Da Il Messaggero:
«A me, questo Cassano, basta e avanza». Cesare Prandelli difende il genio dell´Italia. E´ l´unico che ha e non può certo scaricarlo al primo flop. Che tra l´altro, per il cittì, non c´è stato a Belfast, venerdì sera. Ma la protezione della specie è legata direttamente al primo digiuno della sua Nazionale nelle qualificazioni europee. Azzurri caricati a salve, ma perdonati da chi a Coverciano lavora per dar loro un´identità di squadra. «Per il gol è mancato poco: quando crei otto occasioni da rete, non può essere un problema. Perché è, anzi, un segnale positivo». L´Italia di Prandelli, però, è sempre più ai piedi di Cassano. Perché se l´attacco stecca, c´è solo Totò che può far sta tranquillo chi gioca lì davanti. È la formula più semplice per il cittì, considerata la carenza di calciatori capaci di timbrare ogni partita. Ha la fionda, non il bomber: «Sfido qualsiasi persona che analizza le gare a trovare attualmente un giocatore in grado, come lui, di mettere cinque palle gol pulite, come è successo a Belfast. Sì cinque assist. Se avesse avuto anche la continuità, da dieci anni giocherebbe chissà dove. E mi è piaciuto anche per come ha tenuto la posizione, per l´ordine tattico». «Voi sapete bene che cosa ho in testa, percorso che oggi non posso praticare», fa Prandelli. Cassano e Balotelli dietro a un centravanti, l´albero di Natale.