Mazzone: “Roma, nessun dramma”

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 Carlo Mazzone non fa drammi: bruttissima Roma, lo riconosce, ma nulla è per ora compromesso. Da Il Romanista:

Brutta, veramente brutta. Non riesce a trovare altro aggettivo, Carlo Mazzone, per definire la (mancata) prestazione della Roma a Cagliari, sabato sera. «Diventa difficile anche capire cosa sia successo – dice, quasi sconfortato, il tecnico romano. – Erano anni che non vedevo una Roma così malridotta. Per carità, possiamo anche trovare delle “leggere” giustificazioni. A cominciare dal concentrarsi di eventi negativi: e penso agli infortuni che hanno condizionato le scelte di Ranieri, ma anche all’episodio del rigore o a quello che è successo a Daniele Conti. Per non parlare dell’uscita, forzata, di Francesco Totti… Ma, per il resto, ho assistito a un disastro. Di cui non riesco ancora a capacitarmi. Personalmente, mi aspettavo una gara difficile, contro una squadra ostica, supportata dall’entusiasmo dei tifosi e ben messa in campo da Bisoli, che è stato anche un mio ex giocatore, ma mai e poi mai così deludente».

Ha colpito soprattutto la fragilità psicologica, non nuova peraltro a questa squadra. Bisognerebbe innanzitutto capire quali siano le cause di un tale sfacelo. Ho visto giocatori molto al di sotto delle proprie possibilità. Ranieri è stato molto duro con la squadra, sostenendo che prendere quattro gol su palla inattiva denota una deconcentrazione che non può non comportare brutte figure. Ha ragione. E, probabilmente, è questa una delle cause. Ma non voglio commentarla più di tanto. In questo momento, è facile criticare la squadra. Contro cui si può dire tutto e il contrario di tutto. E non mi va di aggiungermi al coro di quanti, in questi casi, non aspettano altro per darle addosso. Ripeto che ho visto una brutta Roma, ma per parlarne criticamente bisognerebbe conoscere le situazioni dall’interno.
In questi giorni si è parlato tanto dei quindici anni trascorsi dall’ultima affermazione della Roma a Cagliari. Un successo che porta la sua firma, come allenatore, e quella di Fonseca, che da ex rossoblù realizzò una doppietta.
Non pensavo fosse quella l’ultima vittoria. Ricordo che fu una partita senza particolari episodi. Andammo in vantaggio, poi raddoppiammo. Una gara tranquilla, contro un Cagliari che non creò grossi problemi.
Lei, che conosce bene questa e quella piazza, come spiega un tabu di questo genere su quel campo?
Penso sia solo frutto del caso. Il Cagliari non ha una storia che giustifichi una qualche superiorità nei confronti della Roma. Ci sta, come è accaduto per altre squadre, anche forti, di non riuscire a vincere per lungo tempo su un determinato campo.
C’è chi sostiene che venire da una stagione come quella passata, in cui la squadra ha prodotto uno sforzo anche superiore alle proprie possibilità, comporti poi una difficoltà a rimotivarsi. Secondo lei?
Può anche essere vero. Però, uscire sconfitti da Cagliari 5 a 1… non trova spiegazioni. Perché si può perdere, certamente. Ma, ragazzi, non in quel modo! Con la squadra che non è proprio scesa in campo… Anche perché non giocavi contro il Real Madrid o il Manchester United. Ma contro una formazione che non può certo dirsi più forte di te. E a cui hai fatto fare un figurone. Si può provare ad essere comunque ottimisti e fiduciosi, in prospettiva. Torno a dire che mancavano giocatori importanti. Da Riise a Vucinic, da Mexes a Taddei. E allo stesso Francesco (Totti,ndr), senza contare Adriano. Aggiungiamo che, forse, si è affrontato l’impegno un po’ a cuor leggero. E ancora, l’espulsione al “pronti e via” e quello che ne è conseguito sul piano psicologico: tutte componenti che possono avere inciso sulla partita. Per mia natura, poi, non sono portato ad essere ipercritico. Perché riconosco le difficoltà che si possono incontrare, all’interno di una squadra, e che spesso prescindono dalla volontà dei singoli. Quanto all’essere ottimisti, la squadra dispone di un organico che le consente di guardare avanti con fiducia. A patto che alcuni giocatori abbiano l’umiltà di non sentirsi dei fenomeni.
In concreto, come se ne esce?
Lo stesso Ranieri ha detto che, in questi casi, i ritiri non servono a nulla. Serve una bella chiacchierata. Tra tecnico e giocatori. Con toni decisi e risoluti, certamente. Perché c’è bisogno di una scossa. Come è già accaduto lo scorso anno, quando la Roma incappò nelle sconfitte consecutive e seppe poi venirne fuori con una serie di punti straordinaria. Poi, urge recuperare gli infortunati, perché la squadra è chiamata ora ad un impegno ogni tre giorni.
I campi di Trigoria corresponsabili degli infortuni?
Può darsi, ma non sta a me entrare nel merito di queste valutazioni. Semmai, dico che lo stesso allenatore deve, a mio parere, rivedere qualcosa che non è sempre stato perfetto a livello di scelte. L’importante però è far presto. E riprendersi da subito, a cominciare magari già da Monaco di Baviera in Champions. La stagione è ancora tutta da giocare.


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