Nè Totti nè Perrotta, la Roma in Sud Africa solo con De Rossi

 L’esclusione di Francesco Totti era da mettere in preventivo. Marcello Lippi aveva paventato la convocazione del Capitano giallorosso in vista dei Mondiali 2010 in Sud Africa ma pare chiaro – ormai – che sulla presenza del 10 capitolino non vi sia più alcuna speranza. Che abbia influito l’episodio di Coppa Italia, che abbia influito il lungo infortunio subito dal Pupone? Difficile dirlo, pare invece evidente che il viareggino abbia le idee chiarissime. Sa quale sarà il gruppo, confermato rispetto alle indiscrezioni, e opterà con ogni probabilità nell’innesto di uno, due calciatori che hanno ben figurato nella stagione agli sgoccioli. Questi – azzardiamo ma il compito non pare difficile – i 30 convocati allo stage pre-convocazioni:

De Rossi: sei gol all’Inter

 Da La Gazzetta dello Sport

Difficile trovare una spiegazione, decisamente più facile fare la conta e scoprire che Daniele De Rossi in carriera ha segnato sei gol all’Inter. Non è poca cosa: su un totale di trentasei, tra campionato, Coppa Italia e Supercoppa, significa un sesto del totale. La finale di oggi cade in un periodo particolare: è finito nel pentolone di Lazio-Inter con un paio di dichiarazioni. La risposta migliore è quella di giocare bene, provare a firmare la settima rete e magari vincere: sarebbe, per lui, il quarto trofeo con la maglia giallorossa. L’amarcord Il primo gol di De Rossi all’Inter meritò una maglia stracciata: 3 ottobre 2004, il guizzo di Daniele permise alla Roma di pareggiare 3-3 con i nerazzurri e consentì a Delneri di salvare la pelle nell’esordio sulla panchina giallorossa.

Lazio-Inter: ecco come l’hanno “vista” Totti, Perrotta, De Rossi e Ranieri

 Da La Gazzetta dello Sport:

Totti ad una certa ora si è messo sul divano con i pupi in braccio e le pantofole ai piedi, e ha sintonizzato sulla partita con lo stesso distacco con cui avrebbe infilato nel lettore dvd un film cecoslovacco. Perrotta è andato direttamente al cinema, come aveva promesso. Pare lo abbia ispirato il nuovo film di Favino, Cosa voglio di più. Salvo pensare, all’uscita, dopo aver riacceso il cellulare, che sarebbe stato meglio intitolarlo Cosa voleva di più. Ma tanto lo sapeva. Vucinic è rimasto a casa a massaggiarsi i muscoli e accarezzare il pancione di Stefania. Ranieri l’ha vista, ma col consueto aplomb inglese, reso ancora più composto dalla qualità della cucina di Rosanna, la moglie.

De Rossi tifa Lazio, io al massimo Atalanta e Tiribocchi

 Tifare Lazio no. Non ce la faccio. Alla fine ho deciso. Anche se Daniele De Rossi, alla fine di Parma-Roma, lo ha detto senza mezze misure: “Ce la farà a tifare Lazio? Sì, sì, ce la faccio“. Io non ci riesco. Spero nel pari tra biancocelesti e Inter, ovvio, ma provo a prenderla per vie traverse. Non capisco quante motivazioni possano avere – in un ambiente, quello del tifo biancoceleste, che non vuole servire lo scudetto alla Roma su un piatto d’argento perchè sarebbe un’onta incancellabile – Tommaso Rocchi e compagni a dare il massimo contro i nerazzurri. Allora, la prendo alla larga. C’è solo una possibilità perchè la Lazio recuperi – in quattr’e quattr’otto – ogni determinazione per fare bene contro gli uomini di Josè Mourinho: che l’Atalanta batta il Bologna nello scontro diretto di oggi pomeriggio. In tal caso, la classifica si accorcerebbe e le tre squadre (Bologna, Atalanta e Lazio) sarebbero comprese in tre punti. Poi, di conseguenza, se i biancocelesti non facessero nemmeno un punto contro l’Inter, avrebbero da patire fino alla fine.

Il Manchester United su Vucinic, il Chelsea insiste per De Rossi

 Da Leggo:

Le sterline tentano la Roma. Dopo l’anno orribile in Europa, le squadre inglesi hanno deciso di puntare sui gioielli giallorossi, protagonisti della splendida annata firmata da Claudio Ranieri. Il giocatore in cima alla lista dei team d’Oltremanica è Daniele De Rossi, desiderio nemmeno troppo nascosto di Chelsea e Manchester United. Ma la società giallorossa, per ora, non è intenzionata a cedere il centrocampista azzurro. Nemmeno di fronte a una maxi-offerta da 40 milioni di euro che i Blues di Ancelotti avrebbero già presentato nella scorsa finestra di mercato. L’altro nome illustre è quello di Mirko Vucinic.

Totti-De Rossi-Julio Sergio: gli intoccabili di Ranieri

 Da Il Tempo:

Un rush finale tutto da vivere nonostante la classifica non sorrida più alla Roma. Un bilancio che comunque non può che essere positivo nonostante l’amarezza di aver subito il secondo controsorpasso proprio a ridosso dalla bandiera a scacchi. Ranieri prova a tenere unita la «sua» Roma, cerca di non far perdere anche quelle ultime motivazioni che saranno così importanti già a partire da sabato a Parma: a prescindere da quello che succederà domenica sera all’Olimpico tra LazioInter. Ma Ranieri ha già nella mente anche quella che sarà la Roma del futuro. Ha capito, dopo questa sua prima stagione sulla panchina della Roma, su chi potrà contare per continuare a gestire una squadra di livello. E le sue scelte, soprattutto in questo finale di campionato, quando c’è stato anche da prendere qualche direzione decisa, hanno indicato sicuramente qual è la truppa dei suoi intoccabili.

Parma-Roma: Ranieri dovrà lavorare sulla testa dei giocatori

 Dopo la bruciante sconfitta di domenica contro la Sampdoria, Claudio Ranieri dovrà lavorare più sulla testa che sulle gambe dei giocatori in vista della trasferta di Parma. Da Il Corriere dello Sport:

Il tecnico dovrà svolgere un grande lavoro psico­logico in questi giorni perchè per i giocatori è stata una brutta bot­ta. Ranieri da questo punto di vi­sta è molto abile. Lo ha dimostra­to anche arrivando a Roma. Ha saputo dare nuove motivazioni a un gruppo che era smarrito. Il tecnico per la partita contro il Parma rivedrà qualcosa nella formazione. In difesa sono stati commessi alcuni errori evitabili. Riise avrebbe bisogno di un tur­no di riposo, ma Tonetto non gio­ca una partita intera da quasi un anno.

Totti impietrito, De Rossi non è lui

 Roma, scudetto, Sampdoria, Pazzini: Francesco Totti e Daniele De Rossi sono i due calciatori giallorossi sulle cui spalle, oltre a esserci il peso di una squadra che ne riconosce l’indispensabilità tattica e tecnica, s’è piombata come un macigno insostenibile tutta la pressione psicologica inclusa nella volata scudetto. Non pensarci, poi ricredersi, poi ancora starci dentro. Infine, provare un dolore atroce che non è l’avvicinarsi di una resa quanto piuttosto l’incunearsi di una amarezza inevitabile. Dovevano passare la notte, il Capitano e Capitan Futuro. Avrebbero avuto bisogno di tempo – qualche ora – per metabolizzare la sconfitta, alleggerire la pesantezza, tornare a vedere barlumi di luce. Per adesso è fioca.

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