Quarantotto ore. Altrimenti, stiamo bene come stiamo. Nel senso che lo scambio di portieri tra Roma e Genoa, Doni a a Genova, Eduardo a Trigoria, s’ha da fare nei prossimi due giorni, altrimenti il rischio è che salti tutto. Un contatto decisivo ci sarà nella giornata di oggi tra i direttori sportivi Daniele Pradè e Stefano Capozucca, dove si cercherà di approfondire una questione che mercoledì scorso, a Milano, è rimasta in sospeso. Dove il sospeso, non ci si può sbagliare, è come sempre una questione di soldi. Soprattutto quelli relativi allo stipendio del brasiliano, quasi due milioni e mezzo all’anno che, pure se rdimensionati dai soli cinque mesi che mancano alla conclusione di questa stagione, doppiano quelli dello stipendio del portoghese che a Genova ha fatto più papere che parate. La Roma, insomma, dovrà partecipare in qualche maniera al pagamento delle mensilità di Doni.
Doni Eduardo
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Più complicata, soprattutto per l’immediato, è l’opzione Vucinic. Anche il montenegrino è ai ferri corti con Ranieri e il suo procuratore, Alessandro Lucci, da qualche giorno sta discutendo con i dirigenti della Juve del futuro del suo assistito. A Vucinic l’ipotesi di un futuro in bianconero non dispiace affatto, ma è la Roma che non ha alcuna intenzione di cederlo. Almeno alle condizioni prospettate. Si è parlato prima di uno scambio di prestiti Amauri-Vucinic, quindi di una cessione a titolo definitivo in cambio di Iaquinta e soldi (5 milioni). Ipotesi che non convincono affatto Rosella Sensi, che è stata chiara con il giocatore: «Non sarò io il presidente che ti cederà» . Di fronte a un «no» così secco è molto difficile che in dieci giorni la situazione possa cambiare. Ma l’ammiccamento tra l’agente del calciatore e la Juve è un dato di fatto che potrebbe portare a sviluppi clamorosi.