Roma: Nicolas e Guillermo Burdisso sono pronti

 Dal Romanista:

«Voglio restare alla Roma, e magari giocare insieme a mio fratello». Nicolas Burdisso non è uno che le cose le manda a dire, mai. Il Bandito giallorosso è uno di quelli che ci mette la faccia. Sempre. Domenica pomeriggio al fischio finale contro il Chievo è stato uno dei primi, insieme a Pizarro, ad andare sotto la curva romanista. Per prendersi i meritati applausi di una stagione, ma anche per rendere omaggio a un pubblico meraviglioso. «Sono stati fantastici».  Sull’aereo del ritorno ha parlato poco, ha preferito rimanere in silenzio per elaborare il “lutto” di uno scudetto sfumato al fotofinish, ma appena arrivato a Fiumicino ha ritrovato la parola. E, come al solito, non ha detto cose banali. Vicino a lui il papà, che gli somiglia tantissimo, e che ascoltava in silenzio le parole del figlio. Il prossimo anno Burdisso senior potrebbe coronare il sogno di ogni genitore che ha i figli calciatori, e cioè quello di vederli giocare entrambi nella stessa squadra: la Roma.

Burdisso, Riise: per la Roma, solo per la Roma

 Nicolas Burdisso e John Arne Riise hanno fatto il massimo. Nel corso dell’intero campionato si sono prodigati al meglio per una causa – quella giallorossa – che hanno portato nel petto in ogni secondo del proprio tempo. Vorrebbero dire “Grazie Roma” già adesso, ma sanno che va giocata la sfida contro il Chievo prima di tirare qualunque somma. Da La Gazzetta dello Sport:

Sarà per l’in bocca al lupo di Russel Crowe, ma ci sentiamo tutti Robin Hood. La simpatica canaglia della versione Disney. Indovinate chi sono i ricchi da derubare? Verona sarà la nostra Nottingham, gridano i romanisti. Diciottomila volpi oggi attraverseranno la foresta di Sherwood e giungeranno al Bentegodi. Senza arco e frecce ma felici delle loro gesta. Buoni contro cattivi, che non sono quelli del Chievo ovviamente. Robin Hood, Little John, Lady Cocca, Fra Tuck, conigli, tartarughe, procioni, parecchi gufi (qualcuno pare anche a Siena), un paio di scoiattolo. Contro il Principe Giovanni (Moratti), lo Sheriffo di Notthingam (Mourinho), il perfido e strisciante Sir Biss (Oriali), e un esercito di lupi, rinoceronti, coccodrilli, avvoltoi.
Affetto. Riusciranno i nostri eroi a vincere il torneo, liberarsi della prigionia del sogno, rubare tutto il tesoro nascosto nella stanza del principe, sposare le tante Lady Marion romaniste e mandare Giovanni, lo Sheriffo e Sir Biss a spaccare pietre, o in alternativa — come si dice Roma — a fare le grattachecche in Siberia? Impresa impari, almeno nel copione.

Roma: Ranieri ha blindato la difesa

 Dal Romanista

Comunque vada a finire, bisognerà ringraziare tutti. Partendo da Francesco Totti, proseguendo con John Arne Riise, lo stakanovista che non ha saltato praticamente nessuna partita, e via via gli altri fino a chi è sceso in campo solo per qualche manciata di minuti. Tutti meritevoli di un grande abbraccio per questa straordinaria stagione. Per una rincorsa entusiasmante. Ma, forse, i segreti della rimonta vanno ricercati nella difesa. E’ lì che Ranieri ha posto le basi per tornare in alto. E il sor Claudio non lo ha mai nascosto. Era il 30 settembre quando il tecnico, arrivato sulla panchina della Roma da poche settimane, rispose a Zeman, che lo aveva punzecchiato, dicendo: «Il calcio champagne lo lascio a lui. Io credo che con questi ragazzi abbiamo lavorato sulla difesa quanto lui non ha mai lavorato in carriera». I meccanismi difensivi hanno cominciato a funzionare: Riise è tornato quello di Liverpool, Burdisso si è dimostrato leader, Juan ha trovato continuità, Mexes ha accettato di non essere più titolare fisso e ha dato il suo contributo quando è stato chiamato in causa.

Chievo-Roma: Totti e compagni, patto d’acciaio

 Da Il Messaggero

«E adesso, vinciamo anche l’ultima». Il patto nasce negli spogliatoi dell’Olimpico, dopo la gara vinta contro il Cagliari, ancora rimontando e comunque faticando. I giocatori della Roma sanno quello che dicono e che cosa vogliono. Basta vederli in faccia. Julio Sergio, Burdisso, Juan, Perrotta, Pizarro, lo scatenatissimo Taddei, i romani Totti e De Rossi, quest’ultimo spesso insonne proprio perché non pensa ad altro. Sono i senatori a spingere il gruppo. E non sono pochi.

Roma-Cagliari: Toni saluta, addio o arrivederci?

 Da Il Tempo:

Arrivederci, addii, sogni e speranze. È una domenica in cui molti sanno o sperano, ma nessuno dice niente. C’è chi ha sicuramente visto per l’ultima volta l’Olimpico da romanista e chi corre più o meno lo stesso rischio. C’è chi, come Burdisso, vorrebbe restare ma ancora non conosce il suo futuro: «Spero di saperlo presto, vorrei rimanere qui». Il ds Pradè gli fa da eco: «Nicolas ha una mentalità vincente, cercheremo di tenerlo».

Chievo-Roma: i tifosi salutano la squadra

 Da Il Tempo:

Festeggiati come se lo scudetto l’avessero vinto. Ranieri e i giocatori della Roma hanno raccolto il sacrosanto tributo dell’Olimpico dopo una vittoria sofferta, la sintesi perfetta di una stagione delle emozioni forti. Calciatori esausti e felici, i figli in campo impazziti di gioia, la moglie di Burdisso a filmare le immagini di una giornata assolata e comunque indimenticabile.

Da Burdisso a Mexes: è stato bello. Addio?

 Da Il Corriere della Sera:

Saluti e commiati, arrivederci e addii. Roma-Cagliari di oggi potrebbe coincidere con l’ultima apparizione in giallorosso di molti protagonisti di una cavalcata comunque indimenticabile.Il pubblico dell’Olimpico sarà ancora numeroso: 50 mila spettatori, forse di più, che indosseranno la maglia di Totti in segno di vicinanza col capitano credendo nel miracolo. L’ultima gara casalinga stagionale, dunque, come occasione per ringraziare la squadra di Ranieri. Ma tre calciatori importanti, ancora all’oscuro del proprio futuro, temono sia la partita del congedo. Luca Toni, Nicolas Burdisso e Philippe Mexes hanno un desiderio comune: restare a Roma. Eppure la loro conferma è appesa a un filo, perché il prestito dei primi due è ormai agli sgoccioli, mentre il terzo rischia di essere sacrificato sull’altare del bilancio nel prossimo mercato. Attualmente, chi ha meno chances di restare per motivi economici – prima ancora che tattici – è proprio Toni. Il 27 marzo decise con un gran gol la sfida scudetto con l’Inter e ora, un mese emezzo dopo, la sua prospettiva è radicalmente cambiata. L’investimento sarebbe oneroso, anche se il Bayern non volesse monetizzare la cessione, perché l’ingaggio è elevatissimo soprattutto per un centravanti che sta per compiere 33 anni.

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