C’è una Newco nel progetto degli investitori americani capitanati dal patron dei Boston Red Sox, l’italo-americano Thomas R. Di Benedetto per acquisire il 67% della Roma calcio tramite Newco Roma. L’esame di questo progetto è andato avanti anche ieri nell’incontro no-stop presso la sede di Unicredit con la delegazione di piazza Cordusio formata da Paolo Fiorentino, Piergiorgio Peluso e dall’avvocato Roberto Cappelli imbarcatasi in serata dall’aeroporto di New York per atterrare stamane a Milano.
Antonello Venditti
A meno 6 dalla vetta, la Roma ci deve credere
Abbiamo la stessa classifica di un anno fa. Ma i punti che ci dividono dalla capolista dopo la ventesima giornata sono 6, contro gli 11 del 2010. Non solo. Ben quattro scontri diretti su cinque li disputeremo in casa. Lo scudetto è lì. E ci reclama. D’accordo. La Roma non sarà irresistibile come il Barcellona. C’è voluto un autogol per battere il Cesena, che non è propriamente il Brasile di Pelè. Però i numeri dicono che non serve un’impresa per conquistare lo scudetto. Basterebbe restare uniti, evitando di generare inutili tensioni. Al “Romanista”, Venditti ha chiesto alla squadra di «stringere un sorta di “patto costituzionale”, un patto di “unità romanista” fino a giugno». Il padre dell’inno della Roma ha perfettamente ragione.
“Rosicata” Lazio
Nel day after di un giorno da pennuto, la rabbia dei laziali riempie l’etere. L’entusiasmo e la spavalderia che aveva accompagnato la squadra di Reja durante tutta la scorsa settimana ha lasciato il posto alla frustrazione di aver preso la terza legnata consecutiva nella stracittadina. La lunga 24 ore di “rosicamento” radiofonico comincia prestissimo con “Artibar”, il programma d’informazione di Emanuele Artibani in onda su “Teleradiostereo”. Lo speaker, di chiara e acclamata fede biancoceleste, a differenza di tanti suoi colleghi, accetta con grande ironia lo sfottò dei tifosi romanisti. Prese in giro che si materializzano sotto forma di sms, letti senza filtro e col rispetto di chi sa che, pure stavolta, deve recitare il ruolo dell’incudine.
“A Novembre” e “Oh nooo”: ecco gli sfottò post derby
Se il derby degli striscioni, tra nuove normative e poca inventiva, sembra oramai esser passato di moda allo stadio, fortunatamente alla città rimane quello radiofonico. Nel variegato etere romano, il day-after della stracittadina non perde il suo fascino tra sfottò e prese in giro. Si parte di buon’ora sulle frequenze di Rete Sport dove la colonna sonora, piuttosto che “Grazie Roma” o “Roma Capoccia” di Venditti è “Vorrei avere il becco” di Povia.
Venditti: “Crisi Roma? Se ne esce tutti insieme”
«Un cambio in corsa, oggi, sulla panchina? Per carità, sarebbe una follia!». Ha le idee chiare, Antonello Venditti, riguardo alle scelte che andrebbero operate per venire fuori dallo stallo in cui versa oggi la squadra giallorossa. «Un nuovo allenatore – dice – si ritroverebbe con gli stessi problemi che ha Ranieri, con la differenza che Ranieri li conosce bene, perché li ha già risolti. Tecnico e squadra non sono due sconosciuti. Hanno vissuto insieme un campionato esaltante lo scorso anno. Serve solo un po’ di fortuna. Credo che nessuno, all’inizio della stagione, potesse mai immaginare che Totti, ad oggi, sarebbe rimasto inchiodato ai suoi 193 gol. E che Vucinic potesse averne realizzato uno solo, per quanto importante. Si può essere pessimisti all’ennesima potenza, ma quello che sta capitando oggi alla Roma è roba che può succedere una volta in un secolo!».
Come stai vivendo questo momento? Come tutti i tifosi. Guardando avanti con fiducia. E sapendo che non siamo certamente in un periodo fortunato. Con così tanti infortunati. Ma io, per natura, sono un ottimista. E aspetto sempre che la squadra esploda, e la situazione possa cambiare, radicalmente. Del resto, lo abbiamo già visto: quella con l’Inter è stata una bella partita.
