
Da Il Corriere della Sera:
Dopo l’uscita di scena in Europa League, la Roma ha gestito il gestibile. Nel doppio confronto con Napoli e Milan Claudio Ranieri ha limitato i danni, provando a mantenere gli equilibri, salvaguardando le energie residue del gruppo e centrando due pareggi. Conservativi o strategici che fossero, gli ultimi due risultati, domani a Livorno ci sarà poco da calcolare: ora servono quei tre punti che i giallorossi non colgono dal 21 febbraio col Catania per riprendere il cammino e consolidare almeno il terzo posto in classifica. L’allenatore ha accolto con un certo disappunto le critiche sull’atteggiamento difensivista mostrato negli ultimi 180 minuti e ora aspetta dai suoi un segnale forte che inverta la tendenza e prescinda dall’utilizzo dell’assetto tattico, che potrebbe contemplare il ricorso a quegli uomini che hanno giocato meno rispetto ai compagni. Nessuno provi preventivamente a parlare a Ranieri di «filotto», ma ottenere il bottino pieno nelle prossime tre sfide contro le pericolanti sarebbe uno splendido viatico prima della sfida del 28 marzo con l’Inter.
Roma-Milan alle porte con tanto di novità legate alla difesa dei pali giallorossi: Alexander Doni sta per accomodarsi in panchina, Julio Sergio è in procinto di riprendersi il ruolo da titolare. Destini, quelli dei due brasiliani, diametralmente opposti rispetto a quanto accadeva lo scorso anno, nel corso del quale la titolarità di Doni non veniva messa in discussione da nessuno. Anzi, pilastro indiscusso di una Roma che se barcollava, non lo faceva certo per demeriti del suo estremo. Poi, una svolta radicale nel giro – appunto – di dodici mesi: Doni messo in panca per fare posto a Julio Sergio, in quella che è da leggersi come la prima, vera decisione effettuata da Claudio Ranieri da che fa l’allenatore della Roma. L’ex riserva, in questo lasso di tempo, ha a tal punto convinto piazza, squadra e società che i tifosi lo invocano a gran voce quando non c’è, il reparto di retroguardia sembra risentire della sua assenza, i vertici societari non possono esimersi dal considerare Julio Sergio quale pedina della Roma. Presente e futura.