Serve la Roma, serve il coraggio, serve l’amore

 Da Il Romanista:

“Il calcio sono io”, proclama dalla copertina del primo newsmagazine italiano l’allenatore più arrogante del mondo. “Il calcio siamo noi”, gridano invece ventimila cuori giallorossi in marcia per Verona per l’ultima pagina di un campionato bellissimo e esaltante. Per vivere fino all’ultimo l’emozione di una stagione indimenticabile. In quell’”io” di Mourinho c’è l’apoteosi di un guappo di cartone (come lo scudetto del 2006), capace di fare lo spavaldo solo dall’alto delle risorse illimitate che gli vengono messe a disposizione. Quelle economiche, ma anche quelle di potere, dal momento che dal processo di Napoli emergono comportamenti dei dirigenti nerazzurri non poi così diversi da quelli di Moggi e dei suoi complici. Il Guerin Sportivo ieri in edicola ha fatto due conti in tasca ai nerazzurri: in 14 anni hanno accumulato perdite per un miliardo centocinquantamilioni di euro. Moratti ha messo in questo buco nero settecentoquaranta milioni di euro. Sono le cifre di una gestione economica insensata, fatta di campagne acquisti faraoniche (qualcuno sa dirmi che fine ha fatto Quaresma, acquistato la scorsa estate per trenta milioni di euro?). Mi sapete dire che razza di grande impresa sarebbe quella di Mou, se anche gli riuscisse – e non è affatto detto che gli riesca?

Siena-Inter: Mezzaroma, Curci, Rosi. Uno sguardo al Franchi

 Da Il Romanista:

Roma chiama, Siena risponde. C’è un sottilissimo filo che unisce, dopo molti secoli, la Capitale e l’ex colonia fondata dall’imperatore Augusto. Una simbiosi che si specchia nella storia millenaria di entrambe le città e dove il passato si ripete per l’ennesima volta. Oggi, tutti i tifosi giallorossi saranno un po’ senesi. Ognuno coltiverà nel proprio animo la speranza che si possa realizzare il sogno più bello e voluto da tre mesi a questa parte: lo scudetto. La città del palio è pronta per rendere difficile la vita all’Inter. O, almeno, provarci. La romanità del nuovo corso societario contro lapresunzione di chi si sente invincibile e intoccabile. Davide contro Golia. Buoni contro “cattivi”. L’aria che si respira nel ritiro bianconero è fresca: rispetto tanto, paura nemmeno un briciolo. Così è. Così deve essere. Così dovrebbe essere in ogni caso. Per tutta la settimana, Malesani ha tenuto alta la concentrazione dell’intero gruppo. Mezzaroma, non è stato da meno. Il mondo li guarderà e dopo, a spettacolo fin to, li giudicherà pure. Non sono ammesse figuracce o cali di concentrazione. Ognuno si gioca qualcosa: la riconferma, un contratto più ricco, la coscienza, il rispetto e un posticino nelle preghiere dei tifosi romanisti.

Roma-Cagliari: Riise, immenso e sempre presente all’Olimpico

 I numeri stagionali di John Arne Riise parlano da soli. Roma-Cagliari è la diciannovesima – su diciannove – gare giocate all’Olimpico dal norvegese che mette in archivio lo stadio di casa come meglio non si sarebbe potuto. Immenso, il vichingo, e sempre presente. Da Il Romanista:

Percorso netto. Con la partita di oggi, John Arne Riise fa diciannove su diciannove. Thunderbolt contro il Cagliari completerà l’opera di una stagione da indistruttibile. Il norvegese di ferro, come lo ha chiamato Claudio Ranieri, avrà giocato tutte le partite casalinghe in campionato. Tutte. Sempre presente per necessità (visti i problemi fisici che hanno impedito a Tonetto di dare il suo contributo e la conseguente assenza di un sostituto) e per meriti. Perché John ha dimostrato di essere ancora quello che ha vinto tutto con il Liverpool diventando uno degli idoli dei tifosi. Perché è uno che può anche sbagliare (come ha ammesso dopo la partita con la Samp), ma dà sempre il massimo per la squadra. Con correttezza. Sono solo 3 le ammonizioni rimediate, e anche questo gli ha permesso di non essere sempre a disposizione della causa giallorossa. Ma i suoi numeri da record non si fermano alla serie A: in totale, da luglio ad oggi, ha giocato 51 delle 53 partite disputate dalla Roma. Due sole le assenze, una in Coppa Italia contro la Triestina e l’altra in campionato a Udine. Era il 28 ottobre e in quel giorno la Roma toccò il punto più basso della classifica. Ora invece è lì davanti a tutte tranne che a una, ma con la possibilità ancora di riacciuffare il sogno. Come?

