Italpetroli – Unicredit: venti giorni per scrivere “The end”

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 MF Dow Jones:

Venti giorni. Un tempo equo, o se volete tranchant, comunque sufficiente per stare dentro o fuori. Alle volte basta anche meno per mettersi d’accordo e dirsi addio.
Venti sono i giorni che Unicredit e Italpetroli si sono dati per provare a mettere su un foglio due firme, una soluzione. Due firme: quella di Rosella Sensi e quella di Alessandro Profumo per mettere la parola fine di mesi di botta e risposta, di citazioni in tribunale, di comunicati stampa. La sigla “the end” ad un matrimonio nato diversi anni fa e andato avanti a fatica, soprattutto negli ultimi tempi. “Ampiamente disponibili a trattare”. Così si sono lasciate oggi le parti e in queste settimane vedremo se quel disponibili si trasformerà in un dato di fatto.
Trovare un accordo entro il 23 giugno, quando torneranno a sedersi attorno ad un tavolo presso lo studio del presidente del collegio arbitrale Cesare Ruperto. E se l’accordo di conciliazione non verrà trovato allora si passerà all’arbitrato che, secondo quanto si apprende,  non andrà oltre la fine di luglio.
Questo è quello che è emerso oggi durante la prima udienza arbitrale sul contenzioso tra Unicredit e la famiglia Sensi per risolvere la questione legata al debito di Italpetroli. Sono mesi che la partita si sta giocando e rigiocando in diversi campi. Dalle sedi convenzionali si è passati ai tribunali per finire da ultimo davanti ad un collegio arbitrale presieduto appunto da Ruperto, insieme a Enrico Gabrielli e Romano Vaccarella.
Oggi le parti, rappresentate dai legali Agostino Gambino per la famiglia Sensi e Francesco Carbonetti per Unicredit si sono incontrate e hanno messo sul tavolo le diverse proposte. Sulla base di quelle si procederà a trovare una soluzione entro il 23 giugno quando è stata convocata una nuova udienza dell’arbitrato. “L’udienza arbitrale e’ stata rinviata per un tentativo di conciliazione e in difetto di discussione finale. Ci auguriamo, da ambo le parti, che si possa raggiungere un accordo di conciliazione”, ha detto Gambino aggiungendo che ci sono margini di manovra per trovare un accordo.
Cosi’ come preannunciato nei giorni scorsi quella di oggi è stata un’udienza determinante per comprendere il futuro di Italpetroli e anche della As Roma, il club controllato dalla famiglia Sensi. Unicredit si è sempre detta intenzionata a chiudere la partita attraverso un accordo che contempli il passaggio dalla holding alla banca dei principali asset, compresa la Roma, a copertura del debito che ha raggiunto quota 325 mln di euro, interessi esclusi.
Nessuna dilazione e nessuna ristrutturazione del debito, per la banca di Piazzo Cordusio, può essere prevista dopo il piano approvato nel luglio 2008 e disatteso dalla famiglia Sensi. Per questo la partita si giocherà in queste settimane sull’oggetto dell’accordo. Cosa andrà ad Unicredit e cosa resterà alla famiglia Sensi. Gli avvocati sono già al lavoro.
Il 23 giugno se si presenteranno con le firme delle rispettive parti allora quell’accordo potrà essere inglobato in un lodo arbitrale. La data del 23 giugno inoltre non è secondaria, visto che entro il 30 giugno dovrà anche arrivare la certificazione e l’approvazione del bilancio di Italpetroli da parte di sindaci e revisori e dovrà essere convocata un’assemblea dei soci. Poche settimane per sapere se “la pietra tombale” su questa storia potrà essere realmente apposta o meno.


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