Livorno-Roma, ore 14: il batticuore. Forza giallorossi

di Redazione Commenta


 Dai Roma,
2400 tifosi hanno viaggiato fino a Livorno per aiutarti a cullare il sogno di una lotta serrata per lo scudetto. Il banco di prova dell’Armando Picchi è fondamentale: lasciala perdere la cabala, che i numeri – in certe occasioni speciali – sono lì proprio per essere sovvertiti. Annullati. Sei anni di mancate vittorie in casa dei labronici lasciano il tempo che trovano, se in ballo c’è la possibilità di giocarsela fino alla fine. Portarsi a -4 dall’Inter, con tanto di scontro diretto all’Olimpico: si può fare, lo sanno bene Claudio Ranieri e Rosella Sensi. Lo sanno i calciatori: da Julio Sergio, tornato custode per eccellenza, ai quattro della difesa. Cassetti, Burdisso, Juan, Riise: un quartetto consolidato e pronto a vendere cara la pelle. Lo sanno bene i due architetti, Pizarro e De Rossi, e non possono scordarlo proprio ora i due polmoni infaticabili che ti ritrovi in mezzo al campo. Perrotta e Taddei. Toni si porta dietro la carica di settimana scorsa – quando voleva, e non ha potuto, mangiarsi la difesa del Milan – che si aggiunge a quella di stavolta: che lui ci creda, viene da darlo per scontato. Rimane Menez, rimane Cerci: più affidabile l’italiano, legato all’ispirazione del momento il francese. Ma entrambi, sia Cerci che Menez, non possono non saperlo: vietato sbagliare. Guardalo, ogni tanto, quello spicchio di Picchi colorato di giallo e di rosso: che quei 2400 stipati nel settore ospiti si sono portati dietro l’amore immenso di una città (quasi) intera. L’eccezione di chi in questo momento non ti pensa la puoi pure digerire. Non ti curar di loro che, rintanati all’Olimpico, sono nel bel mezzo di un dramma sportivo. L’adrenalina che cresce è quella delle emozioni intense, forti. Fortissime. Perchè anche Livorno, in casi particolarissimi, val bene una messa.
Forza giallorossi.


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