Roma-Cagliari: Toni, il giorno del commiato?

 Per Luca Toni, il cui futuro è sempre più incerto, Roma-Cagliari potrebbe essere la gara del definitivo commiato dal pubblico giallorosso. L’ultima stagionale all’Olimpico, infatti, arriva quando si sa ancora molto poco rispetto alle reali intenzioni del Bayern Monaco – che ne detiene il cartellino – e della Roma. Da Il Romanista:

Insieme dal primo minuto, con la maglia della Roma, ci hanno giocato solo a Bari il giorno prima di Pasqua. Poi più niente, se non in condizioni di emergenza o a partita in corso. «La squadra mal sopporta il doppio attaccante meglio quando c’è Perrotta che fa entrambe le fasi» ha detto Ranieri dopo la partita col Parma. E infatti mercoledì sera contro l’Inter ha lasciato, a sorpresa, fuori il capitano in favore dell’ex centravanti della Fiorentina. Oggi pomeriggio però, complice la mancata convocazione di Mirko Vucinic per l’infortunio alla caviglia dopo la botta rimediata da Materazzi nella finale di Coppa Italia, la coppia potrebbe ricomporsi. Ranieri sembra infatti orientato a mandare in campo una Roma con due punte vere, Totti e Toni appunto, e un centrocampo muscolare formato da Taddei e Perrotta sugli esterni. Torna quindi il To-To, che dal 2 gennaio scorso, giorno dell’arrivo nella capitale di Luca, è stato un vero e proprio tormentone. Per i problemi fisici di Totti prima e di Toni poi, i due non hanno avuto molte occasioni di giocare insieme.

Daniele Conti: leale e onesto, a tal punto da segnare alla Roma

 Uno dei protagonisti annunciati di Roma-Cagliari è senz’altro lui: Daniele Conti. Figlio di papà Bruno e tifoso giallorosso fin da piccolo, il centrocampista ha acquisito dal genitore valori quali serietà e lealtà. Ed essere seri, a volte, significa anche adempiere a scomodi doveri. Come quello di fare gol alla Roma. Da Il Romanista:

E’ difficile raccontare le mille sfaccettature di Daniele: uomo, giocatore, tifoso, e a detta dei suoi parenti tenace, tignoso, grintoso. Da papà Bruno ha ereditato parte del talento e la voglia di non mollare mai: “E la determinazione — ammette suo zio Silvano, fratello di Bruno — e poi la passione per la Roma. Daniele ha sempre seguito accanto alla madre e a noi zii, tutte le gare della Roma. Era allo stadio sin da piccolino».
Daniele era allo stadio già in occasione di Roma-Liverpool: «Veniva sempre con noi – racconta lo zio Alberto, l’altro fratello di Bruno — da bambino era con noi in quel giorno assurdo della finale di Coppa Campioni, come in tantissime occasioni. Sin da bambino si capì subito che era attaccato al calcio in maniera molto seria. Col crescere non ha mai smesso di seguire e sognare quei colori e quella maglia».

Roma-Cagliari: Taddei castiga i sardi che è un piacere

 Da Il Romanista:

Ranieri dice che la sua Roma non è stanca nonostante sia stata la prima squadra italiana ad iniziare la stagione ai primi di luglio. Chi sicuramente non sembra essere stanco è Rodrigo Taddei. Il brasiliano nelle ultime giornate è tornato ad altissimi livelli e corre su e giù per il campo come un indemoniato. Una forma invidiabile la sua, che potrebbe risultare determinante nelle due giornate che mancano al termine del campionato. A cominciare da oggi, dal Cagliari che a Rodrigo ha già regalato delle belle soddisfazioni. La prima risale all’antivigilia di Natale del 2006, in quella giornata i giallorossi indirizzarono subito nella direzione giusta il match coi sardi: minuto numero 4, Panucci se ne va sulla destra e mette in mezzo un pallone morbido ma leggermente arretrato per la testa di Taddei. Quanto basta per “costringerlo” ad una rovesciata che fa rimanere a bocca aperta la Sud.

