Euro 2012: Riise e Vucinic, gol e vittoria

di Redazione Commenta


 Da Il Romanista:

Stesso angolino, quasi stessa posizione di calcio, ma una potenza diversa. John Arne Riise ha  ricominciato da dove si era fermato in fatto di reti segnate. Da quella con l´Inter, che aveva dato l´illusione di poter  portare a casa la Supercoppa. Non è stato così e a San Siro arrivò la prima sconfitta di un orribile inizio di  stagione. Sul quale John ha poche colpe, perché è stato fuori a lungo a causa del tremendo colpo alla testa subito  in allenamento con la nazionale lo scorso 7 settembre. Sì, c´era già stato il deludente pareggio contro il Cesena,  ma la vera crisi giallorossa è cominciata dopo. Il gol di ieri sembra quasi un segno, un cerchio che si chiude. Ora si  può voltare pagina anche in campionato.

Una gran bella rete quella di Thunderbolt venerdì a Cipro: la consueta  cavalcata sulla sinistra ad attaccare gli spazi lasciati liberi dalla difesa avversaria e poi il sinistro potente e preciso  per il vantaggio. Per mettersi definitivamente alle spalle la commozione cerebrale, il caschetto (che già dalla partita contro il Napoli non ha voluto più utilizzare) e magari qualche paura latente. Una rete arrivata dopo soli 2 minuti di  gioco, un colpo a freddo che ha indirizzato la partita nel binario a lui preferito. Anche se la Norvegia ha poi dovuto  ottare fino alla fine per portare a casa la vittoria. La terza consecutiva, che permette agli scandinavi di essere primi a punteggio pieno in un girone per il momento dominato con 5 lunghezze di vantaggio sul Portogallo. Riise è felice, eppure la sua fame di perfezione gli fa volere ancora di più: «Il 2-1 a Cipro è stato veramente un  buon risultato – ha detto dopo il termine della partita sul suo blog -. Siamo molto contenti, negli spogliatoi tutta la  squadra lo era. E´ stato meraviglioso vedere il mio tiro in rete all´inizio del match. Il gol ci ha dato la tranquillità di  cui avevamo bisogno. E il gol di Carew (altro romanista, seppure solo ex, ndr) è stato un gioiello. Durante la cena,  dopo la partita, abbiamo saputo che il Portogallo aveva battuto la Danimarca. Questo non toglie che siamo partiti bene nelle qualificazioni. Ma il fatto che noi non abbiamo vinto così facilmente la partita non è una buona  cosa. Nel secondo tempo abbiamo sofferto. Dobbiamo ringraziare Knudsen e una buona prestazione della difesa  nel suo complesso se siamo riusciti a vincere. Non deve accadere di nuovo. Dovremo analizzare bene questo  aspetto prima della prossima partita». Ovvero prima del 26 marzo, quando a Oslo arriverà la Danimarca. Prima di  allora, infatti, la Norvegia non avrà altre gare di qualificazione. Nel turno di martedì Riise e compagni  riposeranno. Significa che Ranieri lo potrà riavere a disposizione con qualche giorno di anticipo? Purtroppo no,  perché martedì c´è l´amichevole contro la Croazia. E, conoscendo Thunderbolt, c´è da giurare che si impegnerà come se fosse la finale del Mondiale. Poco male, perché lui è uno che sembra non sentire la stanchezza. Anzi,  qualche partita in più potrebbe servirgli per ritrovare prima il ritmo migliore, la lucidità. Quella che gli era mancata  al San Paolo dove aveva mandato alle stelle un pallone che di solito scaraventa in rete con furibonda violenza.  Poteva essere il gol che cambiava quella partita. Non è stato così, ma venerdì John ha ritrovato la rete che gli  mancava dalla Supercoppa. Il cerchio si è chiuso, il sorriso è tornato. Ora comincia la rincorsa.
