Roma: il 17 giugno per continuare a scrivere la storia

 Dal Romanista:

Oggi si fa la storia. La doppia sfida scudetto che questo pomeriggio a Montepulciano vedrà impegnati Allievi e Giovanissimi Nazionali rappresenta un momento chiave per il settore giovanile giallorosso. «Questa è la dimostrazione che puntiamo sui giovani – ha detto il presidente Rosella Sensi -. Faccio un in bocca al lupo ai nostri ragazzi. A noi i giovani piace crescerli in casa e non prenderli da fuori». E non c’è dubbio che questi ragazzi siano cresciuti bene. Juventus e Milan, avversarie rispettivamente di Allievi e Giovanissimi, sono avvisate. La meglio gioventù romanista ha voglia di tirare fuori i sogni dal borsone e trasformarli in realtà. D’altra parte, oggi è il diciassette giugno. Per tutti i tifosi romanisti, questo non può essere un giorno come un altro.

Giacomo: 1400 chilometri per vedere la Roma

 Da Il Romanista:

Come giudichereste qualcuno che si fa 1400 chilometri in auto per andare a vedere una partita di calcio? Nella maggior parte dei casi, il primo pensiero sarebbe: questo è matto. Se credete che la passione sia sinonimo di follia, meglio che lasciate perdere. Anzi, evitate di dirlo a Giacomo. Chi è Giacomo? Semplicemente, il “folle” di qualche riga sopra. Un ragazzo di 36 anni che vive a Palermo e impazzisce per la Roma. Nessuno, nemmeno i suoi amici più cari, sanno spiegarsi come mai un siciliano doc sia finito ad amare il giallo ocra e il rosso pompeiano.

Vucinic, l’uomo dei sogni

 Da Il Tempo:

Il piccolo Vucinic cresce nel pancino di mamma Stefania, papà Mirko è un altro da quando ha saputo che presto a casa saranno in tre. Decisivo, combattente, leader, goleador. Mai visto un Vucinic così. Capocannoniere giallorosso in campionato con 13 gol, 19 comprese le coppe, 13 dei quali nel 2010. È lui a prendersi la copertina di un derby che per i romanisti sarà una goduria eterna. «Segnare una doppietta e vincere contro la Lazio è la cosa più bella del calcio», dice il montenegrino mentre inizia il delirio romanista. Rigore e punizione, le specialità di Totti.

Bari-Roma: con la mente al 17 giugno 2001

 Da Il Tempo:

Impossibile fare paragoni. Impossibile provare ad accostare la Roma dell’ultimo scudetto con quella attuale, non fosse altro perché quella il tricolore se lo cucì sul petto quel 17 giugno del 2001: fu il terzo della storia giallorossa. Questa invece, almeno per il momento, non ha ancora vinto nulla pur facendo registrare numeri record e una rimonta che ha dell’incredibile. Ma le assonanze ci sono, con Totti filo conduttore, un tridente che all’epoca segnò la svolta giallorossa e che adesso inizia a dare i suoi frutti anche alla gestione Ranieri. Capello lo usò a intermittenza fedele alla sua linea editoriale «primo non prenderle» e la cosa all’epoca fu anche focolaio di qualche polemica.

Nel 2001 a Bari la Roma si cucì un pezzo di tricolore

 La Gazzetta dello Sport ricorda l’esodo giallorosso a Bari l’anno dell’ultimo scudetto. Era la Roma di Fabio Capello, che in Puglia si cucì sul petto un pezzetto di tricolore:

Che festa. Chi c’era, quel 20 maggio 2001, non ha più smesso di raccontare. Ritenendo, giustamente, di aver preso parte ad un evento unico: mai visto, né prima né dopo. La partita – Bari-Roma 1-4, marcatori Candela, Batistuta, Cafu, ancora Batistuta e Spinesi per il Bari – fu poco più di un dettaglio.
La vittoria era scontata: per la forza della Roma, la pochezza del Bari, il clima di festa e l’aria di inciucio. Cassano era già un calciatore della Roma, Matarrese si preparava a incassare l’assegno, D’Alema che allora era in auge vigilò sul «regolare» svolgimento della partita dalla tribuna vip.

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