Roma: tante facce per una crisi

 Dal Messaggero:

Facce da crisi. Tante, troppe. Per non far torto a nessuno, diciamo pure un po’ tutti. Dalla società, all’allenatore, pesando per i giocatori, nessuno escluso. Facile sostenere oggi: colpa di Ranieri o, per rimanere al tema del lunedì, di Totti. Scontato, banale. Ma qui, se il gioco non funziona, è anche perché tanti protagonisti della scorsa stagione, per un motivo o per un altro, latitano, non sono al meglio, pensano ad altro oppure vengono da infortuni pesanti. Partendo dal portiere (Julio Sergio) che non c’è, arrivando a Vucinic che, rispetto al trend del girone di ritorno, è indietro. In mezzo, tanti altri: Riise, Burdisso, Juan, Pizarro. Tutti al di sotto dello standard, e c’è anche chi, come Adriano, è venuto a Roma con mille buoni propostiti e in pratica non s’è mai visto.

Ranieri tira in ballo la paura

 Dal Corriere dello Sport:

La sconfitta del San Paolo riapre il dibattito sulla Roma di Ranieri. Come può il Napoli correre di più nella ripresa, dopo l’impegno di Bucarest di giovedì? E la scelta di schierare la Roma con lo stesso modulo del Napoli, con un atteggiamento tattico che adotta solo una volta all’anno, era davvero necessaria? Anche i cambi questa volta fanno discutere. La Roma è penultima in classifica, bisogna fare qualcosa. Ranieri si difende così: «Nel secondo tempo ci siamo impauriti per i contropiede del Napoli, non siamo riusciti a ripartire come nel primo. A metà ripresa ho scelto Vucinic per cercare la profondità, avevo visto Borriello stanco. Dobbiamo lottare e crederci, su ogni pallone, come nel primo tempo. Ci parleremo e troveremo la soluzione».

Sostituzione Borriello: Totti era pronto a uscire

 Dal Romanista:

Stavolta il primo a meravigliarsi quando sul tabellone luminoso delle sostituzioni ha visto il numero 22 di Borriello e non il suo 10, è stato proprio lui. Minuto ventidue della ripresa, Mirko Vucinic pronto a metà campo per entrare, il capitano dà un’occhiata verso la panchina, poi si gira dall’altra parte e fa per andare verso bordo campo. A sorpresa, però, stavolta non tocca a lui ma all’ex centravanti del Milan. Totti resta in campo fino al novantesimo proprio nel giorno in cui, probabilmente, non si sarebbe arrabbiato nemmeno lui visto che la sua prestazione non è stata sufficiente.

Vucinic e Julio Baptista pronti a entrare

Da Il Corriere dello Sport:

Ranieri si affida a Totti e Borriello, ma ha due armi in più per battere il Napoli. Partono dalla panchina Vucinic e Baptista, che lo scorso anno gelarono il San Paolo portando in vantaggio la Roma. Il 28 febbraio scorso i due attaccanti giallorossi sbloccarono il risultato nella ripresa, ma poi nel finale il Napoli trovò prima il gol di Denis e poi, nei minuti di recupero, quello di Hamsik per un rigore concesso per fallo di Juan che fece molto discutere.
Oggi partono dalla panchina, ma sono pronti ad aiutare la Roma a vincere.

Vucinic e Baptista, Buon Compleanno

 Da LaSignoraInGiallorosso.it:

Il  1 ottobre nascevano due bambini che avrebbero realizzato anni dopo il loro sogno di diventare calciatori professionisti. Uno,  Mirko Vucinic, nasceva 27 anni fa in una piccola cittadina dell’allora Jugoslavia , Niksic. L’altro, Julio Baptista, due anni prima in una delle megalopoli brasiliane per eccellenza, San Paolo. Migliaia di km di distanza ma la stessa voglia di giocare a calcio e di emergere. Il “Principe” di Niksic è un predestinato. Diventa subito il giocatore più giovane ad esordire nel campionato serbo-montenegrino a 16 anni, e si fa notare dai dirigenti del Lecce che nel 2000 lo portano a maturare nel salento.

