fatto vedere quanto è bella Roma in moto. So che lei ne ha una d’epoca. La usa ancora?
«Ho una Gilera 124 5V. L’ho comprata a 16 anni.

Roma Club Testaccio, Sensi: “Questione di famiglia”

 Da Il Romanista:

Hanno fregato la stampa. L’hanno beffata in contropiede. Correte, svelti, laggiù ci sono la Sensi e Ranieri. Quando tutti si attendevano Juan e Riise, è venuta pure la Roma. Pure? Soprattutto. Rosella e Claudio erano ospiti della Storia, non di un semplice Roma club. È Testaccio. A via Ghiberti giri l’angolo, attraversi sulle strisce e stai su via Zabaglia. Lì c’è un campo che nel 2000 fu inaugurato da papà Franco Sensi. Si chiama campo Testaccio ma col mito c’entra poco.

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