Addio a Gepi & Gepi, con Venditti e Barsotti scrisse: “Roma (non si discute, si ama)”
Da Il Corriere dello Sport: “Roma Roma Roma, core de
Venditti: “Siena-Inter? Mi aspetto un intervento divino e Rosi…”
Da Il Romanista:
«Il destino di quest’anno è clamoroso: vediamo cosa ci riserva ancora». E’ fiducioso come non mai, Antonello Venditti, quando mancano pochi giorni all’ultimo atto di un campionato straordinario. «Io ci credo – dice. – E sono in attesa. In passato ne abbiamo viste di tutte. E allora, perché non sperare che accada anche stavolta? Noi, pensiamo a vincere la nostra partita a Verona. E poi, se il buon dio del calcio si tinge di giallorosso…».
Cha anno è stato, quello che va a concludersi? «La Roma ha fatto un grandissimo campionato. Perché abbiamo trovato qualcosa che può darci anche una bella speranza per il futuro. A cominciare a Ranieri, che sicuramente è l’allenatore che, anche dialetticamente, ci rappresenta meglio e di più. Sempre puntuale, elegante, mai sopra le righe. E, soprattutto, onesto nelle sue dichiarazioni. E poi, Montali… e tutti gli altri. Se riusciremo a vincere lo scudetto, avremo fatto realmente una cosa incredibile. Se invece non riusciremo a vincerlo, avremo fatto ugualmente una cosa incredibile e, in più, avremo messo dei seri mattoni, sia tecnici che societari, in vista della prossima stagione.
Chievo-Roma: i tifosi ci credono
Da La Gazzetta dello Sport:
La canzone da mettere nell’iPod in questi giorni? Dimmi che credi, con la voce rassicurante e il ritmo travolgente di Antonello nostro. Bisogna crederci, come ci crede lui. Lo dice chiaramente: «…tu non ti arrendere, non ti confondere, apri il tuo cuore all’universo». Basterà aprirlo fino a Verona, confidando che abbracci anche Siena e i senesi.
Stendardo Ilary: “Totti non si discute, si ama”
Da Il Corriere delle Sera:
L’illusione e la speranza, la paura durante la rincorsa nella rincorsa e, alla fine, festa in campo per grandi e bambini sulle note di Antonello Venditti. La Roma è ancora viva. Quasi fisicamente sospinti dal pubblico, i giallorossi hanno battuto il Cagliari dopo aver letto i titoli di coda sullo scudetto. La squadra giallorossa è indomita e rinvia il verdetto finale sul campionato guidata da Francesco Totti. Non poteva non essere la sua giornata: 192 timbri in serie A, 25 gol stagionali e 14 in 22 partite di campionato.
Venditti: “Balotelli a Roma? Ranieri saprebbe che fare”
Antonello Venditti torna a parlare della Roma ai microfoni di
Bologna-Roma: Dalla-Morandi contro Venditti-De Gregori
Da La Gazzetta dello Sport: Hanno cantato, hanno girato l’Italia
Venditti, 50 anni di Roma: cominciò tutto il 20 marzo 1960
Da Il Romanista:
Era il 20 marzo del 1960 quando un bambino di 11 anni andò per la prima volta all’Olimpico per vedere una partita della sua Roma che quel giorno giocava contro il Padova. Quel bambino era Antonello Venditti.
Antonello, sono passati 50 anni da quella data.
«Posso dirti che non l’ho mai dimenticata quella partita. (Antonello ha fatto riferimento alla gara del suo battesimo all’Olimpico anche nel suo libro “L’importante è che tu sia infelice”, Mondadori, 2009, ndr)».
È stata una grande emozione, immagino.
«Sì, beh, te lo lascio immaginare… però voglio precisare una cosa, quel Roma-Padova della stagione 1959/60 non è la prima partita che ho visto allo stadio in senso assoluto. Ma è la prima di cui conservo memoria diretta. Perché prima ci fu… un Roma- Sampdoria».