Napoli-Roma: Ranieri conferma gli undici anti-Inter

 Dal Corriere dello Sport:

Ranieri prepara per Napoli una formazione molto simile a quella che ha battuto l’Inter. Rispetto alla gara di Champions contro il Cluj rientrano dall’inizio Cassetti, Juan, Riise e Borriello. Torna la difesa titolare (con la conferma di Nicolas Burdisso), l’unica che è rimasta im­battuta in questo inizio di stagione, anche con la variante di Mexes al posto dell’argentino, come era accaduto contro il Cesena alla prima giornata. In porta ancora Lobont, anche se Ranieri segue con attenzione i progressi di Doni. Il tecnico avrebbe potuto pensare an che a ripresentare la difesa a tre, come fece lo scorso anno a Napoli, ma questa volta non sarà possibile, considerata l’assenza per squalifica di Mexes.

Napoli-Roma: ballotaggio Vucinic-Menez, torna Riise

 Dal Romanista:

«Se fosse stato per me avrei giocato, ma mi hanno detto che, visto il problema che ho avuto alla testa, precauzionalmente sarebbe stato meglio evitare di giocare due partite di fila in uno spazio ristrettissimo di tempo». Parlava così John Arne Riise, martedì sera allo stadio prima della gara col Cluj. Una partita che il norvegese ha visto dal palchetto dello stadio Olimpico riservato ai giocatori giallorossi, una visuale che non conosce bene perché da quando è a Roma di partite ne ha saltate davvero poche, e quelle che ha saltato le ha saltate per squalifica e mai per infortunio o scelta tecnica. Per questo guardare i compagni che giocano gli fa un certo effetto.

Ranieri: “Roma, vinciamo insieme. Rinnovo? Firmo fino al 2013”

 Ecco l’intervista di Claudio Ranieri concessa al Corriere dello Sport:

Ranieri, alla luce di Inter e Cluj, possiamo dire che la Roma è guarita? «Credo sia ancora convalescente, sto cercando di portare tutti al top e siamo sulla buona strada. La gara di Brescia e quelle con Inter e Cluj ci hanno riportato a un livello dignitoso e ci hanno dato una grande carica psicologica. Ripeto, siamo sulla buona strada».
E’ certificato che lei sia un grande allenatore. Ma non ha vinto grandi trofei. Adesso ha una squadra competitiva per farlo?
«Il motivo per cui sono rimasto è proprio perché ho l’obiettivo di vincere a casa mia. Abbiamo cercato di creare una rosa larga perché in tutto il mondo si vince così, con un gruppo di giocatori che ti permette di non subire le assenze. Guardate l’Inter: ora vince più di tutti ma quanti anni ci ha messo Moratti prima di iniziare a raccogliere successi? Io ho il desiderio di vincere con la Roma da romano e romanista».
In Champions ha fatto giocare tutti i suoi attaccanti, ma solo Totti è rimasto in campo 90 minuti. Prepara la sua esclusione per la gara con il Napoli?
«No, avevo programmato con Menez che avrebbe giocato un tempo perché era stanco. Mentre Totti ora avrà un giorno in più prima del Napoli rispetto al tempo intercorso tra Inter e Cluj.

Borriello: l’arma in più della Roma

 Da Leggo:

«L’importante era vincere». Siamo d’accordo con Pradè. Per la Roma è stata dunque una partita importante, perché ha battuto il Cluj (2-1) e riassestato la classifica nel girone di Champions. Il resto si potrà rileggere con calma. Intanto possiamo chiederci se sia mancato più Riise, rimasto in tribuna ufficialmente per riposare (ma Ranieri lo aveva portato alla conferenza stampa della vigilia, come si fa con i titolari) ma sembra abbia avuto un giramento di testa, o Borriello. Fatto sta che è mancato qualcosa sulla fascia sinistra dove Castellini ha confermato di essere soltanto un ripiego e molto in attacco dove Vucinic ha sbagliato perlomeno tre gol facili: troppo facili per lui, abituato alle cose difficili.

