Lobont 6: lo sgarbo di Ranieri, di togliergli davanti quel perno che è Juan, lo paga eccome. E’ attento, interviene quando deve e cerca di richiamare i compagni all’ordine. Due tiri veri e due gol al passivo nella prima frazione sono un fardello di cui ha poche responsabilità
Cassetti 5,5: bastasse solo la volontà, nulla da dire. Il problema è che conta parecchio altro e Cassetti, spesso in affanno e costretto al fallo sistematico, si trova a fare i conti con black out che arrivano puntuali. Generoso nelle proprosizioni offensive ma sembra stanco.
Mexes 5,5: altra opportunità, altra prestazione opaca. Le sue non sono disattenzioni eclatanti ma sbavature che nel complesso pesano. Rischiarlo in una gara delicata è parso un attestato di stima che Ranieri poteva mostrare in altri momenti. Lui non sfigura ma non ha la stessa capacità di incidere che viene riconosciuta a Juan.
Burdisso 5: perchè sul gol gli va addossata buona parte di responsabilità e per il fatto che non sa prendere per mano la retroguardia nella maniera – lucida e sicura – in cui dovrebbe. Va da sè che senza Juan il perno sia l’argentino, ma va anche da sè che senza il brasiliano Burdisso non è lo stesso.


Squadra che vince non si cambia. Soprattutto adesso, con una crisi di risultati da lasciare alle spalle il prima possibile e con il solito problema di carenza, visto che nessuno tra gli infortunati – De Rossi, Vucinic, Menez, Julio Sergio – ha recuperato pienamente. Claudio Ranieri dovrebbe affidarsi all’undici schierato nel corso della sfida contro il Genoa: Lobont, dai pali, non si muove; le fascie restano di proprietà di Marco Cassetti (unico ballottaggio, quello tra l’italiano e Cicinho) e John Arne Riise mentre al centro della difesa il binomio Juan – Nicolas Burdisso (“I tre punti di sutura? Io gioco”) resta attualissimo. I quattro a centrocampo, con supervisione di David Pizarro, sono Matteo Brighi, Rodrigo Taddei e Simone Perrotta. Tandem offensivo, Francesco Totti e Marco Borriello.
Andrea Ronchi, ministro per le Politiche comunitarie, non ha mai nascosto la passione per la Roma nè, a maggior ragione, lo cela in un momento tanto delicato dal punto di vista societario e agonistico. Le parole di Ronchi a La politica nel pallone su Gr Parlamento:
Dallo Scudetto ad Auschwitz. Ovvero, tutta la vita di Arpad Weisz, allenatore ebreo, circoscritta in due estremità della retta. Dallo scudetto – nella civile Bologna – alla sparizione improvvisa per deportazione in uno dei luoghi più ameni che la storia abbia mai ospitato. Auschwitz. Si torna a parlare dell’opera scritta da Matteo Marani e pubblicata da Aliberti perchè il libro è stato presentato in mattinata presso la sala blu del Terminal 1 dell’areporto di Fiumicino. Erano presenti, nella circostanza, il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e due calciatori rappresentativi delle maggiori formazioni calcistiche della capitale.
Si riparte dalla Champions League. Se la vittoria contro il Genoa ha portato entusiasmo – non solo in seguito al punteggio ma anche per un gioco a sprazzi nuovamente spumeggiante – la sfida di domani contro il Basilea dovrebbe servire a una duplice funzione. ipotecare la qualificazione, certo, ma anche dare continuità a quanto di buono visto sabato sera. Neppure contro gli elvetici Claudio Ranieri potrà contare su Menez, Vucinic e De Rossi. Da repubblica.it: