Scudetto, la Roma ci crede ancora

 Da La Gazzetta dello Sport:

Se qualcuno nella Roma avesse ancora voglia di sorridere, si potrebbe sintetizzare il discorso tecnico e dirigenziale alla squadra citando Alberto Sordi: «Chi si estranea dalla lotta…» e via rimeggiando. Invece a Trigoria non è più il tempo del buonumore. Tutta colpa della Samp, dell’arbitro Damato, del destino cinico e baro che si accanisce sempre contro i colori giallorossi, urla quella fetta di città incattivita. Crederci In realtà, la mezz’ora di colloquio che prima i dirigenti e poi Claudio Ranieri ha fatto alla squadra è stata improntata a sano pragmatismo. Il d.s. Daniele Pradè, il responsabile dell’area tecnica Bruno Conti e il coordinatore Gian Paolo Montali hanno usato parole intelligenti per spronare un gruppo col morale sotto i tacchetti. «Siete stati bravissimi, avete portato avanti una stagione eccezionale, ma non dovete mollare adesso. Dobbiamo crederci fino in fondo perché il discorso scudetto non è ancora chiuso. Occhio però: niente vittimismi e continuate ad aiutare gli arbitri come avete fatto quest’anno». Questo il senso generale del discorso alla patria calcistica, a cui Ranieri ha aggiunto un paio di postille fondamentali. «Cancelliamo dalla mente quello che è successo con la Samp. Voglio che siate motivati come prima perché tutto è ancora possibile». La carica A tutto questo si è aggiunto, poi, il «messaggio» che il gruppo di tifosi aggrappati ai muretti durante l’allenamento hanno lanciato alla squadra che si allenava. «Mettetecela tutta. Daje, non molliamo adesso», E l’aria non era proprio quella, visto che Ranieri ha scelto di fare una seduta lunga e impegnativa, per «pulire» la mente dei giocatori. Futuro al 110% In ogni caso l’allenatore ieri ha gettato anche uno sguardo al futuro. «Nel mondo del calcio molto ancora è determinato dai soldi — ha detto a Sporteconomy.it —. L’Italia sta scontando situazioni sfavorevoli sia dal punto di vista dei diritti tv che della fiscalità. Servono sicuramente stadi nuovi, ma anche i tifosi devono capire che il calcio è socializzazione. Fa male vedere azioni di guerriglia».

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