Roma-Cluj: Borriello, gol da centravanti vero

 Dalla Gazzetta dello Sport:

A furia di fare e disfare, questa Roma in versione Penelope stava riuscendo in un’impresa epica: non battere il Cluj. Ranieri si era applicato con particolare dedizione allo stratagemma, facendo e disfacendo la squadra, soprattutto in attacco. Partito con Menez, ha ritirato fuori Adriano, proprio quando il motore della Roma aveva preso a girare a pieni giri. Ma l’Imperatore si piazzava subito davanti ad aspettare il pallone, come un centravanti amatoriale, così l’allenatore era costretto a disfare un’ultima volta, stavolta azzeccando la mossa: fuori Vucinic, dentro Borriello. A chi tocca nun se n’grugna, dicono a Roma. E infatti il montenegrino non faceva una piega, mentre Totti in cuor suo se la rideva. A questo giro, non è toccato a lui. Ma il gol non è arrivato comunque. «L’importante era vincere – dice il capitano -.

Per Pizarro si decide in extremis

 Dal Romanista:

«Pizarro e Cassetti sono stati convocati e quindi sono disponibili ma come le altre volte mi riservo fino alla rifinitura per decidere la formazione. Un allenatore prende in esame molti fattori prima di decidere chi mandare in campo, compreso il fattore psicologico». Non ha ancora deciso gli undici da mandare in campo, Claudio Ranieri, ma qualche indicazione nella conferenza stampa di ieri l’ha data. Sono 23 i convocati del tecnico, che ha voluto tutti in ritiro ad eccezione di quelli, Okaka, Julio Sergio e Taddei, che non sono in grado di scendere in campo. Cassetti e Pizarro, invece, sono in dubbio anche se tra i due il difensore è quello che sta leggermente meglio.

Allenatore Cluj: “Totti? Roma più veloce senza di lui”

 Dalla Gazzetta dello Sport:

Viva l’Italia a Cluj: l’avversaria dei giallorossi di Ranieri schiera tre «paisà»: il romano Ferdinando Sforzini, l’ex laziale Felice Piccolo, il bresciano ex Napoli e Catania Roberto De Zerbi. Il problema è che dei tre solo Sforzini, cresciuto nelle giovanili della Lazio, ha qualche speranza di partire titolare. «De Zerbi è un grande talento, madopo l’infortunio non sta ancora bene», spiega l’allenatore, Sorin Cartu, che il 10 settembre ha preso il posto dell’esonerato Andrea Mandorlini.

Roma, Vucinic: impossible is nothing

 I gol di Mirko Vucinic? Roba da “niente è impossibile”. L’ultima rete del montenegrino in occasione della sfida Roma-Inter è la conferma di quanto sostenuto. Da Il Corriere della Sera:

I tifosi della Roma, ormai, si sono abituati: sbaglia i gol facili e segna quelli che sembrano impossibili. Questo è Mirko Vucinic, prendere o lasciare. E a 27 anni da compiere il prossimo primo ottobre è difficile che in futuro possa cambiare. Tra le particolarità dell’attaccante montenegrino ce n’è anche un’altra, molto importante: gli piace fare gol alle milanesi. Su 37 gol in serie A con la maglia giallorossa, infatti, ne ha segnati 4 al Milan e 2 all’Inter. Quello di sabato sera, di testa in tuffo, con la Roma che non aveva ancora vinto una sola partita in stagione, è comunque uno dei più «pesanti» della sua carriera giallorossa.

Vucinic è fatto così: prendere o lasciare

 Dal Messaggero:

Prendere o lasciare, perchè lui è (ancora) fatto così. Genio e sregolatezza; capace di farti venir voglia di prenderlo a calci oppure di baciare dove cammina. Dipende da come si sveglia, dicono. Dipende da come gli va, maligniamo noi. Perché uno come lui potrebbe spaccare in due qualsiasi partita, portandola sempre dalla propria parte. Invece, lui ancora troppo spesso stenta a diventare eroe, anche se solo per una notte. Ci riesce a intermittenza, soprattutto quando lo assiste più l´ispirazione che la gamba. Un artista? Forse. Del resto, non è un´opera d´arte quel volo sotto la Sud per andare a colpire il pallone, appoggiando la testa sullo scarpino di Lucio pur di vedere Julio Cesar in lacrime e la propria gente in festa? Un gol bello, bellissimo. Indimenticabile.

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