Guberti a Ranieri: “Mister, ora ti convinco!”

 Stefano Guberti è una delle note poco liete di questa prima parte di stagione. Non per responsabilità sue, sia chiaro. L’acquisto di mercato più importante – Nicolas Burdisso escluso, ovviamente – dellla società giallorossa vive un periodo poco felice da quando Luciano Spalletti – ovvero colui che lo ha voluto fortemente – ha lasciato i giallorossi.
L’ex barese, con Claudio Ranieri, ha avuto poco spazio e gli tocca mettere da parte ogni sogno di gloria vissuto nel corso delle prime giornate (quando ancora veniva schierato nell’undici titolare). Ora, piuttosto, quella smania di spaccare il mondo si è trasformata in voglia di rivalsa, ferma intenzione di fare il massimo per mettere in difficoltà un allenatore che pare non essere sicuro di affidarsi con costanza alla giovane ala.
Eppure, le parole di Guberti fresche di giornata e rilasciate a Roma Channel non sono le stesse di un calciatore demotivato, tutt’altro:

Mexes: “Spalletti, mi manca tutto; Ranieri va conosciuto meglio”

Il principale responsabile di una difesa ballerina, neanche a dirlo, si è ritrovato a essere proprio colui che i maligni chiamano “La Ballerina”. Perchè è bello ed elegante anche sul terreno di gioco. Inutile fare finta di no: in questo inizio di campionato, la vita calcistica di Philippe Mexes ha virato improvvisamente: da fenomeno a brocco, da indispensabile a panchinaro di lusso.
Nel corso del mercato estivo, si è fatto a gara – tifosi, dirigenti, compagni di squadra – per convincerlo a restare, lui che di offerte e di contratti ne aveva pronti a volontà. Il Milan, il Chelsea, il mercato spagnolo e quello francese. Carlo Ancelotti, suo grande estimatore, avrebbe fatto carte false pur di averlo in Inghilterra. Mexes ha deciso di restare con l’obiettivo di riscattare il fallimento dello scorso anno.
Non solo, certo, ma anche una questione di onore. Di dignità.
Un percorso da vivere insieme all’allenatore preferito, Luciano Spalletti. Mai avrebbe immaginato, Mexes, un avvio tanto disastroso e le dimissioni del tecnico toscano: un incubo. Sei reti prese nelle prime due giornate: l’approdo di Claudio Ranieri determina un lavoro certosino rispetto alla fase difensiva e Philippe Mexes è tra i primi a pagare la scarsa forma con l’esclusione dall’11 titolare. Lui che avrebbe voluto prendere per mano la Roma.
Come fanno Francesco Totti e Daniele De Rossi. Mexes che si era proposto quale riferimento di retroguardia, parte dell’ossatura irrinunciabile. Ranieri ci ha rinunciato eccome. Anzi: ci ha rinunciato e ha inanellato solo risultati utili. Utile, in tal senso, l’intervista rilasciata da calciatore a Il Messaggero in edicola oggi. Le parole del francese aiutano a capire qualcosa in più rispetto al momentaccio del centrale giallorosso. Eccole:

Christian Panucci: “Il Milan, la Roma, la Nazionale e tutto il resto”

 E’ l’ex per eccellenza di Milan e Roma. Con i rossoneri è cresciuto, con i giallorossi è esploso in maniera definitiva fino a diventare il campione che tutti abbiamo conosciuto. Ha saputo essere decisivo spesso, Christian Panucci, nello spogliatoio e in campo: non solo difensore di fascia (ma anche), non solo centrale difensivo all’occorrenza (ma anche), non solo goleador di razza (ma anche), non solo trascinatore (ma anche), non solo capitano in seconda (ma anche). Otto anni nella capitale, roba da non poterli certo dimenticare. Idolo dei tifosi, riferimento per i compagni, ottima spalla per ciascuno degli allenatori che si sono succeduti sulla panchina giallorossa.
Il Parma lo ha voluto con sè per far crescere i giovani della formazione di Francesco Guidolin di fianco ad una figura trainante; il Milan lo aveva illuso di offrirgli la possibilità di chiudere la carriera in rossonero. Poi non se n’è fatto nulla. Christian Panucci a cuore aperto: ce lo propone il quotidiano Il Tempo in una intervista esclusiva che vi riportiamo fedelmente.

Tre anni al Milan, otto alla Roma. Christian Panucci è il giocatore giusto per presentarci la sfida Milan-Roma di domenica sera.
“Credo sarà una gara molto bella, giocata a viso aperto da entrambe le squadre visto che tutte e due hanno questa mentalità. La gente si divertirà”.
Per chi farà il tifo?
“Che domande! Io sono romanista. Il mio sentimento è indiscutibile. Credo che la squadra di Ranieri sia più completa, quindi vincerà”.

