Non rovinate lo sprint scudetto

 Da Il Messaggero:

Potremmo dimenticare Calciopoli, il Totonero, le tessere telefoniche, le designazioni concordate, le scelte di guardalinee ammiccanti. Abbiamo la grande, unica, splendida opportunità di riappropriarci del calcio, lo sport più bello del mondo, solo che lo si rispetti. Ce la siamo sin qui cavata, o quasi, grazie all’innesto di arbitri freschi e non usati. Poi Mourinho, e non un passante, ci ha messo sull’avviso: sentiva il rumore dei nemici.

Mourinho, lo vedi? Uno spettro di nome “Zeru tituli”

Da Il Messaggero:

Tutta l’amarezza dell’Inter è scolpita sul volto di Diego Milito. E’ lui a dover commentare la sconfitta dell’Olimpico. Mourinho resta in silenzio ancora una volta, nonostante sulla panchina abbia fatto l’inferno per svegliare la sua squadra, ma non c’è stato niente da fare. E così tocca al Principe che proprio non se l’aspettava di dover parlare di una sconfitta, l’ennesima di quest’ultimo periodo. «Che dobbiamo fare? Secondo me abbiamo disputato una bella partita. Ovvio che c’è parecchia amarezza e tristezza per questo risultato, ma quello che conta, e anche parecchio, è che siamo ancora primi in classifica, nessuno se lo dimentichi…». Un dato reale e oggettivo, quello enunciato dall’attaccante, ma è pur vero che adesso con la Roma a un punto di distacco la strada per lo scudetto, il quinto consecutivo, è tutta in salita.

Ranieri vs. Mourinho: chi è lo Special One?

 Claudio Ranieri e Josè Mourinho, ovvero due modi diversi di allenare e intendere il proprio mestiere. Carismatici entrambi, anche se in modalità differenti, i due tecnici si giocano la stagione in una gara. Roma-Inter. Da Libero:

Diversi, Ranieri e Mou lo sono anche nel lavoro sul campo: più tradizionale ma non per questo meno efficace il primo (venti risultati utili di fila); più sofisticato il secondo: le sue sedute di allenamento sono effettivamente uniche, tutto viene fatto con la palla, secondo ritmi studiati e senza tempi morti.

Roma-Inter, Mourinho vuole chiudere il campionato

 Da Leggo:

All’Olimpico per il quarto sacco di Roma consecutivo, con vista sullo scudetto. Domani alle 18, nel big match con Totti e compagni che potrebbe chiudere o riaprire la corsa al titolo, i campioni d’Italia di Josè Mourinho, già forti del +4 in classifica sui giallorossi, avranno dalla loro anche le statistiche, decisamente positive, da 4 anni a questa parte, in casa della Roma, per gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Il 20 settembre 2006 fu 1-0 per l’Inter (gol di Crespo), il 29 settembre 2007 4-1 (Ibrahimovic, Crespo, Cruz e Cordoba) e nel 2008 (il 19 ottobre), con lo Speciale alla guida, addirittura 4-0 (doppio Ibra, Stankovic e Obinna). E il tecnico di Setubal punta deciso al poker, calando tutti i suoi assi.

Roma-Inter, Ranieri pensa al tridente

 Da Il Corriere dello Sport:

Tentazione tridente, pure contro l’Inter. Claudio Ranieri, come è ovvio, di sicuro neppure oggi, nella consueta conferenza stampa della vi­gilia, anticiperà nulla sulla formazio­ne che domani pomeriggio, fischio d’inizio ore diciotto, sfi­derà l’Inter in una par­tita che, bando a qual­siasi forma di scara­manzia, metterà in pa­lio una bella fetta di scudetto. Però l’idea di schierare tre attaccan­ti c’è, forte e chiara.
Un po’ perché lo schiera­mento con Menez alle spalle di Vuci­nic e Toni, ha dato risposte positive sia contro l’Udinese che a Bologna, penalizzando zero o quasi gli equili­bri della squadra, quegli equilibri che Ranieri mette comunque davan­ti a qualsiasi altra considerazione.

