Pizarro: Bertelli vola in Cile

 Dalla Gazzetta dello Sport:

Rincorsa scudetto? Se vi piacciono le maratone in salita, la Roma è la squadra che fa per voi. In un tranquillo martedì di gennaio il Milan schiera il Premier a catechizzare il gruppo, l’Inter presenta l’enfant prodige Ranocchia e la Juve lancia la sfida attraverso le parole del rinato Aquilani. A Trigoria, invece, si galleggia nella solita ansiogena quotidianità. Adriano&Rio Un esempio? Non si è ancora spenta l’eco delle smentita di Adriano sulla sua voglia di tornare al Flamengo, che è Dona Rosilda, madre dell’attaccante, a confermare quello che i vertici giallorossi sanno bene: «Vuole tornare in Brasile a giugno, ora è nelle mani di Dio». Volando più basso, diremmo in quelle di Rosella Sensi e Claudio Ranieri. Il caso Pizarro – Mani in cui non si vuole rimettere per il momento David Pizarro, ovvero quello che nella scorsa stagione forse è stato il miglior centrocampista di tutta la serie A.

Roma: da Milano a Milano, quattro mesi di lavoro a Trigoria. Riise è il protagonista, Ranieri un martello

 Da LaSignoraInGiallorosso.it:

Chiamiamoli scherzi del destino, magari del calendario vista la situazione, ma il calcio da sempre ci ha abituati a tali sorprese: era il 21 agosto scorso quando la Roma, in quel di Milano, alzava ufficialmente il sipario sulla stagione 2010/2011. In palio c’era la Supercoppa Italiana, gli avversari erano quelli di sempre, l’Inter campione (di tutto ma non ancora del Mondo) e, l’occasione, era di quelle ghiotte per arricchire la bacheca giallorossa con il terzo “super-trofeo” della sua storia.

Proietti: “Milan-Roma la svolta, ora bisogna crederci”

 Il Romanista ha intervistato Gigi Proietti. Ecco le parole dell’attore sulla stagione della Roma:

Milan-Roma può aver rappresentato il momento di svolta?Di sicuro, non mi aspettavo una prestazione come quella. Mi verrebbe da dire, con una Roma così “furba”. C’è, ad esempio, chi dice che siano stati involontari: ma, di certo, tutti i fuorigioco di Ibrahimovic stanno lì a dimostrare che la Roma, a cominciare dal reparto arretrato, si è comportata molto bene. Personalmente ho rivisto una grande difesa. E sappiamo tutti come i campionati si vincano potendo contare innanzitutto su una difesa forte. Se il lavoro di Ranieri è stato questo, complimenti a lui.
C’è qualcosa, in particolare, che va riconosciuto al tecnico? La capacità di gestire il gruppo e di far crescere i singoli, doti non indifferenti in un campionato come il nostro. Penso ad Adriano. A San Siro, seppure a sprazzi, l’abbiamo visto riavvicinarsi al giocatore che era. Uno che i piedi ce l’ha, eccome. Mi sembra che, da com’era quando è arrivato, a come lo abbiamo visto a Milano, i progressi vi siano stati.

Ranieri sceglie Julio Sergio. Se parte un portiere, si pensa ad Amelia o Marchetti

 Dal Corriere dello Sport:

Ieri Julio Sergio ha ripreso gli allenamenti con un giorno di anticipo rispetto agli altri sudame­ricani. Se in questa setti­mana dimostrerà di essere completamente recupera­to, il posto sarà suo alla ri­presa del campionato con­tro il Catania. Ranieri non cambia le gerarchie dopo la partita di Milano. Lo­bont è ancora indisponibi­le, Julio Sergio resta da­vanti a Doni, protagonista di un rientro positivo dopo un lungo periodo di inatti­vità.

Pizarro & Ranieri, il futuro è in bilico

 Dal Corriere della Sera:

Da titolare inamovibile a precario, per non dire panchinaro. La parabola di David Pizarro nella Roma somiglia a una repentina eclissi: per anni fulcro del gioco, ora non pare più indispensabile a Claudio Ranieri. (…) Di confronti anche vivaci, come dopo Roma-Basilea, ce ne sono stati, ma a «declassare» il cileno hanno contribuito altri fattori. Virus intestinale a parte, valido per motivare la singola esclusione come il pantano di Verona, c’è la presunta incompatibilità con De Rossi nel 4-3-1-2 e la considerazione aumentata per uomini mai utilizzati nei primi due mesi di stagione come Simplicio e Greco. Problemi tattici, fisici e di rapporti. 

La parabola discendente di Pizarro

 Dal Corriere della Sera:

Da titolare inamovibile a precario, per non dire panchinaro. La parabola di David Pizarro nella Roma somiglia a una repentina eclissi. Ma anche adesso, nonostante una sola presenza dal primo minuto (a Palermo) nelle ultime 11 partite disputate, pensare al «Pek» come riserva è complicato per tutti. Forse anche per l’allenatore che, nel furibondo post gara contro il Bari, ebbe il suo daffare per spiegare ai commentatori Sky come la sua decisione fosse dettata solo da motivi contingenti.

Dilemma Ranieri: Julio Sergio o Doni?

 Dal Corriere dello Sport:

Dopo otto giorni di vacanza, oggi pomeriggio la Roma riprenderà gli allenamenti a Trigoria. Saranno presenti tutti i giocatori, tranne i su­damericani ai quali sono stati conces­si due giorni in più e che torneranno a lavorare mercoledì con i compagni. Ranieri ritroverà la squadra dopo la vittoria di Milano e comincerà a pre­parare la partita in programma alla ripresa del campionato, il giorno del­l’Epifania contro il Catania all’Olim­pico. Saranno molti i dubbi dachiarire e neanche il successo che ha riaperto il campionato ha risolto al­cune situazioni delicate all’interno dello spogliatoio.

