Julio Sergio: 6 – Neutralizza tutti i tiri che i compagni di reparto lasciano sfilare. Pochi i suoi interventi, ma è concentrato per tutti i novanta minuti.
Cassetti: 7 – Vola sulle ali dell’entusiasmo dopo il gol vittoria nel derby. La sua gara è pressoché perfetta. Ha il compito di bloccare sul nascere le giocate di Cassano e ci riesce magistralmente.
Burdisso: 6 – L’argentino ha grinta e tempi giusti per marcare la coppia Pazzini-Cassano. Soffre un po’ troppo le palle alte, ma nel complesso gestisce le poche occasioni dei blucerchiati con attenzione.
Juan: 6,5 – Si trova davanti Pazzini Cassano e Bellucci e senza battere ciglio li blocca su ogni azione. Concentrato e roccioso per tutti i novanta minuti.
Taddei: “Ranieri ha portato qualcosa in più”
Rodrigo Taddei, nel dopo gara di Roma-Parma, ha commentato il

Da Il Tempo:
Da Il Romanista:
Tre posti per nove maglie. In tredici giornate tutti presenti a dare una mano al centrocampo di Ranieri. Anche solo per pochi minuti. Simone Perrotta comanda i magnifici nove e li trascina attraverso schieramenti, tattiche e moduli diversi. Si è cominciati da Siena con il rombo, anche se la Roma nei primi 16 minuti della partita al Franchi aveva adottato un centrocampo robusto con 5 uomini a proteggere la difesa. Poi si è tornati al rombo, il modulo adottato per invertire la rotta di una squadra in crisi, in realtà era stato già adottato da Spalletti la scorsa stagione. L’idea risale al 4 novembre del 2008: dopo una serie nera di risultati, con la sfida contro il Chelsea il tecnico di Certaldo decise di mettere da parte il 4-2-3-1. Si affidò, per la circostanza, a De Rossi (veritce basso), Perrotta (interno destro), Brighi (interno sinistro) e Pizarro (vertice alto). I giallorossi surclassarono i londinesi per 3-1 e da allora Spalletti iniziò a disegnare le varianti della sua Roma sul 4-3-1-2. Ovvero sul rombo. Con il nuovo modulo i giallorossi conseguirono in campionato 11 vittorie (di cui cinque consecutive – dalla 12a alla 16a giornata) e 6 pareggi.