Ag. Guberti: “Stefano non si muoverà dalla Roma”

 Claudio De Nicola, manager che cura gli interessi di Stefano Guberti, ha parlato del futuro del giocatore giallorosso: “Guberti via a gennaio dalla Roma? Per ora non se ne parla proprio. Io ho detto – spiega l’agente a romagiallorossa.com – che se Stefano non dovesse rientrare nei piani di Ranieri in maniera definitiva, a quel punto ci saremmo guardati intorno. Ma non ho detto a gennaio, anzi. Io credo che Stefano rimarrà alla Roma sino a fine stagione perché lui ha sposato il progetto Roma e la Roma ha creduto fortemente in Stefano. Ranieri lo utilizza poco? Ci sono dei moduli da rispettare e delle questioni tattiche di cui tener conto. In questo momento la squadra sembra aver trovato un proprio equilibrio che è diverso rispetto al modulo adottato da Spalletti. Sta a Stefano dimostrare quanto realmente vale e quanto può rendere. C’è anche da dire che Ranieri non l’ha visto durante il ritiro a Riscone di Brunico, però proprio qualche giorno fa leggevo che il mister elogiava le sue qualità in allenamento.

Milan-Roma tra indiscrezioni e prove di maturità

Prove di maturità. Milan-Roma si presenta come una sfida nella quale entrambe le squadre si trovano a cercare risposte in maniera immediata. Per i giallorossi è senza alcun dubbio la gara che può determinare gli obiettivi di una stagione ancora indecifrabile, nel corsao della quale si potrebbe – perchè no – anche finire a lottare con le prime in classifica. Il campo lo può dire: San Siro, per altro, è un terreno di gioco che da sempre esalta le motivazioni e le caratteristiche della Roma, abituata a incantare il pubblico del Meazza, specie se di fede rossonera. Luciano Spalletti, contro il Milan e su terreno ostile, non ha mai perso. Per il Milan, una prova ancor più importante: inutile nascondere che la formazione di Leonardo è, ad oggi, la grande delusione del campionato e si è vestita più da outsider – ovvero, potrebbe creare fastidio alle big offrendo all’occasione prestazioni da incorniciare – che da protagonista della massima serie. Manca continuità, al Milan, e un’idea corale che l’allenatore brasiliano non è ancora riuscito a imprimere. Poi, naturalmente, stanno latitando i campioni che, da Ronaldinho a Pato, si sono rifugiati da tempo tra le braccia di Morfeo. L’analisi proposta sulle pagine di Leggo va in questa direzione e merita di essere ripresa:

Milan-Roma, per Okaka possibilità di rientrare nell’11 titolare

Stefano Okaka, a Roma per crescere.

Voluto da Luciano Spalletti, che in fase di calciomercato aveva lasciato intendere di voler puntare sul giovanissimo attaccante con alle spalle trascorsi con la maglia del Brescia, pare che con l’approdo di Claudio Ranieri sulla panchina giallorossa non siano affatto diminuite le possibilità della punta di essere utile alla squadra.

Il tecnico testaccino, infatti, ha lasciato intendere, a suon di minuti concessi, che proprio Okaka – insieme con Faty – è il talento in erba su cui ha intenzione di puntare. Fisicità, tecnica, fiuto del gol: caratteristiche che tornano utili anche per consentire a Francesco Totti di rifiatare e gestire nel migliore dei modi la propria forma fisica.

La Gazzetta dello Sport ha ripreso l’argomento e, in vista della sfida contro il Milan, avvalla l’ipotesi che Stefano Okaka possa anche essere schierato tra gli undici titolari. Eccone la trascrizione:

Cicinho, grana (e grano?) blaugrana; Julio Baptista (forse) ingrana

 Un dubbio e una conferma. L’incertezza è data dalla permanenza di Cicinho in giallorosso, la certezza è che Julio Baptista si è detto, per bocca del procuratore, sicuro di restare a Roma. Detto questo, ce ne vorrà per capire se le parole daranno la spinta ai fatti o se, al contrario, faranno da apripista a scenari diametralmente opposti.
Il difensore brasiliano, che non ha ancora esordito nella stagione attuale ma che è in fase di riabilitazione avanzata, ha più di un estimatore: tra tutti, il Barcellona ed è pleonastico dire che, laddove i blaugrana decidessero di fare sul serio e concretizzare l’attenzione rivolta al laterale, sarebbe difficile dire di no ad un addio prematuro di Cicinho. Innanzitutto perchè il fascino dei blaugrana su qualunque calciatore (Zlatan Ibrahimovic docet) è indiscutibile, in secondo luogo per il fatto che – pur non rimarcandolo con cadenza quotidiana – la realtà economica della società giallorossa è sempre somigliante a un malato che necessita di cure. Nella fattispecie, cash a disposizione nell’immediato sarebbero un toccasana eccellente.

