Juventus – Roma: Ranieri che non ti aspetti, Totti vecchia maniera e Aquilani…

di Redazione Commenta


 Claudio Ranieri pacato, in conferenza stampa. Juventus-Roma alle porte mostra il lato del testaccino che meno ti aspetti. Meglio: è lo stesso della passata stagione, Ranieri. Sicuro e sereno. Riflessivo e calmo. Immagine perfettamente in linea con quella che siamo soliti associare all’allenatore della Roma ma improvvisamente discostante dalla proiezione di sè cui il tecnico aveva abituati nelle recenti uscite. Il silenzio forzato imposto dalla società, la pioggia di critiche alimentate dai risultati sul campo con conseguente impossibilità di replicare a tono (e nel momento congeniale), poi il ritorno ai microfoni. Dev’essere stato in quel lasso di tempo: riflessione intima, necessità di svoltare, esigenza di giocarsi il tutto per tutto. Riprendere in mano la squadra, riappropriarsi delle sorti del club: ebbene, Ranieri è sembrato Mourinho, il che non equivale a dire che Ranieri abbia imitato Mourinho. Non ne avrebbe bisogno. Semmai, è attestato di intelligenza: serviva serenità in un ambiente tramortito ed è lo scenario che, il giallorosso, ha provato a determinare. Occhi su di lui, gruppo protetto; titoli a caratteri cubitali che ne riportavano i virgolettati più interessanti e rosa tutelata; spogliatoio da ricostruire tra quattro mura ed esca per allontanare stampa e tv. Messa così, se il giochino del due più due ha dato quattro è soprattutto merito di Ranieri. Gliene va dato atto proprio mentre se ne riscopre l’altro volto. Claudio Ranieri, oggi, era pacato. Fa doppiamente notizia perchè di là, dall’altra parte del campo, non c’è un avversario qualunque. Per Roma, per la Roma come pure per lo stesso testaccino. Da cui, se dici Juventus, non ti aspetti pacatezza. Nonostante l’ottimo trend capitolino e sebbene i bianconeri non siano più – la squadra, la società – quelli di quei tempi là. Mancavano due giornate al termine del campionato 2008/09, la Juve era terza in classifica ma sei pareggi e una sconfitta inanellati da Ranieri bastarono alla dirigenza per esonerare il testaccino e preferirgli il figlio (Ciro Ferrara) di cotanto padre (Marcello Lippi?). Ferrara mostrerà più avanti (neo ct dell’Under 21) d’essere il pargolo di più di un padre putativo, Ranieri di non aver dimenticato. Allora, la conferenza della vigilia chissà che sarà.
 Invece, lui è calmo. Nel dire che si va a Torino per vincere. Che se Totti giocherà o meno lo si vedrà domani. Che non cerca rivalsa. Che Del Neri è un grande allenatore. Che i bianconeri sono una grande squadra. Che Del Piero e il Pupone hanno il dono di fare innamorare i propri tifosi. Che Aquilani è un giocatore splendido. Che Menez, col suo fiuto, e lui – Ranieri – col sano pragmatismo, si accordano. Carte nuovamente spaiate, la strategia – c’è, c’è – è da manuale. Parliamo di calcio – chiede l’allenatore della Roma – e di calcio si parli. L’ambulanza ha caricato sul lettino mezzo centrocampo: mancano Rodrigo Taddei e Simone Perrotta, manca David Pizarro e Jeremy Menez non sembra in condizione ottimale (oggi ha interrotto l’allenamento, è tra i convocati). Rivoltando il pensiero, significa che a centrocampo Fabio Simplicio resta ancora imprescindibile ma stavolta lo si può dire con maggiore ottimismo; Leandro Greco si ricandida per una maglia da titolare che soltanto la stanchezza potrebbe negargli (Matteo Brighi è in ogni caso pronto). Difesa speculare a quella schierata contro la Lazio: non c’è Juan – ancora in fase riabilitativa -, torna a disposizione Marco Cassetti, nessun cambio tra i centrali (Mexes-Burdisso), John Arne Riise vallo a toccare.
Buona possibilità di scelta in attacco:
Totti dovrebbe essere schierato dal 1′ e potrebbe anche rischiare di giocare in una posizione più avanzata rispetto a Marco Borriello (per lui, a questo punto, sarà solo turn over forzato: imprescindibile anche per l’enorme lavoro fisico). Sull’esterno di sinistra dovrebbe agire Mirko Vucinic (salvo sorprese tinte di bianco, rosso e blu dell’ultima ora. Jeremy Menez).
 AQUILANI.
Solo un paio di parole, nulla di più: “Mi batte il cuore, se segno non esulto“.  Vederlo in bianconero non piace: tra chi opta per l’indiffrenza, chi sceglie di dirlo con rabbia e chi rimpiange quei momenti là sto con questi. Rimpiango quei momenti là. Se non per l’indispensabilità del calciatore, per il fatto che quel “sacrificio” (si disse così) – all’atto pratico – è servito a poco. Mentre sul groppone sono rimaste mezze cartucce spacciate per pezzi da novanta.
Juventus-Roma, sabato 13 novembre stadio Olimpico di Torino (ore 20.45).
Probabil formazioni:
Juventus (4-4-2): Storari; Salihamidzic, Bonucci, Chiellini, Grosso; Pepe, Sissoko, Aquilani, Marchisio; Quagliarella, Del Piero.
A disposizione: Costantino, Sorensen, Felipe Melo, Camilleri, Iaquinta, Lanzafame, Amauri. Allenatore: Del Neri.
Roma (4-4-2): 27 Julio Sergio; 77 Cassetti, 5 Mexes, 29 Burdisso, 17 Riise; 30 Simplicio, 16 De Rossi, 23 Greco, 9 Vucinic; 10 Totti, 22 Borriello.
A disposizione: 1 Lobont, 2 Cicinho, 3 Paolo Castellini, 33 Brighi, 87 Aleandro Rosi, 19 Baptista, 23 Leandro Greco, 94 Jeremy Menez.
Allenatore: Claudio Ranieri.
Arbitro: Rizzoli di Bologna.


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