Roma-Inter, Pizarro: “Sono un cileno-romano”

 Da Il Corriere dello Sport:

Per lui quella con l’Inter, non po­trà mai essere una sfida come le altre, in­dipendentemente dal fatto che metta in palio un bel pezzo di scudetto. Perché lui è David Marcelo Pizarro, diventato mag­giorenne a Udine, trasferitosi ad Appiano Gentile convinto di restarci, traslocato in­vece a Roma dopo appena dodici mesi di Inter più vista che vissuta in campo.
Un anno quello di Milano che Pizarro ancora oggi non è riuscito a capire fino in fondo, voluto da Mancini per garantire saggezza, ritmi e geometrie al centrocampo neraz­zurro, per poi scoprire che il Mancio avrebbe fatto a meno di lui.

Roma-Inter, Ancelotti: “I giallorossi devono crederci”

 Carlo Ancellotti, ex giocatore giallorosso e attuale tecnico del Chelsea è stato intervistato da Il Messaggero. Ecco la sua opinione sulla sfida scudetto fra Roma e Inter:

Ancelotti, che cosa rende l’Inter più forte delle rivali? «L’atteggiamento in campo. E’ solida e compatta. Molto abile a colpirti in contropiede. Quando ruba palla e riparte, non perdona».
Lo spirito conta, ma la differenza non la fanno sempre i campioni?
«Certo, hanno giocatori fantastici. Sono quelli che conoscete, a cominciare da Eto’o, ultimamente in gran forma. Poi Milito, Sneijder e gli altri. Ne hanno tanti».
Ci sembra di capire che non è consigliabile attaccarla. Oppure vale la pena provarci?
«Ranieri è allenatore esperto e chiede alle sue squadre soprattutto equilibrio. Contro l’Inter può risultare fondamentale non andare all’assalto, ma avere pazienza e puntare sul gioco, sui movimenti, sull’organizzazione e sull’attenzione. L’allenatore giallorosso è uno che sa lavorare in questa direzione».
Può bastare l’equilibrio per superare l’Inter?
«E’ l’aspetto principale. I nerazzurri sono i più bravi di tutti quando si fanno attaccare: il loro contropiede è devastante. Faranno così anche all’Olimpico».
Pensa che Mourinho riproporrà l’assetto spregiudicato di Londra con Sneijder dietro a tre attaccanti?
«Non lo so e sono curioso. Anche lui conosce Ranieri e il suo modo di preparare certe sfide. Il portoghese cambia spesso, anche quando non te lo aspetti. Con lui non bisogna dare niente di scontato».

All’andata Mourinho disse: “Roma da scudetto”

 Da Il Giornale:

«L’invidia è come una palla di gomma, che più la spingi sotto e più ti torna a galla», scriveva Moravia. È degli anni 60, questa frase, ma sembra scritta a uso e consumo di José Mourinho che con le sue affermazioni e i suoi comportamenti spacca il mondo dello sport, e non solo quello. O con lui o contro di lui, non c’è compromesso.
Al tecnico portoghese non importa avere amici fasulli, i ruffiani di professione, quelli che prima ti incensano davanti e poi ti sparano sulle chiappe, dipende dal venticello di giornata. Il tecnico portoghese è originale, provocatorio, non conosce la banalità, e chissenefrega se talvolta va fuori misura. Della retorica di certe dichiarazioni abbiamo le scatole piene.

Roma-Inter: Ranieri contro Mourinho

 Da Il Tempo:

Ogni confronto, quale sia il peso sugli interessi di classifica, diventa una sorta di rimpatriata tra vecchi amici, la rivalità diventa un fattore positivo per i tifosi che amano lo sport.
Non dimenticherà, il popolo romanista, le note di Venditti echeggiare nella maestosa cornice di San Siro, dopo una Coppa Italia vinta sul campo dei nerazzurri: che continuavano a collezionare scudetti sul campo, dopo quelli che gli impicci di Moggi e soci le avevano consegnato a titolo gratuito.

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