Ag. Brighi: “Lo Zenit? Troppi se e ma…”

 Brighi aspetta. Aspetta dalla scorsa estate, quando tramite il suo procuratore, Vanni Puzzolo, reclamò un ritocco dell’ingaggio. Tra l’agente e i dirigenti della Roma, all’epoca, i toni non furono propriamente teneri. Le polemiche, poi, sono rientrate, anche se il contratto non è stato ancora modificato: “Abbiamo usato buon senso – ha affermato Puzzolo a Romanews.eu -. D’altra parte Matteo ha un contratto, è un professionista serio e lo rispetta. Contiamo ora e sempre di avere un incontro per poterci chiarire. Non ci sono polemiche ma non c’è neanche un accordo. Per ora andiamo avanti“. Sulle voci di un possibile trasferimento allo Zenit con Spalletti: “Sono voci che ho sentito anche io ma per ora parliamo di niente. Spalletti non è andato là, Matteo ha un contatto con la Roma, mi sembra ci siano troppi se e ma per poter azzardare ipotesi.

Brozzi: “Gli infortuni? Non era colpa mia…”

 Non era colpa mia“. Non era colpa dell’ex medico della Roma. A Trigoria l’infermeria non ha smesso di essere affollata, anche dopo l’addio di Mario Brozzi. Dagli infortuni al rapporto con Spalletti, da Franco Sensi a Fabio Capello, passando per Totti e Aquilani. Il medico parla a ruota libera in un’intervista al Romanista:

NON ERA COLPA MIA. “Avete visto che non era poi tutta colpa mia? Se ci sono sempre tutti questi infortunati a prescindere da medici, probabilmente le cause vanno ricercate altrove. Oggi tutti si interrogano sul perchè avvengono gli infortuni. IL calciatore è come una macchina: se noi le usiamo troppo, le macchine si rompono con maggiore facilità. Un atleta va monitorizzato attentamente per evidenziare quelle vibrazioni che possono essere dei segnali d’allarme”.

Ranieri, marcia da secondo posto in classifica

Allo scetticismo iniziale di una piazza che, per la maggior parte, gli preferiva di gran lunga l’uscente Luciano Spalletti – le cui ragioni sono state sposate da più di un romanista – è subentrato, a suon di risultati, un consenso che va in crescendo. Pensiamo, nello specifico, a Claudio Ranieri che, dati alla mano, sta assolvendo al proprio compito con grande abnegazione e con il conseguimento graduale degli obiettivi prefissati.
Dopo aver mostrato, col supporto delle cifre, quello che è stato l’intervento immediato del tecnico testaccino (ovvero, la riorganizzazione di una difesa che ha smesso di essere perforata con eccessiva facilità), possiamo ancora una volta dare a Ranieri la pacca sulla spalla che merita per il lavoro fino ad oggi svolto in giallorosso. Il dato seguente è di quelli che, soli, potrebbero mettere Rosella Sensi e la società capitolina nella condizione di prendersi qualche rivincita e togliersi alcuni sassolini sulle spalle.

Pizarro, non solo lo Zenit: lusinghe da Spagna e Inghilterra

 Pizarro compagno di viaggio di Spalletti allo Zenit? Il punto interrogativo è d’obbligo, tanto più che il tecnico di Certaldo non è poi così sicuro di voler approdare in Russia. Tanto più che San Pietroburgo non sarebbe l’unica alternativa a disposizione del Pek, qualora non dovesse concretizzarsi il rinnovo di contratto con la Roma. Spagna e Inghilterra lo corteggiano, infatti, come apprendiamo da un articolo del Romanista che riportiamo integralmente:

Daniele De Rossi, Francesco Totti, Philippe Mexes e David Pizarro, erano questi i Fantastici 4 di Luciano Spalletti, che in seguito alla lista aggiunse anche Juan ma solo perché – dietro le quinte – sfumò il passaggio del brasiliano al Real Madrid. Oggi non è più così.

Spalletti al bivio: lo Zenit subito o il Milan domani?

 Lo Zenit da una parte, il Milan dall’altra. Luciano Spalletti si trova ad un bivio. Accettare la proposta del club di San Pietroburgo significherebbe privarsi della possibilità di allenare in Italia (il campionato in Russia inizia a marzo e termina a novembre): “Valutazioni che vanno fatte e che farò“, aveva ammeso Spalletti all’aeroporto di Fiumicino dopo l’incontro con i dirigenti dello Zenit. Aveva glissato, però, il tecnico sull’interessamento del Milan: “E’  una grande squadra, Leonardo, da persona intelligente quale è, saprà trovare le giuste soluzioni per farlo ripartire”. Ora sembra che la società di Berlusconi stia muovendo i primi passi per mettere nelle mani di Spalletti il Milan del futuro. Di seguito l’articolo del Corriere dello Sport che riporta la notizia del primo ‘sondaggio’ dei rossoneri:

Milan-Spalletti, ora si può. L’ultima indiscrezione, appena trapelata, è che il club rossonero ha chiesto indiret­tamente informazioni sulla situazione e sulle intenzioni dell’ex-allenatore della Roma.

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