Adriano-Rosella Sensi: domani l’incontro

 Dal Corriere della Sera:

Oggi in Italia, domani a Roma e dopodomani della Roma, sotto gli occhi di tutti. È questo il programma di Adriano che, dopo una «scappata» a Milano e sul lago di Como, dove è ancora proprietario di una villa, incontrerà martedì la presidentessa Rosella Sensi e firmerà il contratto che lo legherà per tre stagioni alla Roma. È già sicuro che la maggior parte delle domande che gli verranno fatte verteranno su due argomenti: l’amicizia con il narcotrafficante di Comando Vermelho, che lo ha messo nel mirino del pubblico ministero di Rio de Janeiro, e le clausole rescissorie contenute nel contratto che lo costringeranno a un comportamento irreprensibile.

Adriano: “Vengo a Roma per orgoglio, non commetterò errori”

 Adriano-Roma: ci siamo. Inizia domani la settimana decisiva per vestire di giallo e rosso l’Imperatore brasiliano. Il centravanti, atteso nella capitale martedì  per siglare il contratto che lo legherà alla società di Trigoria per i prossimi tre anni, si è imbarcato oggi da Rio de Janeiro alle 14.45 (le 19.45 in Italia) alla volta di San Paolo, per poi arrivare domani a Milano (ore 13,00). Al momento della partenza con un aereo della compagnia Tam, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla tv brasiliana Sport Tv:  “Vado a Roma per orgoglio per dimostrare a loro che la mia partenza non è stato per il motivo che pensano. Dovevo questo agli italiani, nella vita bisogna affrontare le difficoltà. Sarà un’avventura difficile ma ho la forza per cominciarla e farla bene.

Adriano: “Voglio essere l’Imperatore di Roma. Totti, il più grande di tutti”

Adriano e la voglia irrefrenabile di cominciare l’esperienza con la maglia capitolina: l’Imperatore, atteso nella Capitale a inizio settimana, ne parla con toni entusiastici sulle pagine de Il Romanista:

«Se vengo a Roma è perché voglio restare nella storia». Punto e basta. Più che testuale, chiaro. D’altronde è la parola dell’Imperatore, e se uno ha un soprannome del genere vuol dire che se lo merita o che se lo vuole meritare. L’intenzione di Leite Ribeiro Adriano è quella: «Roma è la città della storia, io vengo per rimanerci». A parte questo titolo, di tutto il resto non gli interessa molto. Le questioni giudiziarie, le intercettazioni che qualcuno ancora ieri ha tirato fuori in Brasile non gli fanno più tanto male. Adriano pensa a Roma. Anzi, più che pensarci la sente («è un’emozione»). Non gli pare vero che ci sia un posto adatto al suo soprannome: è un modo per ritrovarsi altrove dopo averlo fatto in Brasile, a casa sua. Un’altra Odissea. «All’Italia devo tanto, se ci torno è perché ci tengo, è per far vedere chi è Adriano perché nessuno lo ha visto veramente.Mai». Lui ci crede.
E’ sua, più della Roma, la scommessa, e non solo perché la Roma ha studiato il più possibile per ridurre pressoché a zero i rischi. Questa è una scommessa di Adriano con se stesso, di Adriano con l’Imperatore, di quelle sicure se sai quanto hai fatto per meritarti non solo l’Europa, l’Italia, la Serie A, ma addirittura Roma.
Per meritarti un’altra volta un’altra occasione, e per la prima volta un’occasione simile. Unica. Storica, come direbbe lui. «Storica», come dice.

Adriano – Roma: 7 chili di troppo, dal 1 luglio anche un tutor

 Primo obiettivo di Adriano, non appena giunto a Roma, è quello di ritrovare il peso forma. Il che equivale a dire: dieta ferrea per perdere i sette chili di troppo. Non solo: a facilitare l’inserimento dell’Imoperatore e tenerlo sotto monitoraggio, è prevista anche l’assistenza di un tutor. Da La Repubblica:

Poche ore all’inizio della settimana dell’Imperatore. Tra domenica e lunedì (quando si muoverà l’agente Rinaldi) Adriano salirà su un volo in partenza da Rio de Janeiro verso l’Italia: sosta di un giorno a Milano, poi mercoledì a Roma. Ultime ore brasiliane, quindi, per l’attaccante.

