Totti torna ad essere la “bandiera”

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 La ‘bandiera’ ha ripreso vigorosamente a sventolare ma, a bordo della Roma, ci sono anche due pennoni ammainati. L’arrivo di Vincenzo Montella al timone della formazione giallorossa, infatti, è coinciso da un lato col rilancio di Francesco Totti, e dall’altro con l’accantonamento di Marco Borriello e Jeremy Menez. Il numero 10 romanista, assieme a Doni e Pizarro, è stato tra i giocatori che più hanno beneficiato dell’addio di Ranieri. Col tecnico di San Saba spesso e volentieri si accomodava in panchina o addirittura era costretto ad entrare a pochi minuti dal termine, come avvenuto in casa della Sampdoria a risultato ormai compromesso. Montella invece ha restituito Totti alla Roma e la Roma a Totti. Il capitano giallorosso, in virtù anche di una condizione fisica invidiabile, si è ripreso il ruolo di leader a suon di gol. Quattro quelli realizzati nelle ultime due giornate: prima la doppietta rifilata alla Lazio per firmare il quinto derby consecutivo vinto sui cugini biancocelesti, poi quella alla Fiorentina per non dire addio all’obiettivo quarto posto che vale il pass per i preliminari della prossima Champions League. Un poker che ha issato Totti a 201 reti in Serie A con la maglia giallorossa, a soli quattro centri da Roberto Baggio.

Se però la ritrovata ribalta del capitano romanista rappresenta la faccia sorridente della medaglia, l’altra, quella incupita, ha il volto di Marco Borriello. L’ex Milan, dopo un convincente avvio di stagione, si trova a vivere proprio in questo momento la fase più delicata della sua esperienza a Roma. Dichiarazioni fuori posto, comportamenti in campo più che discutibili (come il rigore scippato a Pizarro e poi fallito in Champions League) e, soprattutto, due ‘pesantì panchine consecutive in match decisivi come derby e Fiorentina rappresentano un mix negativo con cui fare i conti. Se non bastasse, a rendere ancor più amaro il boccone da digerire, c’è anche la mancata convocazione con l’Italia da parte del ct Prandelli. Insomma, anche se il riscatto a fine stagione dal Milan sarà obbligato (per 10 milioni di euro pagabili in tre annualità, ndr), non è così scontato un suo futuro in giallorosso, soprattutto se il modulo resterà il 4-2-3-1 e Totti continuerà a recitare il ruolo dell’highlander.

Borriello, però, è in discreta compagnia se si conta che l’altra faccia triste della Roma è quella di Jeremy Menez. Il francese, senza troppi peli sulla lingua, è uscito allo scoperto con una intervista a L’Equipe in cui ha confessato i suoi malumori. «Sono rimasto sorpreso e deluso dal fatto di essere finito in panchina da quando c’è stato il cambio di allenatore – le parole del giocatore -. Con Montella ho parlato, ma devo dire che non l’ho sentito sincero, avrei preferito maggiore chiarezza. Sto vivendo una situazione frustrante e non posso certo escludere una mia partenza la prossima estate». Dichiarazioni che a Trigoria non sono piaciute a nessuno, a cominciare dal direttore operativo Gian Paolo Montali che multerà il giocatore per non aver chiesto l’autorizzazione alla società per rilasciare l’intervista (esattamente come avvenuto di recente con Borriello, ndr). A cercare di smorzare polemiche e attriti interni è stato oggi Alain Migliaccio, procuratore di Menez: «È normale che Jeremy sia deluso: con Ranieri era titolare fisso mentre ora gioca meno – ha spiegato a Calciomercato.it -. Ma sta bene a Roma ed ha un ottimo rapporto con i compagni di squadra. Mi sembra prematuro parlare di una sua possibile cessione. Ha un contratto fino al giugno del 2012 e la sua volontà è quella di restare nella capitale. Dovremo capire poi chi sarà l’allenatore della Roma il prossimo anno. A fine stagione faremo un bilancio: qualora capissimo che il giocatore non dovesse rientrare nei piani del club, chiederemmo un incontro alla società per cercare altre soluzioni. Al momento comunque nessuna squadra mi ha contattato».