Roma-Sampdoria: Montella, Tovalieri, Giannini

 Da Il Romanista:

«Una partita difficile, dov’è in gioco, per tutt’e due, una grossa fetta di stagione».
A sostenerlo è Vincenzo Montella, il cui cuore giallorosso è, almeno per un pezzetto, anche blucerchiato.
«Mi piacerebbe che entrambe raggiungessero il proprio obiettivo – dice infatti l’Aeroplanino – perché anche la Samp ha fatto cose straordinarie quest’anno».
Parla mentre, scarpini ai piedi, si appresta a calcare un campo di gioco. E’ quello dello stadio Comunale di Pomezia, dove in sintonia con le sue parole, il fair play l’ha fatta da padrone ieri pomeriggio.
L’occasione, la partita tra la Nazionale Attori e una mista di ex giocatori di Roma e Lazio: un’iniziativa voluta da Sandro Tovalieri, nel ricordo, ancora una volta, della moglie Laura che non c’è più.
«Lo scopo – chiarisce l’ex “Cobra” – è quello di aiutare tanti bambini che non possono permettersi una scuola calcio. Grazie all’incasso, molti di loro saranno ospiti della mia, durante il prossimo Torneo Cedial Racing Cup, quando potranno fare amicizia con i ragazzi delle grandi squadre, come Roma, Milan e Juve. Questo sport è innanzitutto disciplina».
Concorda Montella:

Roma-Sampdoria: pochi tagliandi al tutto esaurito

 Da Il Romanista:

Niente da fare. Stavolta la variabile impazzita, il risultato del sabato pomeriggio, il possibile pareggio/sconfitta dell’Inter, non ha riservato sorprese. A Trigoria ci contavano, ovviamente. E non solo per la classifica. Ci speravano anche per fare cifra tonda al botteghino: 70 mila spettatori, abbonati compresi. Per essere sicuri del “tutto esaurito”. Perché, almeno fino a ieri, tutto esaurito l’Olimpico ancora non lo era. Potrebbe esserlo oggi, però. Potrebbe. «Arrivano, chiedono i biglietti di Roma- Samp, si sentono rispondere “70 euro”, girano i tacchi e se ne vanno».

Roma-Sampdoria, Riise: “C’è una grande atmosfera”

 Da Il Romanista:

«Non vediamo l’ora che arrivi il match contro la Sampdoria. Giocheremo in un Olimpico strapieno».
Slanciata, sinuosa, potente, la sua drakkar – l’imbarcazione con cui i Vichingi solcavano i mari – è in rada pronta per lasciarsi alle spalle gli ormeggi. Riise sta per prendere il largo un’altra volta. La trentaquattresima in campionato. John scalpita, si scalda, freme, lucida gli scarpini, respira in mare il profumo della battaglia. Vuole la Samp. Lo dice chiaramente ai suoi amici in Norvegia:
«Non vediamo l’ora. Quaggiù a Roma c’è già aria di primavera, anche se oggi piove».
John scrive dopo l’ultimo allenamento, tutto intorno Trigoria è un acquitrino.
«Oggi (ieri, ndr) abbiamo lavorato veramente bene. C’è una grande atmosfera nella squadra».
La sbornia del derby è stata smaltita, anche se a fatica. I postumi sono un entusiasmo, una carica agonistica, un furore che John trasmette in campo. Al pubblico. Al suo pubblico. È un guerriero, è il Vichingo. John è uno che corre e lotta, afferra e strappa. È l’archetipo del calciatore perfetto. Cuore, forza, classe. E grinta. Anzi, oggi il rischio è che di grinta ce ne metta troppa. Riise è diffidato. Un’altra ammonizione e addio Parma, che sarà importante quanto la Samp. Ranieri ieri è stato chiaro:
«È l’ultimo ostacolo? Perché, le altre ce la regalano? Sono tutte gare difficili. Tutte. Fino all’ultimo secondo della gara contro il Chievo».