Adriano, minacciato di morte il suo amico d’infanzia

 Adriano, novità sulla sua presunta vicinanza con il narcotraffico:

La Polizia di Rio de Janeiro che controlla il traffico di droga nel Complexo da Penha ha portato alla luce alcune novità che riguardano ancora Adriano. Ad Yves, esterno prima del Vasco e oggi del Paranà, amico d’infanzia del neo acquisto giallorosso, è stato impedito l’accesso alla favela Vila Cruzeiro in occasione di una festa di fine d’anno e minacciato di morte da Fabiano Atanásio da Silva, detto FB, il narcotrafficante al quale Adriano ha passato una ingente somma di danaro (60 mila Reais). Spaventato Yves decise di non raggiungere la casa dove vive la famiglia. L’amicizia tra Adriano e Yves è antica. Vicini di comunità, sono cresciuti insieme aumentando la loro amicizia. Nel 2001 Adriano portò l’amico Yves in Italia; lui è quello ripreso accanto all’ex idolo del Flamengo nella fotografia incriminata, quello con in mano l’abajur dorato a forma di mitra, ed in un’altra tutti e due mostrano con le mani le iniziali del Commando Vermelho.

Adriano, ecco l’intercettazione

 Adriano, ecco l’intercettazione. E’ apparsa su globoesporte.com, la telefonata che secondo la polizia brasiliana metterebbe nei guai Adriano. L’imperatore, neo attaccante giallorosso, parla con suo cugino riguardo delle somme da girare ad altre persone. Gli inquirenti pensano che i destinatari di queste somme di denaro (circa 60 mila reais) siano dei narcotrafficanti della Capitale brasiliana. La prima intercettazione si riferisce ad una telefonata del dicembre 2009 in cui si sente Adriano che parla con il cugino per prelevare dal suo conto bancario 60 mila reais.
In un’altra intercettazione Adriano riferisce che in banca ci sono solo 30 mila Reais disponibili per prelevare. Il giocatore verdeoro racconta  che il direttore della filiale gli ha suggerito di fare un assegno di 30 mila Reais, ma siccome lui già ne aveva staccato uno dal valore di 60mila e che il dirigente avrebbe provveduto ad ottenere i soldi. Adriano dice al cugino di aspettare.

Adriano: la polizia crede alla sua verità, un giudice no

 Adriano: calciatore travagliato. Secondo il Corriere della Sera il giudice non crede alla sua verità sulla questione del narcotraffico:

L’ultima dell’Imperatore carioca, con la valigia pronta per Roma, nasce da una ingente somma di denaro uscita dal suo conto corrente. È finita a uno dei più pericolosi narcotrafficanti di Rio de Janeiro, oppure ai bambini poveri della favela? La differenza, si capisce, non è di poco conto. Le verità restano due anche per la giustizia carioca. Un magistrato lo ritiene coinvolto in una brutta storia, la polizia invece crede alla storia dei bambini. La sua partenza per l’Italia, prevista per domani, non appare comunque a rischio.

Ranieri: “Voglio una Roma più mia, senza Mourinho il calcio italiano sopravviverà”

 Dalla Gazzetta dello Sport

La prossima sarà la prima vera Roma di Ranieri. Mercato e preparazione con la sua regia: cosa si aspetta dalla società? «Il punto fondamentale è non prendere in giro i tifosi. La nostra gente sa benissimo quali siano le nostre risorse e non bisogna promettere la luna. Mi aspetto una Roma più forte perché quella che si è giocata lo scudetto fino all’ultima mezz’ora di campionato ha fatto cose straordinarie, forse irripetibili. Sappiamo dove intervenire e cercheremo di accontentare chi vuole cambiare aria».
I primi rinforzi sono Adriano e Simplicio: che cosa l’ha spinta a scommettere su Adriano? «Io sono contento dell’arrivo di Adriano. L’operazione è stata condotta da Pradè: sua l’idea, suo il merito di aver chiuso l’affare. Roma può aiutare Adriano a rigenerarsi».
È vero che Ranieri avrebbe detto «io gestisco Adriano in campo, il resto è compito della società»? «Ho sempre gestito i miei giocatori occupandomi della parte tecnica e lasciando totale libertà fuori al campo.

Sacchi: “Adriano e Simplicio? Mie scoperte”

 Da Il Romanista:

«Li ho voluti tutti e due io» grida al telefono, il respiro affannoso, non appena gli si fanno i nomi di Fabio Simplicio e Adriano. «Sto correndo» dice, quasi scusandosi. Arrigo Sacchi è così. Non è sempre facile rintracciarlo o averlo disponibile al microfono, ma sentir nominare i due giocatori, che lui, in qualità di osservatore del Parma, aveva segnalato alla società gialloblù, lo rende – sia pure per poco – aperto a scambiare due parole su di loro. «Simplicio lo feci arrivare dal San Paulo – racconta – dopo aver passato una notte intera a visionare delle sue cassette nel campionato brasiliano». Volò addirittura in Brasile, l’ex ct azzurro, per vederlo giocare di persona e, fatalmente, innamorarsene. Per le qualità tecniche, ma anche per la grande versatilità sotto il profilo tattico. Un giocatore dagli ottimi piedi e, al tempo stesso, la capacità di macinare chilometri come pochi altri.

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