La ‘bandiera’ ha ripreso vigorosamente a sventolare ma, a bordo della Roma, ci sono anche due pennoni ammainati. L’arrivo di Vincenzo Montella al timone della formazione giallorossa, infatti, è coinciso da un lato col rilancio di Francesco Totti, e dall’altro con l’accantonamento di Marco Borriello e Jeremy Menez. Il numero 10 romanista, assieme a Doni e Pizarro, è stato tra i giocatori che più hanno beneficiato dell’addio di Ranieri. Col tecnico di San Saba spesso e volentieri si accomodava in panchina o addirittura era costretto ad entrare a pochi minuti dal termine, come avvenuto in casa della Sampdoria a risultato ormai compromesso. Montella invece ha restituito Totti alla Roma e la Roma a Totti. Il capitano giallorosso, in virtù anche di una condizione fisica invidiabile, si è ripreso il ruolo di leader a suon di gol. Quattro quelli realizzati nelle ultime due giornate: prima la doppietta rifilata alla Lazio per firmare il quinto derby consecutivo vinto sui cugini biancocelesti, poi quella alla Fiorentina per non dire addio all’obiettivo quarto posto che vale il pass per i preliminari della prossima Champions League. Un poker che ha issato Totti a 201 reti in Serie A con la maglia giallorossa, a soli quattro centri da Roberto Baggio.

Se però la ritrovata ribalta del capitano romanista rappresenta la faccia sorridente della medaglia, l’altra, quella incupita, ha il volto di Marco Borriello. L’ex Milan, dopo un convincente avvio di stagione, si trova a vivere proprio in questo momento la fase più delicata della sua esperienza a Roma. Dichiarazioni fuori posto, comportamenti in campo più che discutibili (come il rigore scippato a Pizarro e poi fallito in Champions League) e, soprattutto, due ‘pesantì panchine consecutive in match decisivi come derby e Fiorentina rappresentano un mix negativo con cui fare i conti. Se non bastasse, a rendere ancor più amaro il boccone da digerire, c’è anche la mancata convocazione con l’Italia da parte del ct Prandelli. Insomma, anche se il riscatto a fine stagione dal Milan sarà obbligato (per 10 milioni di euro pagabili in tre annualità, ndr), non è così scontato un suo futuro in giallorosso, soprattutto se il modulo resterà il 4-2-3-1 e Totti continuerà a recitare il ruolo dell’highlander.

Borriello, però, è in discreta compagnia se si conta che l’altra faccia triste della Roma è quella di Jeremy Menez. Il francese, senza troppi peli sulla lingua, è uscito allo scoperto con una intervista a L’Equipe in cui ha confessato i suoi malumori. «Sono rimasto sorpreso e deluso dal fatto di essere finito in panchina da quando c’è stato il cambio di allenatore – le parole del giocatore -. Con Montella ho parlato, ma devo dire che non l’ho sentito sincero, avrei preferito maggiore chiarezza. Sto vivendo una situazione frustrante e non posso certo escludere una mia partenza la prossima estate». Dichiarazioni che a Trigoria non sono piaciute a nessuno, a cominciare dal direttore operativo Gian Paolo Montali che multerà il giocatore per non aver chiesto l’autorizzazione alla società per rilasciare l’intervista (esattamente come avvenuto di recente con Borriello, ndr). A cercare di smorzare polemiche e attriti interni è stato oggi Alain Migliaccio, procuratore di Menez: «È normale che Jeremy sia deluso: con Ranieri era titolare fisso mentre ora gioca meno – ha spiegato a Calciomercato.it -. Ma sta bene a Roma ed ha un ottimo rapporto con i compagni di squadra. Mi sembra prematuro parlare di una sua possibile cessione. Ha un contratto fino al giugno del 2012 e la sua volontà è quella di restare nella capitale. Dovremo capire poi chi sarà l’allenatore della Roma il prossimo anno. A fine stagione faremo un bilancio: qualora capissimo che il giocatore non dovesse rientrare nei piani del club, chiederemmo un incontro alla società per cercare altre soluzioni. Al momento comunque nessuna squadra mi ha contattato».


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