VUCINIC«La  fortuna aiuta gli audaci». Così Mirko Vucinic ha commentato la sofferta vittoria del suo  Montenegro contro la Svizzera. Si riferiva alle occasioni da rete sfiorate dagli elvetici e forse anche un po´ al suo  gol messo a segno con il piede meno buono. Ma su questo Mirko si sbaglia, la fortuna c´entra poco nella  meraviglia che si è inventato a Podgorica. Quella è classe pura. Che tutti gli riconoscono ma che negli ultimi tempi, soprattutto in giallorosso, ha faticato a venire fuori. Al minuto 67 della partita contro la Svizzera, però, è esplosa in  tutta la sua grandezza: piena area di rigore, spalle alla porta, Mirko ferma la palla sotto la pianta del piede e  cerca il compagno più vicino. Lo trova, ma non gliela passa con un tocco che avrebbe fatto capire agli avversari le  sue intenzioni. No, il genio fa qualcosa di più, la sfera la accompagna proprio con la suola dello scarpino così  che il passaggio diventi un movimento unico con lo scatto, per andare a chiedere la chiusura del triangolo. La palla  gli arriva e lui anticipa l´uscita del portiere con un tocco sotto a trovare un angolo impossibile tra il primo palo e un  pezzetto di rete sul lato opposto. Semplicemente perfetto. Poi scoppia la sua gioia rabbiosa con qualche passo di  corsa e lo “striptease” che ha già fatto il giro del mondo attraverso internet: via i pantaloncini per rimanere in mutande accerchiato dai compagni di squadra. Un gesto bizzarro, ma non unico. Lo aveva già fatto Mirko, ma  con la maglia della Roma. Era il 14 dicembre del 2008, in panchina c´era ancora Spalletti e i giallorossi si stavano  risollevando dopo una partenza disastrosa in campionato. Al novantesimo della partita contro il Cagliari il risultato  era ancora fermo sul 2-2 e Vucinic aveva sbagliato tanto. Quasi tutto. Poi però era arrivata quella palla sporca in area, e lui l´aveva buttata dentro di prepotenza correndo sotto la Sud togliendosi prima la maglia, poi i  pantaloncini, poi facendo il gesto del ´tagliagole´ che lo aveva reso famoso a Lecce. Anche allora si trattò di una  gioia rabbiosa, che l´attaccante montenegrino spiegò così: «Ho sbagliato troppo, quel gol è stata una liberazione.  Volevo strapparmi tutto. Ho esultato così perché ho giocato da schifo, questo gol lo ricorderò per sempre». E se  lo è ricordato ieri a Podgorica facendo impazzire di gioia un intero Paese, che ora sogna dall´alto dei nove punti in classifica.
«Il gol non era facile ? ha commentato Mirko a fine partita -, ho ricevuto un bel pallone e ho provato col sinistro che è il mio piede più debole. E´ andata bene. La fortuna aiuta chi ha coraggio». E lui l´ha avuto, ma  non vuole essere considerato come l´unico eroe: «Non ho vinto solo io, abbiamo vinto tutti, compresi gli spettatori presenti». Un supporto fondamentale che il Montenegro non avrà nella partita della storia. Quella di martedì  contro l´Inghilterra di Fabio Capello, per provare a ipotecare il girone ora condotto con 3 punti di vantaggio  proprio su Lampard e compagni. Ancora per oggi Vucinic si potrà godere la vittoria. Poi basta. Perché per lui e  per la sua nazionale domani, con la partenza per Londra, inizierà l´operazione Wembley. Il palcoscenico ideale per  lui, l´uomo delle partite importanti, dei gol pesanti. Una rete nel tempio del calcio gli darebbe una carica  enorme anche per il ritorno a Roma. Per riprendersi un posto da titolare e, soprattutto, per segnare con continuità. Come ha fatto con l´Inter due settimane fa, come col Cagliari nel 2008, come col Montenegro. I romanisti se lo  aspettano, con o senza spogliarello.


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