Lazio-Roma: 5 Toni, 149 Taddei, zero pareggi tra Ranieri e Reja

 Da Il Romanista:

3 I PRECEDENTI DA NON DIMENTICARE – Dal 1980 ad oggi la Lazio ha fermato 3 volte la corsa allo scudetto della Roma: nel 2-2 del 26-2-1984; nell’altro 2-2 del 29-4-2001 e nel 3-2 del 19-3-2008 determinato da un gol nel finale di Behrami. Solo nel secondo caso poi la Roma vinse lo stesso lo scudetto. Si tratta comunque di 3 precedenti che sarà bene non dimenticare per evitare di ricadere negli errori di allora.

Lazio-Roma, Barbarossa: “Siamo noi questo mare di bandiere che c’è”

 Da Il Romanista:

«Domani lì, in Tribuna Tevere, come sempre».
Non rinuncia seguire il derby dal suo posto allo stadio, Luca Barbarossa, il cui rapporto con la Roma, e ancor più con Roma stessa, è qualcosa che coltiva da sempre. Basti pensare a canzoni come “Roma spogliata”, che lo fece conoscere nel lontano ‘81, o a quelle dedicate ad angoli della città, da “Via Margutta” a “Piazza Navona”, altri due titoli di suoi pezzi famosi. Una passione che è grande quanto quella che si porta dietro per il calcio, come testimonia il fatto di essere il capocannoniere della Nazionale cantanti, con la cui maglia ha segnato 199 gol in 225 partite giocate. Perché è il sogno di un bambino, che – come cantava in un’altra sua canzone – si realizza in un prato, “il cuore in gola con tuo padre allo stadio”, dove “si accendono per te mille cuori e tamburi e un mare di bandiere”.
«Sono nato nel centro – dice Luca – meglio, nel cuore di Roma, a pochi passi da piazza del Popolo. Di conseguenza, non credo che sarei mai potuto diventare tifoso di qualsiasi altra squadra che non fosse la Roma. Anche perché mio nonno me le avrebbe date di santa ragione. E poi, io romanista ci sono nato, non ci sono neanche diventato. Seguo la squadra da quando lottava addirittura per non retrocedere. I miei ricordi partono dagli anni ’60, dai tempi di Giacomino Losi e di Pizzaballa in porta…».
Domani si gioca una partita-chiave per le sorti del campionato.

Lazio-Roma, Lando Fiorini: “Nell’aria c’è qualcosa di particolare”

 Da Il Romanista:

«Domani sposto lo spettacolo così che alle 18.30 mi posso piazzare davanta lla tv con tutta la compagnia».
L’anticipo dell’orario del derby ha stravolto i programmi domenicali di Lando Fiorini. La pomeridiana sarebbe andata a coincidere con la partita più attesa e quindi si cambia tutto. No problem, per la Roma questo e altro. E intanto la tensione sale.
«Il derby è teso per natura, stavolta anche di più. Anche se loro potrebbero pure stare calmi, perché in fin dei conti sono quasi salvi. Gli abbiamo dato una mano noi battendo l’Atalanta. Ma, chi capisce di pallone più di me, dice che il derby è una partita diversa dalle altre».
La Roma ha più da perdere.
«Sì, ma nell’aria c’è qualcosa di particolare, perché si sta materializzando qualcosa che nessuno si aspettava. Questa situazione ha un sapore speciale».
I tifosi in città sembrano vivere una silenziosa attesa.
«E’ normale, c’è un po’ di paura. E’ come quando corteggi una donna e c’hai paura a farti avanti perché è troppo bella. E poi magariallafinescoprichepureleinonvedel’orachetifaiavanti. Come dice Ranieri, il curvone è passato ma c’è ancora da affrontare il rettilineo finale e spesso si possono fare gli incidenti anche in rettilineo. Andiamo avanti cauti ma, se per loro è la partita della vita, lo è anche per noi. Quindi…».
Quindi niente paura della Lazio e neanche dell’Inter.
«Certo sarebbe bello dargli una bella lezione a quel Mourinho che è così antipatico».
Magari lo fa apposta a fare l’antipatico.

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