Ranieri: “Sanremo? No, mi vedo l’Inter. Metto la firma per altri 20 risultati utili”

 Sanremo? No, stasera mi vedo la partita“. La partita è Inter-Sampdoria e la conferenza stampa di Claudio Ranieri, in un certo senso, inizia dove finisce: prima di abbandonare la sala di Trigoria che ha ospitato i giornalisti, il tecnico si è lasciato andare ad una battuta che la dice lunga sulle ambizioni dellla Roma, non solo nelle coppe, ma anche in campionato. Dopo Panathinaikos-Roma, arriva il Catania all’Olimpico. Dall’Europa League alla Serie A. Claudio Ranieri ha perso la striscia di risultati utili consecutivi appena dopo aver eguagliato Fabio Capello ma questo, al testaccino, importa poco. Occorre trarre beneficio da una sconfitta che può avere l’effetto di rinforzare e compattare ulteriormente un gruppo già unito e forte. Del resto, il 3-2 di Atene non ha compromesso nulla. Ma non provate a dire al mister che la disfatta del secondo tempo contro i greci dipenda o sia responsabilità di Alexander Doni.
DONI TITOLARE?
Domani saprete chi giocherà in porta, se ve lo dico adesso di che parlate tutta la serata. Per me chi sarà il titolare contro il Catania è scontato, però mi riservo la decisione sulla squadra da mandare in campo per il sabato sera. Doni vive questo momento in maniera normale. Anche a Cagliari c’è stato un blackout e in porta non c’era Doni. Si vuole trovare un colpevole, ma è la Roma che ad Atene ha abbassato la guardia negli ultimi minuti. Era successo a Cagliari ed è risuccesso giovedì. Tutta la squadra deve stare attenta“.

Bruno Conti: “Giù le mani da Doni”

 Nessuno tocchi Alexander Doni, patrimonio della A.S. Roma: lo dichiara Bruno Conti sulle pagine de Il Corriere dello Sport. L’articolo:

Giù le mani da Doni. Bruno Conti esce allo scoperto per difendere il portiere finito sul banco degli imputati dopo la sconfitta di Atene. Il direttore tecnico sa che rischia di essere impopolare, ma il ruolo di un dirigente comporta anche questo: «In questo momento mi sento di esprimere tutta la mia fiducia a Doni, anche se so che questa mia presa di posizione può non essere condivisa da tutti». Una pausa, un sospiro. Bruno Conti ha avuto un grande ruolo nella costruzione di questo gruppo e oggi che un giocatore è in difficoltà si schiera al suo fianco: «La gente dimentica in fretta che Doni ci ha fatto vincere, dimostrando le sue qualità. Ha conquistato il posto nella Nazionale brasiliana, in questi quattro anni che è stato con noi si è sempre comportato con grande professionalità e attaccamento alla maglia. Non è giusto addossare le colpe di una sconfitta a un solo giocatore. Doni ha dato tanto alla Roma e merita rispetto».

Alexander Doni e la solitudine dei numeri uno

Viene spontaneo prendere in prestito il titolo di uno dei libri più interessanti sfornati nel 2009: “La solitudine dei numeri primi”, di Paolo Giordano. Da primi a uno, ovviamente, lo detta il ruolo. Alexander Doni fa il portiere e ha vissuto lo starno destino di ritrovarsi da titolare inamovibile (con Luciano Spalletti) a panchinaro costante (con Claudio Ranieri). In più, accade anche che quando giochi, non tutto gli vada bene. Il momento negativo passerà. Da Il Romanista:

Il rumore del palo colpito dal tiro di Riquelme, quel 12 luglio 2007, deve essere stato tra i più belli mai sentiti da Doni. Il suo Brasile era in vantaggio (grazie ad un gol di Julio Baptista) sull’Argentina per 1-0 nella finale di Coppa America quando il fuoriclasse della celeste scaricò tutta la sua rabbia su quel fendente che Alexander Marangao Doni non riuscì neanche a vedere. A negare il gol, come detto, sarà il palo, poi la nazionale verde-oro dilagherà vincendo per 3-0. Evidentemente era destino che le cose finissero in quel modo, come era destino che il Brasile giungesse a quella finale battendo l’odiato Uruguay ai calci di rigore e facendo titolare al quotidiano La Repubblica “Doni fenomeno”. Era davvero un fenomeno allora e oggi è forse un brocco? Il tifoso romanista si cruccia in questo quesito guardando all’infortunio di Julio Sergio come ad una calamità ancestrale. In realtà la storia della Roma ha più volte dimostrato come il vero segreto di un portiere siano la forza psicologica, quell’equilibrio interiore che permette di governare la tensione, ma anche e soprattutto un fattore esterno, la fiducia dell’ambiente. E per ambiente intendiamo compagni, tecnico e tifosi. In passato grandissimi portieri giallo-rossi hanno concluso il proprio ciclo nella capitale non certo per limiti tecnici, quanto per il venir meno di questa indispensabile “apertura di credito”.

Totti difende Doni: “Per la Roma si è sacrificato sempre”

 Le parole di conforto di Francesco Totti verso il compagno di squadra Doni:

In questi anni il vero pregio di questa squadra è stato il gruppo, un insieme di calciatori e soprattutto di uomini eccezionali. Chi si è aggiunto via via ha potuto apprezzare quanto sia solido e pieno di valori il nostro spogliatoio. per questo voglio stare vicino al mio compagno di squadra Doni, perchè non si possono dimenticare i meriti del calciatore che è stato uno dei protagonisti assoluti di tante nostre vittorie.

Juventus-Roma a Torino, nessuna squalifica del campo per i bianconeri

 La Juventus, responsabile del comportamento dei propri tifosi nella gara casalinga contro il Milan, se la cava con un’ammenda di 40.000 euro. Niente squalifica del campo, nonostante gli incendi sugli spalti, il lanciato di sei fumogeni sul campo e altri fumogeni, i bengala nel settore ospiti, ed i cori razzisti verso il portiere del Milan Dida. La gara di sabato 23 gennaio tra la Roma e la Juventus, quindi, si giocherà allo stadio Olimpico di Torino. Il giudice sportivo ha multato anche il Milan, per lancio di fumogeni, bengala e petardi in un settore dello stadio Olimpico di Torino. Squalificato per un turno, inoltre, il portiere della Roma Doni, espulso contro il Chievo.
Tutti gli squalificati per un turno:
Almiron (Bari), Castillo e Donadel (Fiorentina), Carboni e Bellusci (Catania), Cribari (Siena), Garics (Atalanta), Doni (Roma), Panucci (Parma, con diffida e ammenda di 5mila euro), Ambrosini (Milan), Campagnaro (Napoli), Amauri (Juventus), Inler (Udinese), Kjaer (Palermo), Kolarov (Lazio) e Zauri (Sampdoria).

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