Vucinic vicino al rinnovo fino al 2013: “Voglio la Euopa League”

Mirko Vucinic vuole seguire l’esempio di Alberto Aquilani prolungando il contratto con la Roma fino al 2013. Il montenegrino però potrebbe lasciare la società giallorossa rientrando come pedina di scambio nella trattativa che porta dritti a Fabio Quagliarella.

Inutile dire che se le ambizioni dei capitolini devono essere elevate, pare sbagliato cedere un campione per arrivare ad un altro, quindi ci si augura vivamente che – semmai – Quagliarella possa giungere nella Capitale quale rinforzo effettivo. Mirko ha voluto in tal proposito chiarire la sua posizione:

“Sono contento che Alberto Aquilani abbia rinnovato, perché è un giocatore molto importante per noi ed è parte fondamentale del gruppo che si è costituito. Io sto parlando con la società e spero di firmare. Siamo alla fine della trattativa e siamo vicinissimi ad un accordo che vada bene ad entrambi”.

Ben diversa, invece, la situazione di Luciano Spalletti. Anche di questo argomento, Vucinic non ha alcuna difficoltà a parlarne:

Totti da Fazio, Che tempo che fa: “Cassano-metronotte, amico di De Rossi e Aquilani, con Ilary va alla grande”

Giacca nera, camicia bianca e una gran voglia di far sentitre la sua voce ai tifosi. Così Francesco Totti ha rilasciato una lunga intervista al conduttore Fabio Fazio di Che tempo che Fa. Il capitano giallorosso ha toccato diversi punti, dalla società, al suo probabile ritorno in Nazionale, alla famiglia.

“Ne so quanto voi, io leggo sui giornali le notizie e apprendo giorno dopo giorno gli eventuali sviluppi, al momento noi calciatori siamo gli ultimi a sapere le cose e pensiamo innanzitutto a chiudere nel migliore dei modi la stagione in corso”.

Il discorso scivola sulla Nazionale, e Totti ammette che se Lippi lo dovesse chiamare non potrebbe dirgli no.

“Con il mister ho un rapporto schietto e franco, ci siamo parlati più volte, ma per altri motivi non calcistici. Se un giorno però mi dovesse chiamare ci penserei sopra una volta sola, prima di rispondere in maniera positiva. Fisicamente ho messo a posto più di un problema, ora mi sento molto meglio di qualche tempo fa”.

Il suo rapporto con Cassano contraddistinto da gioie e screzi.

Aquilani: “Troppe cattiverie su di me. Voglia di riscatto, con mister Spalletti”

Operazione archiviata nel migliore dei modi; campionato messo da parte per necessità e molta voglia di incidere e tornare più forte di prima. Questo è l’Alberto Aquilani pensiero ad un giorno dall’intervento chirurgico; il centrocampista si è lasciato andare ad una serie di dichiarazioni nel corso di una telefonata con i giornalisti di Sky Sport 24:

“Non so quanto abbia pesato la mia assenza nelle dinamiche corali della squadra, sicuramente l’assenza è pesata a me – dichiara Aquilani – nel senso che sono due anni che ho problemi in continuazione e questo è l’aspetto che mi ha dato più fastidio. Ciò che non mi ha consentito di esprimermi ai massimi livelli. Ma l’infortunio fisico fa parte del calcio, del gioco, e sono tranquillo e determinato a superare anche questa difficoltà”.

Luciano Spalletti: più no che sì

Luciano Spalletti sembra veramente deciso ad abbandonare la Roma a giugno, non rispettando i due anni di contratto che scadono nel 2011. Quando ci sarà l’incontro con Rosella Sensi, il tecnico di Certaldo spiegherà al presidente i dubbi legati a proseguire il suo lavoro nella Capitale ripetendo in maniera pressochè identica tuttociò che è già risaputo. Spalletti è stufo di sentir parlare del suo problema dei soldi, e lo ha fatto capire domenica nell’intervista che ha seguito l’incontro contro il Chievo:

“Se è questo il problema, ovvero i soldi che guadagno, teneteveli: io mi faccio da parte senza alcuna difficoltà. Molte volte mi sono prestato a sostenere le scelte societarie e non sempre l’effetto è stato positivo. Sono convinto che non ci sia un problema di organico ma che ad incidere siano state cause esterne ed imprevedibili. La classica annata storta”.

Parole che richiamano alla mente quelle di Daniele De Rossi che, qualche giorno fa, aveva sostenuto che alla Roma non serviva una rivoluzione ma solo qualche innesto.

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