Puoi dirci qualcosa di più?
«Avevo cinque anni e mi portarono allo stadio, ma non potrei aggiungere altro (dovrebbe trattarsi di Roma-Sampdoria 3-1 del 2 maggio del 1954 conclusasi con le reti di Bettini, Ghiggia e l’autorete di Mialich, ndr).
Ti rileggo la formazione della Roma in quella gara con il Padova: Panetti, Griffith, Corsini, Giuliano, Losi, Guarnacci, Ghiggia, David, Orlando, Selmosson, Castellazzi. Allenatore Foni.
«Beh, non sono andato male direi. Ci sono autentici miti della storia della Roma. Il grandissimo Giacomino Losi, Guarnacci, Panetti, Orlando, Selmosson… ma a tutti sono rimasto legato da un grande affetto. Poi c’è una cosa simpatica, se posso dirla…»
Venditti: “Lo scudetto, un sogno. Roma, speriamo che sia bello”
Antonello Venditti dice la sua a poche ore da Livorno-Roma. Lo scudetto, in fin dei conti, sarà pure un sogno ma allora tanto vale cominciare a sognare. Da Il Romanista:
Risponde al telefono dopo cinque squilli con voce squillante, ma un po’ affannata «sono a Bari per un concerto. In questo preciso momento mi trovo in mezzo agli strumenti». Ma cinque minuti per parlare di Roma si trovano sempre. Antonello Venditti è in Puglia ma il cuore e la testa saranno al Picchi di Livorno.E’ scaramantico Antonello. E’ prudente e abbottonato. Non vuole sbilanciarsi più di tanto Ma sa perfettamente che c’è un sogno da inseguire. Venditti in una sua canzone dice: “…il tuo segreto io lo so qual è. Forse nella gente che ogni giorno sceglie te e più orgogliosamente quel che sarà, sarà”. Parole sempre valide, per la Roma, ma mai come in questo momento vere. D’altronde la canzone si
chiama “Ho fatto un sogno”. E chissà se nel teatro di Bari, che ospita il suo concerto, la canterà.
Venditti, che sarà oggi?
«Bella domanda, magari saperlo (ride, ndr). Non lo so, però abbiamo una grande, anzi grandissima possibilità. La sconfitta dell’Inter riapre tutto, però non dimentichiamoci che la partita di Livorno è difficile. E’ un campo ostico».
Dove non vinciamo da tempo.
«Appunto. E poi queste cose nel calcio non sono mai casuali. Evidentemente in quello stadio c’è qualcosa che ci rende tutto più difficile ».
Ieri Rosella Sensi era a Trigoria e ha detto alla squadra: crediamoci.
«Ha fatto bene. Mi sembra doveroso. Poi, ripeto, vediamo che succede oggi. Non vorrei che parlassimo troppo presto».
Ma lei, però, a questo sogno ci crede?
Venditti: “Scudetto Roma? Non sogni, ma realtà”
Da La Gazzetta dello Sport:
Antonello Venditti, riecco la Roma che fa sognare. «Alt. Non parlo della Roma. Facciamo silenzio. Della Roma non parlo: silenzio stampa». Scaramanzia? «No. Spettatore: vedo, ma non parlo».
Ma allora parliamo del sogno, una costante del tifoso della Roma. «Nel calcio non si sogna più. Faccio mio lo slogan pubblicitario di Immobil Dream: non sogni, ma solide realtà».
E allora? «Allora solide realtà. Riparliamone ad aprile».
Qual è la solida realtà attuale? «Il curvone di Ranieri. Sentito che cosa ha detto il mister? “Siamo a metà del curvone”. Bene, la penso come lui: vediamo che c’è sul rettilineo».
Le piace Ranieri? «Moltissimo. Ranieri è un inglese a Roma e spero che rimanga sempre su questi binari. È elegante, tranquillo, esperto e, detto alla romana, paraculo nel modo giusto. La gestione di Doni è stata una capolavoro. È riuscito a trattare con rispetto una questione delicata con giocatori, tifosi e Doni».