Roma, Ranieri e quattro mesi di fuoco: visto Moratti con Benitez?

 PER CAPIRE. Si immagini uno come Mourinho presentarsi per mesi in conferenza stampa con un mazzo di fiori per ciascun giornalista. Spettatori sconvolti, ne morirebbero gli stessi giornalisti. Forse appassirebbero seduta stante pure i fiori. Per questo, volenti o nolenti, alcune constatazioni spiazzano proprio mentre irrompono con veemenza. D’improvviso, il vento è cambiato. Da alter ego di una mentalità diametralmente opposta – alla Mourinho, diremmo per intenderci – Claudio Ranieri si è di punto in bianco trasformato. Non più il volto della serenità, non più l’emblema di un modo pacato e signorile di intendere il calcio e affrontare ciò che gli gravita intorno ma la trasposizione di maniere “crude e gagliarde”. Nei confronti della squadra, nei confronti della stampa. Rispetto ad accuse e critiche, continua a esserci, da parte del testaccino, una necessità non sempre comprensibile di difendersi, fuori dal rettangolo di gioco, attaccando. Mentre in campo, la rosa sembra dover seguire alla lettera un dogma: quello di badare alla fase di retroguardia prima ancora che a quella offensiva. Ossimori. Solo nei confronti dei tifosi, per i quali le parole spese dal tecnico giallorosso non hanno mai peccato di mancanza d’affetto e riconoscenza, il romano ha saputo conservare coerenza rispetto alle vecchie maniere.

CONTESTO. Non è la cavalcata inattacabile sotto ogni punto di vista della passata stagione, semmai un periodo di complessità più o meno marcate ed evidenti: la Roma di inizio campionato sembrava un gruppo a pezzi e da ricostruire. Si è parlato, allorchè i risultati non arrivavano, della mancanza di motivazioni, di una preparazione atletica criticabile, di non-gioco: il campo mostrava calciatori fiacchi mentalmente e stanchi fisicamente. In quattr’e quattro otto, il clima da “famiglia allargata” di Riscone di Brunico – con una fetta cospicua di tifosi al seguito (quale altro tifo può vantare un credito simile nei confronti dei calciatori che ne rappresentano il club?) è parso sfaldarsi. Ha inciso la confusione di una società parsa tale, troppe volte, solo sulla carta: di fatto, il periodo lunghissimo del passaggio di consegne dalla famiglia Sensi al fantomatico prossimo presidente non è indolore e ha prodotto momenti di evidente confusione. Gli strascichi di un mercato nel complesso più che sufficiente ma sempre risicato e centellinato a causa di impedimenti oggettivi (no money, no fenomeni) si sono affievoliti solo quando Unicredit ha garantito il lasciapassare per mettere le mani sul cartellino di Marco Borriello. Neppure la banca, tuttavia, ha potuto risolvere le situazioni di criticità contrattuali di alcune pedine della squadra (Mexes su tutti) e dello stesso Ranieri. Il testaccino andrà in scadenza la prossima estate e, nonostante le migliaia di garanzie ricevute da Rosella Sensi in merito al rinnovo, non ha ancora prolungato. E non certo per volontà sua.

PRIME VOCI. Dati di fatto: Ranieri cambia modo di approcciarsi a situazione e persone in corso d’opera. Scelta ponderata? Cominciamo con la realtà oggettiva che aiuta ad avere il quadro: a montare malumore e preoccupazione nel testaccino, quindi, c’è evidentemente il continuo procrastinarsi dei termini di accordo con il club per rinsaldare patto e rapporto. “Basta una stretta di mano”; “ci si vede presto”; “nessun problema”; “mi basta la parola”. Che non sia proprio come la facciata lascerebbe intendere, tuttavia, lo si capisce con il passare dei giorni, la carenza di risultati, le prime voci a infiammare l’ambiente già tossico. Caratteri cubitali di una stampa che non fa nulla di più e nulla di meno rispetto al solito: raccoglie tasselli e li mette in fila. Ricostruzioni da ottobre 2010: “Lippi in arrivo”; “Sondaggio per Ancelotti”; “Ranieri rischia l’esonero”; “Domenica decisiva per il testaccino”. Soprattutto l’ultimo, è un titolo letto con cadenza frequente: più di un appello, per l’allenatore, che ha vissuto con l’ombra di un nuovo tecnico per un mese abbondante.

Menez: la trasformazione passa per Mexes

 Dal Tempo:

E se c’è chi si è affrettato a dare per vinta quella su Adriano, tutta invece ancora da verificare nonostante i progressi di Milano, una scommessa il club giallorosso l’ha vinta davvero: quella su Menez classe 1987. Arrivato nella capitale nell’agosto del 2008 quale prima mossa in prospettiva per un inevitabile dopo-Totti, aveva deluso non poco agli esordi con la maglia della Roma.

Pizarro vuole riprendersi la Roma

 Dal Romanista:

È uno abituato a prendersi le sue responsabilità. E a metterci la faccia. Sempre. David Pizarro non si tira mai indietro. Non lo fa «nella Roma» e non lo fa per il Cile. Anche adesso che non gioca più in Nazionale, il centrocampista giallorosso è tra i calciatori più amati e popolari del suo Paese. Per questo, appena sbarcato con moglie e figli a Valparaiso, interviene nel primo canale della tv nazionale per prendere posizione su uno degli argomenti che più sta a cuore alla sua gente: la panchina della Nazionale.

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